Capitolo 8

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E anche questo Natale è arrivato, non è una festa che mi piace particolarmente anzi, in genere non vedo l'ora che passi.
Le luci, le famiglie felici e i bambini spensierati mi mettono tanta tristezza, mi ricordano la mia infanzia, quando mi preoccupavo soltanto di aver fatto la brava abbastanza che altrimenti Babbo Natale non mi avrebbe portato i regali.
Ora invece è tutto diverso, ogni Natale è una lite in famiglia a causa di mio padre e del suo vizio di bere sempre esageratamente.

Appena arrivo a casa di mia zia do gli auguri a tutti i parenti e poi prendo posto a tavola. "beh, il fidanzato dov'è?" Chiede mio zio. Ecco la solita domanda, ti pareva che potesse mancare? Rispondo che è a casa con i suoi parenti, esattamente come noi, e che stasera ci vediamo.
Mangio una buonissima lasagna e poi il rosbif per secondo, è la specialità di mia zia. Intanto ingoio anche la rabbia e la delusione non appena capisco che questo Natale sarà esattamente come tutti gli altri: mio padre ha già bevuto tanti bicchieri di vino ed ha cominciato a parlare a sproposito. Io, mia madre e mia sorella ci affrettiamo a mangiare per poter andare a casa il prima possibile, vorrei tanto piangere. Perchè il mio Natale non può essere come quello di tutti gli altri ragazzi della mia età?


Quando arriviamo a casa i miei cominciano a litigare e mia sorella si chiude in camera, non riesco più a sopportare tutto questo, non oggi.
"Mi fate schifo!" Urlo e poi inizio a piangere.
Mio padre inizia a dare la colpa a mamma, dice che è tutta colpa sua perchè ha da ridire sempre su tutto.
Io lo interrompo, oggi non starò zitta. "E' solo colpa tua. Ogni Natale finisce sempre con mamma che piange e che sta male solo perchè tu non riesci a controllarti, solo perchè non te ne rendi conto del male che ci fai bevendo. Non sappiamo più che vuol dire essere felici, felici per davvero, perchè tu rovini ogni festa, rovini sempre tutto."
Ho il respiro pesante, mi gira la testa e le lacrime rigano le mie guancie.
Mia madre mi guarda comprensiva, mio padre invece non sa che dire, io stringo i pugni ed esco di casa sbattendo la porta.
Invio un messaggio a Kevin "tra quanto vieni, ho bisogno di te".
Mi risponde dopo qualche minuto "sto partendo ora, arrivo subito piccola".
Mantiene la sua promessa e in poco tempo mi raggiunge.
Sono sollevata nel vederlo è il mio risvolto positivo in questa pessima giornata.
Vieni incontro a me aprendo le sue braccia e io lo raggiungo incastrandomi perfettamente con il suo corpo.
Scoppio a piangere e lui mi stringe forte.
"Che succede piccola?"
Gli racconto tutto ed è la prima volta che mi fido così tanto di una persona, gli racconto di mio padre ed ora lui è l'unico a custodire questo mio segreto.
Mi asciuga le lacrime e mi bacia la guancia "ora ti porto a mangiare qualcosa, ma prima ho qualcosa per te."
Apre il sellone del motore e tira fuori un pacco con la carta regalo un po' stropicciata, sa sempre come strapparmi un sorriso.
Lo apro: è una felpa obey nera con la scritta rossa e mi si illuminano gli occhi.
"Non so come dirti grazie, davvero" e gli salto addosso.
* * *
Chiacchieriamo di fronte ad una Napoli e una quattro stagioni.
Gli ripeto quanto sono felice del fatto che lui sia qui, poi azzardo una proposta.
"Puoi smettere di fumare?"
Per un attimo mi guarda senza dire nulla e penso che forse ho un po' esagerato a chiedergli una cosa del genere.
Poi però annuisce e sul suo viso compare un sorriso luminoso.
Sorridimi ancora.
"Ci proverò, te lo prometto" mi dice e poi stampa un bacio sulle mie labbra.
Ci riuscirà, so che la manterrà questa promessa.

Sorridimi ancora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora