Capitolo 6

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Mi risveglio di colpo con la testa poggiata sulla pancia di non so chi, ai miei piedi dormono altre due persone ma è troppo buio perché possa capire chi sono.
Allungo la mano sul comodino e prendo il cellulare, poi chiudo gli occhi perché la luce dello schermo è troppo forte, allora abbasso la luminosità e mi accorgo di avere due chiamate perse da mia madre ma non la richiamerò ora, sono solo le sei del mattino.
Mi scoppia la testa e mi viene da vomitare, ho esagerato ieri.
Solo dopo mi accorgo della decina di messaggi di Kevin
"Io sono con amici, tu che fai?" Ore 21.30
"Ci sei? mi avevi detto che avevi bisogno di tempo ma non pensavo che volessi dire che non dobbiamo più sentirci" Ore 21.58
"È così che avevi bisogno di tempo? Baciando qualcun'altro? Ma va bene, alla fine non siamo nulla, noi" Mi soffermo su quell'ultima parola, non avevo mai pensato a me e a lui come "noi". Continuo a leggere "avrei preferito che tu fossi sincera però." Ore 23.12
Ma di che diavolo parla?
Apro whatsapp per cercare di capire meglio e trovo sulla sua chat una foto abbastanza scura, ma riesco a vedere una ragazza girata di spalle che bacia un ragazzo, dopo qualche secondo realizzo che quella ragazza sono io e il ragazzo, invece, è Elia. Ma cos'è successo, l'ho baciato davvero?

Gli altri cominciano a svegliarsi alle dieci, mentre io è già da quattro ore che mi tormento cercando una spiegazione a questa foto.
Chiedo ad Elia se ne sa qualcosa, lui mi risponde che non è successo assolutamente nulla e che ci stavamo dando un semplice bacio sulla guancia, che ieri ero talmente ubriaca che gli ho parlato per tutto il tempo di Kevin e allora, quando è uscita come penitenza "bacio rosso" lui non se l'è sentita di baciarmi.
Tiro un sospiro di sollievo ed improvvisamente anche il mal di testa e la nausea sembrano essersi alleviati.
Racconto ad Elia di aver mandato la foto a Kevin, non so come né perché, e lui si offre di scrivergli un messaggio per spiegargli la situazione.

Appena arrivo a casa controllo il cellulare per la decima volta ma Kevin non si è ancora svegliato.
Mia madre e mio padre non ci sono, saranno sicuramente da mio nonno, mia sorella invece dorme ancora.
Prendo dei vestiti puliti dall'armadio e vado a farmi una doccia.
L'acqua calda mi rilassa i muscoli ma non la mente.
Cosa significa il fatto che io da ubriaca abbia parlato tutto il tempo di Kevin? Ho paura di innamorarmi di lui, ma forse devo ammettere a me stessa di esserlo già..

Finalmente mi ha risposto "non ti preoccupare, tanto io e Alice non stiamo insieme"
"Kevin sono io, scusami, non so perché l'ho fatto"
"Non fa niente però devo confessarti una cosa, ci sono rimasto parecchio male quando ho visto la foto."
Sospiro, prendo coraggio e scrivo ciò che non avrei mai pensato di scrivergli.
"Devo confessarti una cosa anche io: è vero, è proprio quando stai attento a non perdere la testa che probabilmente l'hai già persa.
E io, dopo due mesi che ti conosco, ho capito proprio stamattina di averla persa.
Volevo cercare di essere razionale e, per una volta, dovevo farcela. D'altronde si soffre di meno se si fa tacere il cuore e si da ascolto alla testa.
Però sai, ho fallito.
Mano a mano ti sei fatto spazio nel mio cuore, hai spazzato via la polvere e hai deciso che, infondo, pulito non è poi un posto così brutto.
Avevo paura di ritornare ad amare, credevo che non sarebbe più successo o, perlomeno, non ora.
Invece è successo eccome e non me ne sono neanche accorta.
Da quando ti conosco la scuola non è un posto così brutto e il lunedì non è poi tanto lunedì, il mare è bello anche se non è più estate e il sole c'è anche se è coperto dalle nuvole.
Insomma, ci sarebbero mille parole, mille metafore e mille bei discorsi per dire quello che sto per dirti, ma nessuno di questi rende meglio l'idea come quelle due paroline: ti amo.
Si ti amo anche io, Kevin."
Leggo e rileggo il messaggio in attesa della sua risposta, cavolo.
Non ci siamo detti ti amo guardandoci negli occhi, io non ne avrei avuto il coraggio lui non so.
La sua risposta arriva "oggi vengo da te, devo vederti."

Passo tutta la mattinata cercando di non farmi illusioni, tanto è impossibile che venga davvero, non sa neanche la strada.
Però, passo comunque un'ora a decidere cosa indossare nell'eventualità, infondo non si può mai sapere.
"Dove devi andare oggi?" Mi chiede mia madre che passa per caso dalla mia camera.
Le dico che non devo andare da nessuna parte, semplicemente vado in villa con Angela, Marta e Ilaria.
Alla fine è la verità, ho solo deciso di omettere un dettaglio.

Guardo l'orologio che segna quasi le quattro e io sono vestita e truccata.
Esco di casa e raggiungo la villa dove incontro Angela e Ilaria, nel frattempo arriva un messaggio di Kevin "Mandami la posizione che sto venendo".
Divento un mix di gioia e agitazione e poi faccio quello che mi ha chiesto.
"A tra poco"
Per ingannare il tempo racconto tutto alle altre, della festa di ieri sera, della foto, della confessione di Kevin e della mia. Mi sembra di raccontargli il riassunto di un film.

"Ma ancora deve arrivare? Saranno passate due ore"
"No Alice, non è passata neanche mezz'ora" risponde Ilaria.
Poi, infondo alla strada, vedo spuntare un motore: è Kevin. Aspetta, ha un bambino dietro di lui?
Appoggia il motore sul muro di una casa e mi raggiunge.
Indossa un paio di jeans, il napapijiri rosso e una maglia nera con dei disegni bianchi che si scorge dalla cerniera un po' aperta del giubbotto.
Saluta me con un bacio a stampo, poi saluta le mie amiche.
"Ma perché avevi un bambino seduto dietro?" Gli chiedo.
Mi spiega che appena entrato nel paese aveva chiesto a lui indicazioni su come arrivare in villa, allora il bambino gli ha risposto che doveva venire qui, allora hanno barattato un passaggio in cambio di indicazioni stradali.
Io e le mie amiche ci mettiamo a ridere, poi io e Kevin andiamo a sederci sui gradini un po' distanti da loro.
Parliamo tanto, parliamo di tutto finché non fa buio: parliamo di quando ci siamo conosciuti, parliamo di quando abbiamo scambiato la prima parola, dei nostri sentimenti e ci baciamo, ci baciamo tanto.
"Che poi alla fine, teoricamente non siamo fidanzati, ma è come se lo fossimo" gli faccio notare.
"Vuoi sentirtelo chiedere ufficialmente?"
Io annuisco
"Bene, vuoi essere la mia ragazza"
"Si!"
Io di lui ho capito che è un tipo alla mano, simpatico,socievole, che se la cava a giocare a pallavolo, che bacia bene e che mi ama. Lui di me ha capito che non so giocare a pallavolo e che lo amo.
Mi prende tra le sue braccia e mi bacia ancora una volta. Finalmente sono a casa.

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