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La stanza era buia, vuota, triste. La mancanza di Dipper l'aveva trasformata. Continuava a guardare il soffitto senza dire o fare niente. Sentiva nella testa la voce di suo fratello che le chiedeva aiuto e aveva ancora impressa l'immagine dell'espressione di suo fratello, quando l'aveva ucciso.
Così si alzò dal letto e scese in giardino. Si avviò così nella foresta.

Erano ore che camminava e ancora niente, non riusciva a dimenticare. Prese a calci il terreno, lanció i sassi in aria, urlò per sfogarsi, ma niente. Quel maledetto pensiero non voleva andare via. Urlò di nuovo e le parve di sentire un altro urlo, più strozzato, più triste.
Sarà solo la mia immaginazione

Pensò

Poi sentì un pianto.

No, Mabel, non è la tua immaginazione.

Si disse.

Seguì il pianto e si ritrovò davanti al laghetto.
Vide un ragazzo accovacciato, capelli biondi e maglione giallo.

No...

Gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla. Lui si girò di colpo. E lei li rivide. Rivide quegli occhi gialli, quei maledetti occhi gialli. Rivisse tutta la scena:
Dipper che la inseguiva, che la guardava con degli occhi inquietanti. Gli stessi occhi che ora la stanno guardando tristi e impauriti.

<<Bill...>> sussurrò.

Bill con uno scatto le si aggrappò alle gambe e iniziò a piangere e a mormorare scuse. Ma per Mabel non c'erano scuse che potessero valere, in quel momento.

<<Mabel mi dispiace tanto, io non volevo, non so cosa mi è preso. Non volevo ucciderti e non volevo uccidere lui! È mio figlio, siete miei figli! Perdonami ti prego!>>

Era disperato, ma Mabel non si lasciava intenerire. Lui aveva promesso a Dipper di rimanere buono e non ha mantenuto la promessa.

Se lo merita

Pensò

<<Bill, alzati.>>

Lui la ascoltò e si alzò.

<<Non meriti il mio...il nostro perdono. Ma il perdono non si nega a nessuno, e tu sei mio padre. Perciò io ti perdono, ma Dipper non tornerà indietro...e tu lo sai.>>

Annuì senza rispondere.
Lei lo guardò. Vide la tristezza e la demoralizzazione nei suoi occhi e non poté farne a meno. Lo prese per mano e lo portò con se fino al Mistery Shack.

Arrivati lì lo fece sedere sul letto e lo fece tranquillizzare.

<<Come è successo?>>

Mabel rimase sbigottita. Come poteva farle una domanda del genere? Lo sapeva, no? Era stato lui ad uccidere Dipper...più o meno.

<<Dovresti saperlo.>>

<<No, Mabel, non lo so. Non sono in me quando faccio queste cose. È il mostro che mi controlla. Per questo voglio saperlo.>>

<<Dipper...beh...Bipper mi inseguiva, cercava di uccidermi. Mentre correvo è riuscito a bloccarmi contro un tronco e io per difesa ho preso il coltello che porto sempre con me e...>>

Iniziò a songhizzare e la voce le tremava.

<<E...l'ho ucciso. Nel momento in cui ho fatto quel gesto i suoi occhi da gialli sono diventati di nuovo i bellissimi occhi di mio fratello...il modo in cui mi guardava, in cui guardava il coltello e poi me...>>

<<OK, Mabel, grazie. Basta così.>>

Per istinto Bill si alzò e andò vicino a Mabel. L'abbracciò e lei si rifugiò nel suo maglione morbido. Sentì il profumo di quel ragazzo che doveva essere suo padre. Era uguale a quello di Dipper. Strinse il maglione giallo nelle mani e continuò a piangere. Scivolarono in ginocchio e si consolarono a vicenda, fino a quando non si addormentarono.

Bill si svegliò e trovò Mabel che lo stringeva forte. Sorrise dolcemente a quell'immagine e le accarezzò la guancia. Somigliava molto ad Annah. Dio, quanto gli mancava.
Aveva perso lei ed ora anche suo figlio. Tutto per colpa sua. Ora c'era Mabel, era l'unica che, nonostante tutto, credeva ancora in lui e aveva fiducia. Doveva tenersela stretta, per forza.

Bipper- La vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora