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Bill guardò Dipper.

Dipper guardò Bill.

Bill si avvicinò al figlio con le mani tremanti e le gambe che non reggevano.

<<Dipper...>>

<<Non ti avvicinare.>>

Bill lo guardò e Dipper se ne andò.

Le gambe gli cedettero e cadde di ginocchia per terra. Si mise le mani nei capelli e si rannicchiò.
Portò le mani sugli occhi e iniziò a sussurrare qualcosa. Mabel gli
si sedette vicino.

<<Bill, stai...piangendo?>>

<<E...e cosa c'è di male? Sarò pure un demone, ma ho dei sentimenti...>>

<<Oh, sì. Mi dispiace.>>

<<Lascia stare.>> si rialzò e si asciugò le mani con la manica della maglia.
Si avviò verso casa sua. Non aveva mai ricevuto un rifiuto così. Aveva sbagliato e lo sapeva. Ma non poteva continuare così all'infinito. Doveva pur chiedere scusa. Ma le scuse con suo figlio non servivano. Non erano mai servite. E tutti quei rifiuti gli avevano fatto capire che era stata tutta colpa sua e che le cose non sarebbero cambiate, anche con Dipper in vita.
Eppure si chiedeva ancora come... Come era possibile che una creatura come il Mostro avesse tanto potere su di lui.

Si guardò intorno e vide davanti a sé una casa...ma non era la sua. Era tutta abbandonata e aveva le finestre e la porta rotte.
Incuriosito decise di entrarci.
Appena entrò vide una sedia a dondolo fatta in paglia e dall'altra parte della stanza una piccola cucina.
Andò più a fondo e vide un televisore molto antico e una porta. La maniglia era a forma di conchiglia ed era ben rifinita.
Aprì la porta ed entrò in quella che gli sembrò una camera da letto. Era tutta ben sistemata. Sembrava quasi che ci vivesse qualcuno.
Vide un letto a baldacchino, di lato alla porta. Di fronte c'era una piccola finestra in legno, il cui vetro era un po' crepato. A sinistra della finestra c'era una cassettiera e 3 paia di scarpe. Si avvicinò ad esse e vide che un paio erano da donna e due da uomo. Quelle da donna erano delle graziose ballerine azzurre. Quelle da uomo erano delle semplici scarpe nero lucido. Notò anche che il secondo paio da uomo erano molto piccole. Molto probabilmente di un bambino.
C'era anche un armadio che prima non aveva notato. Lo aprì e vi trovò dei vestitini da donna e degli smoking. Appeso all'interno di un'anta c'era un maglione giallo, molto piccolo. Lo toccò ed era morbidissimo.
Gli venne un brivido quando ricordò del suo, tutto scucito e ricoperto di sangue.
Sentì un rumore provenire dall'interno della cassettiera. Vi si avvicinò pian piano. Aprì un cassetto e da esso fuoriuscì un topo di campagna, che corse subito fuori.
Guardò nel cassetto per vedere se c'era qualche altro ospite indesiderato.
Niente. Vi trovò solo un paio di fogli scarabocchiati e spiegazzati. Aprì il primo foglio e vide un disegno. C'erano un bambino, un uomo e una donna...incinta.
Aveva capito che quella casa era stata abitata da una coppia con un figlio ed uno in arrivo.
Bill sorrise a quel disegno, probabilmente fatto dal bambino. Aprì l'altro e prese quasi un colpo a vedere lo stesso disegno, ma con un altro bambino e i nomi scritti di tutti i familiari.

"Mamma, papà, io e Bill."

<<Ma che...>>

Continuò a guardare quel disegno. Girò il foglio e vide delle scritte.

"Caro fratellino, questo l'ho fatto io per te. Spero ti piaccia. Ti voglio bene."

Era una scrittura infantile, alcune lettere erano storte, ma si capiva benissimo.
Guardò meglio nel cassetto e trovò un diario. Era giallo, con dei disegni sopra. Era chiuso da un lucchetto ma fu facile aprirlo, perchè era mezzo arrugginito. Lo aprì e iniziò a leggere.

Bipper- La vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora