10- Luke parte |||

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Derek serrò con forza la mascella, leggermente irritato e confuso da quelle circostanze.
Ritrovarsi di fronte Luke, vivo e vegeto, era stato un forte shock.
Era bello come l'ultima volta che l'aveva visto, quel pomeriggio, in una caffetteria, in cui si erano scambiati un bacio leggero e familiare, quasi frettoloso, convinti che si sarebbero rivisti la sera stessa per passare un po' di tempo tranquillo insieme.
Ma così non era stato.
Derek, come membro dell'organizzazione, era stato repentineamente informato dell'attentato.
E il cuore gli si era stretto in una morsa, perchè sapeva che proprio quel giorno Luke si sarebbe recato a casa del padre, giusto per salutarlo.
Quando era uscito da quella villa, disabitata ormai, il pensiero del ragazzino, smarrito chissà dove, se non morto, l'aveva assalito, e ricordava chiaramente di aver fatto delle ricerche la sera stessa, e quella dopo, e quella dopo ancora, finchè, passate due settimane, si era arreso all'evidenza.
Luke era morto.
All'interno dell'organizzazione nessuno l'aveva più visto, nemmeno la fedele servitù di casa Evans, afflitta per la scomparsa del loro signore e del signorino.
Aveva controllato diversi aereoporti, sperando che il ragazzino avesse preso qualche volo e fosse fuggito da lì.
E d'altra parte, però, si chiedeva perchè diavolo Luke, se ancora vivo, non si fosse fatto sentire.
In fondo, si era detto, era pur sempre il suo ragazzo.
Passarono i mesi, gli anni, e si convinse definitivamente della morte del giovane biondo.
Aveva accettato la cosa solo dopo moltissimo tempo, con l'aiuto anche di Cora che, sebbene fosse sconvolta quanto il fratello, cercò di mostrarsi forte.
Ed ora, come un fulmine a ciel sereno, Luke si ripresentava, con il suo sorriso e l'aria gentile.
Così bello, così immenso.
Il killer strinse gli occhi e abbassò lo sguardo, chiaramente sconvolto.
Non era stato per niente facile dimenticarlo, e ora..
Luke si fece avanti, cauto, cercando l'attenzione di Derek.
Un passo dopo l'altro, si avvicinò al killer, chinando il capo per poter guardare direttamente il suo volto, ancora abbassato.
- Derek, mi dispiace .
Luke si lasciò sfuggire un singhiozzo, chiaramente preoccupato e afflitto per l'amato, che non dava segno di voler rispondere.
Cercò un contatto, un qualsiasi contatto con Derek, sfiorandogli lievemente la guancia.
L'uomo, rapido, come risvegliatosi da uno stato di trance, afferrò quella mano con forza, e sollevò lo sguardo.
Uno sguardo ferito.
Luke cercò di trattenere un gemito, sentendo la presa sulla mano intensificarsi, ma non si allontanò e, ostinato, rimase immobile di fronte al moro.
Poi gli occhi di Derek si sciolsero.
Il killer, con uno scatto del polso, spinse Luke verso di sè, avvolgendolo in un abbraccio disperato, soffocante, lasciando inevitabilmente la presa su Stiles.
Il ragazzino si fece indietro, sentendosi decisamente di troppo in quel momento.
Si massaggiò il polso, livido per la stretta del killer, e guardò altrove, cercando di ricomporre i pezzi del suo cuore spezzato.
Era solo, ora, completamente solo.
Derek sembrava essersi scordato della sua presenza, solo Stefan gli prestava completa attenzione, fissandolo come si fissa un pezzo di carne prelibato.
Beh, in fondo Stiles gli avrebbe fruttato un bel po' di soldi.
Il ragazzino cercò di non badare al russo, ma fu comunque scosso da un brivido.
Dopo qualche secondo, Derek si staccò da Luke, fissandolo negl'occhi.
Luke si morse il labbro inferiore.
- Voglio spiegarti..
Ma il killer lo bloccò con un gesto della mano.
Aveva parzialmente riacquistato il proprio autocontrollo.
Spostò delicatamente Luke alla sua destra, rivolgendosi a Stefan, con tono duro.
- Dobbiamo portare a termine questa consegna, o sbaglio?
Stefan sorrise, battendo le mani.
- Hai proprio ragione, Derek caro.
Il russo si portò rapido vicino a Stiles, che ancora si sforzava di non guardare Derek.
Andrà tutto bene, andrà tutto bene, andrà tutto bene ... , si ripeteva, tentando di respirare regolarmente e di farsi coraggio.
- Vieni, Stiles, vieni ... - Stefan lo afferrò per un braccio, avvicinando pericolosamente il suo volto a quello del giovane che, irritato e disgustato, si scostò bruscamente.
- Mmm, sei uno stronzetto ribelle, vedo. Sei dannatamente interessante, Stiles ... - rise il russo.
Stiles non rispose, fulminando Stefan con lo sguardo.
Era terrorizzato, sì, ma non avrebbe permesso a nessuno di sottometterlo.
- Piantala di giocare, Stefan. - Il tono di Derek era graffiante.
- Ohh, andiamo, Derek: tu ti sarai sicuramente divertito un po' con questo bocconcino ... - borbottò Stefan, un po' deluso.
Divertito?, pensò Stiles, con un groppo in gola e il battito a mille. Giusto, forse per lui sono stato solo un divertimento...
- Sparisci - sibilò il killer con freddezza, sebbene Stefan fosse un suo superiore.
- Okay, okay, Derek caro, non ti scaldare ! Me ne vado subitissimo.. Avanti, bel bocconcino, dopo di lei ... - e ghignando, spinse avanti Stiles con uno strattone.
Stiles prese a camminare lungo la terrazza verso la porta antincendio, ma quando passò accanto al killer, sollevò lo sguardo.
Derek osservò quegl'occhi lucidi e tremanti, un po' delusi e un po' colpevoli, un po' vinti e un po' rassegnati.
E quelle labbra, bellissime, purissime e morbidissime, che sillabarono due parole.
Derek sgranò gli occhi, voltandosi di scatto, ma Stiles era già passato oltre, rapido e sfuggente.
Osservò il ragazzino sparire oltre la porta, in un lampo, come se non fosse mai esistito, e sentì quella porta chiudersi con un tonfo dietro di lui.
Un tonfo che accompagnò, nei minuti successivi, ripetutamente, quelle parole sussurrate, quasi non-dette, segrete, intime .
Ti amo.


Love Is All We Need - Sterek AU [Remake]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora