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Una giovane donna bella ma dai lineamenti stanchi, stava scendendo un vicolo rumoreggiando con le ciabatte, rallentava appena di fronte ad alcune vetrine che attiravano la sua attenzione, a un crocevia si fermò definitivamente e con un braccio liberò il collo dalla coperta a dei suoi capelli spostandoseli su una spalla per cercare sollievo dalla calura.
Una presa forte attorno al braccio la costrinse a girarsi.
-Ma che. Sei tu? Ma sei scemo?
-Dobbiamo parlare.
Gli occhi di Monteleone erano accesi come fosse stato posseduto da un entità superiore.
-Vaffanculo mi stai facendo male. Mollami.
E con la mano libera cercò di andare in aiuto dellarto intrappolato che dopo le fitte iniziali cominciava a indolenzirsi.
Monteleone allentò appena la presa e  usò la sua presenza fisica per tenere bloccata la donna.
Lei provò quasi sull'isterico ad abbozzare una debole difesa.
-Non so di cosa stai parlando, per me hai preso troppo sole.
Il volto dell'uomo era trasfigurato dalle emozioni, gli si fece ancora più sotto, arrivò a sfiorarla con le labbra in un gesto che, in un altro tempo, in un altro posto, sarebbe diventato un bacio, invece, lì, in quel momento, divenne un ringhio.
-Ci siete dentro tutti vero? Tu la vecchia il super macho venuto da lontano e chissà chi altro tutti daccordo vero? Ora mi racconti tutto o perdo la pazienza davvero.
-Ti ho già detto quello che sapevo, mollami o urlo.
-Ah sì?
Disse lui ostentando un tono divertito, accennando anche un sorriso che diede al suo volto unaria ancora più inquietante.
-E cosa speri che succeda urlando? Eh? Io sono un poliziotto e tu una battona.
Poi, semplicemente attese, protendendo appena il mento per sollecitare una risposta.
Aveva fatto centro, in maniera volutamente meschina, ma, l'importante per lui ora era il risultato.
A Suaden montarono le lacrime ma cercò in un primo momento di non darlo a vedere.
Per riprendere il controllo temporeggiò guardandosi attorno come per accertarsi che non ci fosse nessuno in giro, si morse il labbro un paio di volte, poi, le lacrime ebbero la meglio, tracimando dalle palpebre giù verso le guance fino all'inesorabile salto verso terra.
Lei ebbe percezione di piangere quando ne sentì un paio allargarsi calde più di quel giorno destate sul dorso del piede lasciato nudo dall'infradito.
Con un gesto tipicamente femminile usò le dita per tergerle dal viso e con voce ormai rotta lo apostrofò, in un ultimo disperato tentativo di sfuggire a quellinterrogatorio.
-Se sai già che siamo tutti colpevoli che cazzo vuoi ancora da me? -Arrestaci tutti se sei così bravo
I singhiozzi ormai echeggiavano rimbalzando sugli intonaci scrostati dei vecchi muri della via.
Una coppia che vi si era appena avventurata, presa visione della scena cambiò subito strada.
Un negoziante attirato dal tono stentoreo della discussione fece capolino dalla porta della bottega, ma alla vista del distintivo illuminato dagli occhi fiammeggianti di Monteleone si ritirò subito come un paguro nella sua tana.
Le lacrime di una donna, se mosse da sincera disperazione, possono essere un fiume in grado di far annegare anche il più spregiudicato dei nuotatori.
L'uomo, se ne rese conto subito, quel rivolo dacqua che tanto faceva a pugni con la canicola pomeridiana, stava piano piano spegnendo  il fuoco dellira e contemporaneamente, scavava un solco nella solida parete di granito entro la quale un giorno di era trovato chiuso il cuore di un poliziotto che troppe volte, per non morire, lo aveva dovuto nascondere.
Mosse la mano in una goffa carezza che lei però scostò senza garbo.
-Non sei capace , non le fare le cose che non sai.
Stavolta era lei ad aver colpito nel segno.
-Va bene.
Disse lui facendo un passo indietro per diminuire il senso di minaccia.
-Ho perso la calma. È che nessuno a parte te sapeva del mio coinvolgimento nelle indagini. E invece sta notte a me e al mio collega hanno fatto un bello scherzetto, tu mi hai venduto.
-Io ti ho salvato!
-Questa poi.
Possibile che non ci arrivi? Sei in pericolo se ti metti in mezzo, non ti basta sapere che non sei al sicuro che ti si può raggiunger ovunque ti trovi? Quello che tu chiami scherzetto è stato solo un avvertimento per dirti di starne fuori.
-Voglio sapere chi è stato così premuroso con me.
-Se non ti levi quel atteggiamento da poliziotto americano è inutile anche che ti parlo non capiresti comunque.
-E cosa cè ancora da capire? So che il tuo amico Andrè gioca a fare l'uomo leopardo e che gli stanno dando man forte giù al Caribe forse ci sei di mezzo anche tu, ma se mi aiuti Suaden io ti tiro fuori dai casini, sono certo che già sa dove pescare il terzo uomo che gli manca per chiudere il cerchio della vendetta, dimmi dovè se lo sai dimmelo così metto fine a tutta questa faccenda.
-Possibile che non capisci che non importa chi è coinvolto e chi no, in un certo senso lo siamo tutti, tu e il tuo collega compresi, importa invece che quello che si è messo in moto non può essere fermato, da nessuno.
Monteleone, si scostò ancora un poco, guardò a terra un attimo e poi congiunse le mani prima di guardarla di nuovo in faccia.
-Suaden piantala di parlare come una fattucchiera io parlo sul serio.
-Cazzo è tutto serio.
Aveva riacquistato serenità e grinta.
-Quanto sangue devi ancora vedere per capire che è serio? 
-Guarda che non ci stiamo capendo io sui morti non scherzo, per questo devi darmi i nomi, dirmi cosa stanno facendo so che stanno o state usando anche un animaletto da compagnia a cui fate mangiare la gente.
Suaden per la prima volta ebbe una reazione di sorpresa che però nell'enfasi Monteleone non colse.
-Tu non sai un cazzo tu non devi sapere un cazzo. Qualsiasi cosa io ti dica ora sarebbe firmare la condanna a morte per te e per il tuo amico, e non cè posto sulla terra dove possiate nascondervi lo hai visto. Questo devi sapere e basta.
Una risposta del genere, di solito le avrebbe senzaltro fruttato uno schiaffo al limite della sopportazione per le ossa del suo collo.
Poi forse, se ancora viva si sarebbe sentita trascinare di peso, rimbalzando su ogni spigolosa asperità di quei vicoli fatiscenti fino al commissariato dove, funzionari asettici avrebbero esercitato tutto il loro sapere in fatto di interrogatori per cavarle qualcosa di più concreto che quei racconti ancestrali.
Tutto, con Monteleone sarebbe andato così di solito ma non questa volta.
A cambiare il corso degli eventi furono gli occhi della donna o meglio, lo sguardo che li stava modellando in quel momento.
C'era una sorta di calma fermezza, scevra da ogni traccia di paura che una donna sotto minaccia dovrebbe avere.
Non c'era neanche l'ombra d' invasamento o di fervore.
Non era la paura delle ombre ingigantite da degli esperti del plagio, quella donna non parlava per ignoranza o faciloneria, sapeva quello che stava dicendo perché in qualche modo ne era parte essa stessa.
Monteleone lo intuì e per la prima volta, oltre a non insistere sentì la paura fare il vuoto nel suo stomaco.























Il bacio della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora