Mi osserva da due giorni e non mi conosce, ed io da due giorni non faccio altro che chiedermi il perché. Si, ha un bel sorriso e un viso dolce, ma non ho attenzioni da dargli e le sue mi mettono a disagio.
È una di quelle giornate in cui sai che succederà qualcosa ma non sai esattamente cosa e il che è strano, dato che è una comunissima giornata di scuola in cui le ore sono talmente lunghe da sembrare infinite.
Con sollievo la campanella ci ricorda la fine della quarta ora, ancora un'altra e poi liberi.
Mi volto verso di lui: bene, non mi sta guardando.
Ma il mio pensiero non ha neanche il tempo di scorrere nella mente che subito mi ritrovo i suoi occhi addosso e, nel momento in cui incrociano i miei, sorridono. Esatto, il ragazzo dal bel sorriso sorride anche con gli occhi.La porta bussa un suono di legno di pessima qualità e tutti si voltano in quella direzione intenti a scoprire chi varcherà la soglia.
"Avanti" esclama il professore, entra un bidello con un foglio in mano.
Ed ecco che "Alice Medaglia deve uscire". Sì, se ve lo state chiedendo sono io e, sempre se ve lo state chiedendo, ecco che la cosa che non sai esattamente cosa, succede. Subito un pensiero mi balza in testa e fuori dal cancello della scuola la faccia triste di mio padre non fa altro che darmi la conferma: dopo otto anni la malattia di mia nonna è andata via portando via anche lei, silenziosamente e, altrettanto silenziosamente, le lacrime scendono fino a fermarsi sull'angolo della bocca e sanno di rimpianti, di ricordi di un tempo che mai più si riavrà.Non dai abbracci perché pensi di avere un tempo infinito per darne, rimandi occasioni perché pensi di averne di migliori in pugno, non dici parole per non sprecarne. Ma quando il tempo infinito finisce, quando nel pugno ti rimane solo una manciata d'aria e quando le parole non sprecate si depositano dentro togliendoti la possibilità di liberartene cosa ti resta, se non i rimpianti? E i rimpianti come si fa a farli star zitti? Non esiste un pulsante per impostare la modalità "muto".
Il dolore cresce notte dopo notte e il sole, il sole ti appare grigio ora.
Alzi gli occhi al cielo e non riesci più a vedere la bellezza della sua immensità.
Succede di sentirsi così male, così. In quel modo che è impossibile descrivere a parole, e tutto sembra perduto, noi stessi per primi. Ma tutto questo può passare. Grazie a cosa, a chi, come?
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Sorridimi ancora.
RomanceQuesta va a te. Va a quella volta in cui ci incontrammo, per caso, tra i banchi di una scuola. Questa va a te, al giorno in cui ci parlammo per la prima volta, al giorno in cui le mie labbra conobbero il sapore delle tue. Questa va al giorno in cui...