Prologo

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Avevo nove, forse dieci anni adoravo camminare mano nella mano con lei. Ed eccoci al luna park, finalmente arrivato in città dopo tanti mesi. Mamma e papà mi ci portavano spesso quando ne avevano la possibilità. Con papà adoravo entrare nella casa degli specchi, dove lui finiva sempre per fingere di perdersi, spronandomi poi ad aiutarlo a cercare l'uscita in stile Indiana Jones. Con mamma invece, la meno paurosa dei due, entravo nelle case stregate, per poi uscirne scoprendo di essere stata immortalata intenta a coprirmi gli occhi con le mani, mentre lei, prendendomi in giro, mi ripeteva per l'ennesima volta quanto fosse finto tutto ciò che avevo appena visto li dentro. A fine giornata, dopo aver preso un dolcetto, non poteva di certo mancare il giro sulla ruota panoramica. Da lassù si riusciva a vedere tutta la città e, mentre io e la mamma osservavamo quanto sembravano piccole le case all'orizzonte, mio padre dal basso ci scattava fotografie.

All'improvviso il tempo non sembra più così bello però, delle nuvole scure hanno iniziato a riempire il cielo, ad un tratto un rumore metallico attira la mia attenzione, la postazione dove siamo non sembra stabile. Comincio a guardarmi attorno spaventata, un altro cigolio. Di punto in bianco si inclina, io mi volto, mamma non c'è più.

Apro gli occhi e sono a casa. Sudata e con il fiato corto ma tra le coperte del mio letto. Cerco di rilassarmi pensando ad altro ed evitando l'ennesimo attacco di panico. Il mio respiro torna regolare e successivamente volgo lo sguardo verso l'orologio: le 06.10, è ora di alzarsi.

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