4 - Cora

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-Senti un po'..
Ancora una volta venne elegantemente snobbato dal moro.
-Ehi!
Nulla.
Stiles cercò di mantenere la calma, tirando un lungo sospiro.
-Potresti gentilmente prestarmi attenzione?
-Vedo che il principino inzia ad imparare le buone maniere. Sai, qualcuno ti ha mai accennato a quella cosa chiamata educazione?
Stiles lo fissò sbigottito.
-Parli proprio tu! - lo accusò indignato, puntando il dito sul moro.
-Non mi sembra di averti mancato di rispetto. Fino a prova contraria, hai ancora tutte le parti del corpo. E sei vivo.
Stiles deglutì.
-Questo perchè è un ordine del tuo capo.
- Potrei benissimo raccontare al mio capo che hai avuto un piccolo incidente domestico.
Il ragazzino si morse il labbro.
-Però non lo fai.
Il moro si massaggiò lentamente le tempie.
-Ho molta pazienza, sebbene tu la stia mettendo a dura prova con la tua parlantina. Stai un po' zitto, no?
-Ho bisogno di un bagno.
-Mh?
- Andiamo! Sono sporco di sangue e mi.. mi fa un po' senso.
Il moro osservò distrattamente il giovane. Effettivamente non era propriamente pulito - nessuno lo è dopo aver dormito sul pavimento di una sudicia cantina - e, oltre ai vestiti, aveva le mani ancora macchiate di sangue, mani che evitava accuratamente di guardarsi.
-Non dirmi che ti senti in colpa?
Stiles si agitò leggermente sulla sedia.
-Sono morti a causa mia.
-Ma non dire stronzate.
-Se io non fossi stato lì con loro, sarebbero ancora vivi.
-Ma dal momento che non sei Dio, sebbene la tua arroganza spesso te lo faccia credere, non avresti mai potuto prevedere ciò che sarebbe accaduto.  Non potevi salvarli, non hai colpa.
Stiles scostò con una mano un ciuffo di capelli, che gli era ricaduto in avanti.
-E allora chi? Chi è colpevole? Chi ti ha mandato?
Il moro non rispose.
Stiles si rassegnò e si accasciò con un tremulo sospiro, appoggiando la testa sulla superficie liscia del tavolino.
Sentì il killer spingere indietro la sedia e sollevarsi, per poi uscire dalla cucina. Tornò poco dopo, reggendo fra le mani alcune asciugamani ed un accappatoio.
-Tieni, il bagno è in fondo a destra. Datti una mossa, prima che cambi idea.
Stiles si levò agilmente in piedi e prese fra le braccia quei panni, avviandosi in bagno, sollevato che il moro gli avesse concesso almeno di lavarsi.
Una volta entrato, si chiuse la porta alle spalle e, appena la vide, accese una piccola stufetta, accanto ad un armadietto, che cominciò a diffondere nell'aria un piacevole tepore.
Sbuffò. Era stanco, spossato, confuso. Si guardò allo specchio, il volto stravolto, segnato da occhiaie profonde, e sporco di polvere e sudiciume.
Gli occhi, puri e limpidi, brillavano come diamanti.
Cominciò lentamente a spogliarsi, lasciando cadere al suolo i propri abiti.
Camicia, maglietta imbrattata di sangue, jeans attillatissimi, e gettò in un angolo le scarpe, rimanendo in boxer.
Si avvicinò alla doccia e, dopo averne chiuse le ante, prese a far scorrere l'acqua per farla riscaldare, bisognoso di una doccia bollente che sciogliesse le membra e rilassasse la mente, bloccando il fastidioso e continuo flusso di pensieri.
Sorrise nel vedere il fumo esalato dall'acqua ad una certa temperatura, pregustando il piacevole getto che l'avrebbe a breve colpito, ripulendolo e  rinvigorendolo.
Fece per sfilarsi i boxer, ma si bloccò quando la porta del bagno venne bruscamente spalancata. Si voltò di scatto, fulminando il moro che, intento a fumare, come al solito, se ne stava sullo stipite della porta, la sigaretta imprigionata fra le labbra e una maglietta bianca in mano, fissandolo con sguardo imperscrutabile.
-Ti ho portato una maglia di ricambio. - annunciò, appoggiando la maglietta sul bordo del lavandino.
Il killer quindi appoggiò morbidamente la spalla sinistra contro lo stipite della porta, portando lentamente la mano alla bocca per fare l'ennesimo tiro, con la chiara intenzione di restare lì, a guardarlo.
Stiles lo fissò in cagnesco, visibilmente irritato e sorpreso.
-Grazie mille, che gentile. - sbottò in tono ironico. -Ora non ho diritto a un po' di privacy?!
-Veramente non avresti neanche il diritto di fare la doccia a casa mia, visto che non sei mio ospite.
-Sì, ma .. -
-Non sei un po' magrolino? almeno ce li hai diciott'anni?
-Certo che li ho! Mi sorprende che tu non lo sappia. E poi cazzo te ne frega?!
-Mh.
- Odio quando dici "mh" !
-Mh?
-L'hai detto di nuovo !
Il moro non ribattè, e con un movimento fluido si staccò dallo stipite e si fece avanti.
Stiles, chiaramente agitato e confuso, indietreggiava velocemente.
-Posso sapere che michia vuoi? Voglio solo farmi una doccia! Non ho intenzione di scap .. -
Gli si mozzò il fiato quando Derek lo sbattè improvvisamente contro l'anta della doccia, che venne scossa violentemente.
-Che diamine fai, sei impazzito ?
Gli occhi del giovane si puntarono, perplessi e spaventati, in quelli del suo carnefice.
Derek osservò quelle labbra serrate in un muto grido di terrore, quelle spalle irrigidite, quei pugni chiusi.
Mi ammazza, mi ammazza, pensava intanto Stiles, voleva cogliermi di sorpresa, colpire proprio una volta avessi abbassato la guardia.
Cercò di restare docile e immobile, sperando che il killer, mosso dalla pietà o dalla clemenza, lo risparmiasse.
Il moro si chinò lentamente, avvicinando il volto a quello tremante del più giovane, sfiorando delicatamente con le labbra prima l'orecchio destro, poi la guancia, infine il collo.
Stiles era scioccato. Che cazzo ..
Socchiuse le labbra e tentò di controllare le scosse di piacere che lo percorrevano.
Avrebbe preferito essere invisibile in quel momento. Cristo, se era sensuale e affascinante!
Che diavolo fa, che diavolo-
Chiuse gli occhi e cercò di respirare regolarmente: non conoscere le intenzioni dell'uomo lo rendeva sempre più nervoso.
Sentì il killer sorridere contro la sua guancia e in un attimo il contatto finì.
Derek si fece indietro, sogghignando leggermente.
Stiles non osava parlare . Non trovava il fiato, le parole, il coraggio di chiedere una spiegazione, se ne stava lì, con la schiena contro la doccia.
Unico rumore era lo scrosciare ininterrotto dell'acqua.
E la risata sadica di quello stronzo di un killer.
-Sei proprio divertente, Stiles: non ho mai avuto una vittima così spassosa, giuro.
Il ragazzino si morse il labbro e trattenne il fiume di insulti che stava inondando la sua mente.
-Credevi forse che stessi facendo sul serio?
Il giovane non rispose. Era confuso. Ci aveva davvero sperato? Già il fatto che non si fosse mosso, era rilevante?
Il dubbio lo colpì e prese a martellargli nella mente, come un tonfo sordo.
Derek scosse la testa ridendo e uscì dal bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Sgomento, Stiles si accasciò in terra, sentendosi ferito, braccato, preso in giro, spossato.
Affondò la testa fra le ginocchia, dimentico quasi della doccia, del bagno, di tutto.

Love Is All We Need - Sterek AU [Remake]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora