Capitolo 1

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La legge.

Art. 1 Chi, volendo o non, investe con la sua auto, o altro mezzo motorizzato, uno o più cittadini di un qualsiasi stato appartenente all'unione, non subirà nessuna punizione dalla legge ordinaria, così come chi non possiede auto né altro mezzo di locomozione, se ucciderà un motorizzato ... Seguiva il testo di legge per intero, con le sue postille e i suoi chiarimenti, così nel 2078 nasceva "La legge della Libertà".

New York
In alcuni momenti Albert aveva pensato addirittura di rifiutare quell'eredità ma poi, il buonsenso e una buona dose di paura l'avevano convinto che non c'era scelta.
Era passato un anno, Albert aveva rinforzato le difese della sua proprietà, unico baluardo alle atrocità che si perpetravano nelle vie di quasi tutte le città al mondo. A quella "Legge", non avevano aderito solo la Francia, l'Inghilterra, la Grecia, l'Egitto, L'Estonia, la Colombia, il Brasile, il Congo e l'intera Australia.

Negli stati uniti d'America, con un accorato discorso il presidente Boostas aveva parlato alla Nazione, magnificando quella legge come la migliore di tutte, perché in essa c'era il fulcro della vera libertà. La Cina fu la prima Nazione ad adottarla e nel '79 decrebbe del 3% con soddisfazione dei governanti. Naturalmente l'altra faccia della medaglia si vedeva nelle strade, dove non era possibile attraversare. Era facile vedere qualcuno che pazientemente aspettava qualche pedone che attraversasse per investirlo. Dall'altro lato, scendere dalla propria auto, a volte significava morire, perché proprio come accadeva nelle strade, qualcuno aspettava nell'ombra per uccidere l'ignaro automobilista al rientro a casa. Questo non succedeva perché l'uomo avesse cambiato la sua indole, ma perché sovente chi attendeva, aveva in mente una vendetta causata da torti subiti.

In un primo momento tutti avevano odiato quella legge iniqua e crudele e, tacitamente si erano imposti di non seguirla. Molte organizzazioni umanitarie dopo averla avversata per molto tempo, l'avevano bandita da ogni discussione. Trattandosi di altro, avrebbero potuto spuntarla, ma la "Legge" non era facilmente accantonabile ed è facile intuire che, per innescare la miccia, bastava un banale incidente. Alla fine del primo anno, si contarono parecchie vittime, ritenute dai familiari dei veri e propri omicidi. Da qui il desiderio di vendicare i loro cari e molti non si lasciarono scappare la possibilità di farlo in nome della "Legge".

Queens
"Dovrai firmare l'accettazione della proprietà?", aveva chiesto Angela.
"Certo, non me la daranno per e-mail", aveva ribattuto lui.
"Ti rendi conto di quanto sia distante Manhattan?".
"Devo provarci Angela, perché 1.993.000 dollari di proprietà immobiliare e, 700.000 in contanti, non sono da buttare".
La donna avrebbe voluto controbattere, ma si rendeva conto che niente avrebbe distolto il marito dal provarci, "E poi", aveva pensato, "Gran parte del tragitto lo farà in metropolitana".
"Come farai sull'isola?".
"Non lo so ancora, ma me la caverò". Albert aveva paura, ma la sua indole gli suggeriva di provarci.
"La sicurezza degli incoscienti! Non pensi ai tuoi figli?".
"Ce la farò non preoccuparti". Angela strinse le mascelle e si girò dandogli le spalle.
"Fa come credi e rompiti una gamba". Aveva chiuso la conversazione ma ora che lui aveva lasciato la casa, tremava per la paura. Pensava ai ragazzi, ancora troppo giovani per quel mondo e, a se stessa, che non avrebbe trovato un lavoro decente per continuare a crescerli. "Se tutto andrà male, li porterò alla missione di padre Jerome, sperando che li aiuti".

Albert intanto, confidando più sulle sue doti atletiche che sulla fortuna, si avviò dal notaio Miller. Arrivare alla metropolitana fu relativamente semplice, subì solo un colpo al piede mentre saltava la transenna che delimitava la strada.
"Tutto bene?". Chiese un uomo seduto da chissà quanto tempo sulla sua valigia.
"Sì, grazie per l'interessamento", rispose conciso.
"Almeno è passato!" continuò l'uomo, mostrando una punta d'invidia.
"Deve andare dall'altra parte?".
"Già, ma non credo che oggi ci riuscirò" aggiunse scoraggiato poi, continuò: "Forse domani".
"Le auguro di riuscirci signor ...".
"Mc Gresh, e lei?".
"Locosh, e vorrei dirle che ho piacere di conoscerla, ma purtroppo il piacere è bandito dalle nostre vite".
"Già", commentò l'uomo e presa una gomma da masticare la infilò in bocca. Albert lo salutò, non l'avrebbe più rivisto, ma avvertì un senso di appartenenza.
Aveva attraversato in sicurezza il ponte di Brooklyn, poi finito lo spazio riservato agli appiedati, sentì un brivido percorrergli la schiena. "Se solo la metro non fosse allagata, sarei già da Miller", pensò. Vedeva a pochi metri da lui, automobili che rombavano aspettando che qualcuno attraversasse e aveva notato una trentina di appiedati che aspettava il momento giusto per farlo.

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