Il silenzio della notte ti da la possibilità di sentire rumori che durante il giorno non sentiresti: il rumore di un respiro, di un cuore che batte o di una zanzara che balla il valzer davanti al tuo orecchio.
Passo la notte così, dicendo al mio cuore di fare meno rumore e a cercare di scacciare l'odiosa zanzara, prima con le mani, poi con il cuscino.
Quando apro gli occhi un timido raggio di sole entra nella mia stanza.
È così bello svegliarsi con la luce del sole e non con l'odioso suono di una sveglia, e per precisare: la sveglia è mia madre.
"Un cornetto solo crema per Alice e uno crema e cioccolato per Marta" dice mio padre agitando il vassoio.
Un buonissimo odore inebria la stanza, prende per mano me e mia sorella e ci porta in cucina.
Amo la Domenica.Passo il pomeriggio a studiare, non sia mai che la prof di Italiano decida di interrogare di nuovo me.
La seconda settimana di scuola nessuno si aspettava un'interrogazione e lei ci colse alla sprovvista.
"Vieni tu a dirci qualcosa, vedo che hai sottolineato, il che presuppone che tu abbia studiato" disse venendo verso di me.
Avrei voluto risponderle che, in realtà, non significa assolutamente nulla "okay" risposi.
Mi mise davanti alla classe, perché dice che quando esponiamo ciò che abbiamo studiato non dobbiamo rivolgerci a lei, ma ai compagni.
Sicuramente diventai tutta rossa, dato che non conoscevo ancora nessuno. Iniziai a dire qualcosa, qualcos'altro riuscii a leggerlo dal libro aperto sul banco della ragazza davanti a me e mi portai a casa un sei e mezzo.
Quando tornai al posto Kevin mi disse che ero stata brava e si era accorto che avevo studiato. Chissà se si era accorto anche dei miei occhi che lo guardavano mentre parlavo e chissà se si era accorto che, in quel momento, per me era rimasto soltanto lui in classe.Il cellulare vibra e leggo sul display il nome di Angela "tra poco passo con Ilaria a prendere te e tua sorella"
"Ah si? E dove si va"
"Dove ci porta il cuore"
Ha sempre voglia di scherzare.
Riferisco questo a mia sorella e poi apro l'armadio per decidere cosa mettere. Dopo mezz'ora va a finire come al solito: opto per un paio di jeans e una semplice maglietta.
"Angela e giù!" Urla mia sorella dall'altra stanza, allora prendo la giacca e scendo.
Dieci minuti di macchina e arriviamo in un paese vicino al nostro dove c'è una piccola festa, facciamo un giro per le bancarelle e poi ci fermiamo sotto al palco.
"Ma con chi parli che sei tanto indaffarata?" Mi domanda Ilaria e nel frattempo Angela si avvicina incuriosita.
Rispondo che è Kevin, che ha saputo dove sono e vuole raggiungermi con il motore.
In realtà avrei tanta voglio di vederlo fuori dalle mura scolastiche, ma non voglio che si metta per strada con il buio.
Digito il messaggio "resta dove sei tanto io non mi trattengo per molto." Invia.
Dopo neanche un minuto arriva la sua risposta "tu stai tranquilla, tanto siamo vicini."
Nel leggere le sue parole il cuore comincia ad agitarsi, mi sudano le mani. Davvero sta facendo questo per me?
Arriva in meno di dieci minuti e voglio pensare che anche lui aveva fretta di arrivare.
"Ma è lui?" Mi chiede Angela e io non riesco a pronunciare una sola parola, mi limito a fare un cenno con la testa.
Indossa un paio di jeans, una giacca di felpa grigia e ha il casco tra le mani, ora che ci penso dove ha lasciato il motore?
"Eccomi qui!" Esclama con il suo solito sorriso. "Ho dovuto lasciare il motore accanto ad un muro, sai ho il piedistallo rotto"
Non so cosa dire quindi sorrido anche io, in questo momento devo sembrargli davvero stupida.
Non appena stacca gli occhi da me si accorge delle mie amiche e mi domanda chi sono.
Gliele presento e dopo di che andiamo a fare un giro da soli.
Passeggiamo tra le bancarelle che avevo visto solo dieci minuti fa, ma con lui di fianco mi sembra tutto nuovo, più bello, come una
bambina che scopre le cose per la prima volta.
Guardo le luci, la gente, ascolto la musica, poi con un gesto improvviso la sua mano si avvicina alla mia: è fredda. Io gliela stringo e il mio cuore è a disagio, mentre le nostre mani sembra che si conoscano da sempre.
"È il tuo cellulare che squilla?" Mi domanda.
Io scuoto la testa come se mi avessero riportato alla realtà e sono contenta di scoprire che la mia mano nella sua.. è realtà.
Mi affretto a prendere il cellulare e vedo una chiamata persa da Ilaria, cavolo sono già le 22.00.
"Sono le mie amiche, dobbiamo andare via"
Kevin mi sorride e non so come i nostri corpi si ritrovano uno di fronte all'altro e le nostre bocche a meno di due centimetri.
Divento rossa e mi imbarazzo. "Allora vado" dice, posandomi un piccolo bacio sull'angolo della bocca.
Il mio cuore è in festa, gli dico di andare piano lungo la strada, lui mi dice di stare tranquilla e si allontana.
Certo, tranquilla, ho il corpo che sembra la sala di un concerto rock.
"Ah eccoti dov'eri, ma non senti il cellulare?" mi rimprovera Angela.
A mia discolpa dico che stavo salutando Kevin, si mettono a ridere e torniamo alla macchina, intanto prendo il cellulare e gli scrivo un messaggio "così mi fai innamorare.."
Dopo qualche minuto arriva la sua risposta: "è quello che voglio".
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Sorridimi ancora.
RomanceQuesta va a te. Va a quella volta in cui ci incontrammo, per caso, tra i banchi di una scuola. Questa va a te, al giorno in cui ci parlammo per la prima volta, al giorno in cui le mie labbra conobbero il sapore delle tue. Questa va al giorno in cui...