CAPITOLO 10

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Dopo il rilassante pomeriggio con il professore, mi dirigo spedita a casa di Esther, l'orologio segna le sette di sera ma io so che lei è già a casa e probabilmente anche in pigiama.
Trattengo il fiato prima di prendere coraggio e bussare, per poi ritrovarmi ad aprire un'Esther con i capelli legati, senza un filo di trucco ed, ovviamente, in pigiama, ma lei è bella anche così.
Ha le occhiaie leggermente pronunciate e per un momento ho paura di essere io la causa delle sue notti insonni
"C'è che?" chiede la mia amica senza mai incrociare il mio sguardo; provo in ogni modo ad iniziare un discorso ma tutto ciò che esce sono parole spezzate e senza un filo logico. Dopo cinque minuti passati così, noto un accenno di sorriso aprirsi sul viso della ragazza davanti a me, ed istintivamente abbandono ogni parola e ogni stupido discorso e mi fiondo nelle sue braccia, che mi accolgono e mi stringono come se non fosse successo niente.
L'abbraccio di Esther è una boccata d'aria fresca in mille giornate di caldo, lo sento da come mi stringe che si accorge che c'è qualcosa che non va, qualcosa che non riesco a sapere neanche io. Da come stringe le sue braccia intorno alle mie spalle e non mi lascia, sento che vuole proteggermi da qualsiasi cosa che mi tormenta, ma sa che le parole non servono a niente e lascia che il suo profumo di rosa e cannella mi inebri i sensi e per un momento mi faccia tornare ai bei tempi dei quindici anni. L'abbraccio dura minuti interminabili e riesce a darmi quella forza che mi serve per non credere di impazzire.
Mi stacco da lei e ci guardiamo in silenzio, usando il nostro gioco ed entrambe capiamo che ogni sillaba pronunciata sarebbe di troppo.
Così Esther mi prende per mano e mi porta dentro casa
"Birra e pizza?" chiede accennando un sorriso
"Con il salame grazie"
E così, dopo aver ordinato le pizze, ci stendiamo sul divano a vedere uno stupido film d'amore visto già mille volte come i vecchi tempi, finché lei non chiede
"Chi ti ha fatto cambiare idea sul tornare da me nonostante tu abbia sempre i pensieri confusi?"
Io mi imbarazzo un po' e la guardo di nascosto, lei in risposta alza un sopracciglio curiosa; mi schiarisco la voce
"Sono uscita con il professor Laine oggi pomeriggio, devi ringraziare lui se sono tornata"
Esther non mi fa finire di parlare che inizia ad urlare e saltellare per tutta casa, più euforica di me per l'uscita con il fantastico professor Laine, quello di cui tutte sono innamorate. E così mi ritrovo a farmi coinvolgere dalla sua allegria e a ridere come non facevo da tempo, in compagnia della donna della mia vita e davanti a una bella birra.

Passo con la mia amica il resto delle tre ore successive e avviso mio padre del ritorno dopo cena. Quando ormai sono le dieci passate, decido che è meglio dirigersi a casa per evitare di tornare troppo tardi. Passare queste ore in serenità con Esther mi è servito per dimenticare i tormenti di queste giornate e la divisione che sta avendo sia la mia mente che il mio cuore; nonostante io continui a sentirmi sempre e comunque completamente divisa a metà e in balia di sensazioni molto contrastanti, la vicinanza della mia amica e la chiacchierata con Cristopher sono stati una specie di medicina che ha alleviato la situazione.
Tutto procede per il meglio finché non metto piede fuori casa della mia amica: appena il mio corpo entra in contatto con il cemento sento come una scossa attraversarmi da capo a piedi e un campanello d'allarme e di pericolo accendersi dentro di me, sono costretta così a continuare la mia camminata senza mai distrarmi da ciò che mi circonda.
Dopo un centinaio di metri l'odore di pericolo aumenta intorno a me e sento quasi un calore che vuole avvicinarsi e imprigionarmi con le sue fiamme rosse. Mentre mi giro e mi controllo alle spalle, il mio corpo viene a contatto con un altro e così, presa dallo spavento, sussulto e faccio un salto indietro, emettendo un gridolino.
L'ombra della notte non mi permette di distinguere i tratti somatici della persona davanti a me, ma il suo odore è la sua carta d'identità.
Davanti a me odore di carta bruciata e zucchero si alzano per circa un metro e ottanta ed occhi color cioccolato mi guardano da sopra ridendo della mia reazione.
Zachary è davanti a me e non so come, ma io sentivo che lo avrei incontrato.
Nel vederlo il mio cuore si calma ed emetto un sospiro rilassato; aspetto in silenzio una sua parola, mentre lascio che i pochi raggi della luna illuminino il suo viso e mi regalino una visione, quasi, infernale della sua bellezza.

~
#angoloautrici:
Ehilà, eccoci qui finalmente!
Arielle è tornata dalla sua Esther e lei sembra finalmente aver capito che tutto ciò che sta accadendo non è colpa della sua amica!
Il nuovo incontro con Zachary però ci stupisce, cosa accadrà nel prossimo capitolo fra la nostra protagonista e Occhi color cioccolato?
A domani! 🌸🌺
-Sof e Nene

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