8.

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Le fotografie mi cadono di mano, così come il libro, mi chino più volte per raccoglierli.
Improvvisamente la vista comincia ad offuscarsi, la gola si stringe, e comincio a sentire la pelle d'oca ed il sudore freddo lungo la nuca.
Aria. ho bisogno di aria.
Esco dall'abitazione con passo svelto ma incerto infilando tutto quanto in maniera confusionaria nello zaino, so cosa mi sta succedendo, è un attacco di panico in piena regola.
Salgo sulla bicicletta e inizio a pedalare cercando di mettere quanti più metri possibili tra me e il luogo dove mi trovavo fino a qualche minuto fa. Non ho una meta, ho solo bisogno che l'aria mi accarezzi la pelle tutt'altro che dolcemente. Ho bisogno che qualcuno mi svegli. Devo svegliarmi da quello che può sembrare un incubo, oppure uno scherzo davvero di pessimo gusto.
Ho il fiatone, devo fermarmi. 
Freno e prendendo il telefono tra le mani attivo il gps, 5 chiamate perse tra cui due di Rayan e tre di Maddison ed i soliti messaggi preoccupati di papà: "tutto bene oggi a lavoro?", chiudo la sua chat aprendo quella di Rayan inviando un solo messaggio "M10". 
Rimetto il telefono nello zaino e mi siedo su una panchina di quello che sembra essere un parco, 
Bene, per loro sarà più facile trovarmi.. Dopo circa venti minuti vedo sfrecciare una macchina a pochi metri di me e scendere al volo Maddison preoccupata
-Magnitudo 10?? Ma cosa porco cazzo succede qui??-
ma poi mi vede, la sua preoccupazione si aggrava accorgendosi del mio pallore e tremore, sono seduta con la testa tra le mani e fisso un punto inconsistente con aria concentrata, Rayan mi si siede vicino e mi parla
-Ok S, concentrati sul tuo respiro, dentro e fuori, dai che così va bene-
Maddison mi si affianca accarezzandomi incerta la schiena.

-Il peggio è passato ragazzi, ora va meglio davvero- mi esce in un debole sussurro, ma credo che in realtà sia una cosa che sto cercando di ripetere più a me stessa che a loro, asciugo le guance e bevo dell'acqua fresca, bagnando la fronte e la nuca per poi passare il mio zaino ai ragazzi.

Ed ecco che, passando in rassegna gli oggetti recuperati dall'indirizzo datomi da Ry, i loro volti si fanno via a via sempre più scuri, si guardano negli occhi preoccupati e allora decido che è arrivato il momento di raccontare l'intero accaduto.

Tensione, solo paura di poter dire qualcosa di sbagliato, sono queste le cose che riesco a percepire dai ragazzi; carico la bicicletta sulla macchina di Rayan e sospiro sedendomi sul sedile posteriore dell'auto,
-Tu stasera da sola non ci resti.- le parole di Maddison spezzano il silenzio e quasi mi fanno sorridere, ma vista la situazione nemmeno io sono particolarmente entusiasta di passare il resto del pomeriggio in giro da sola sapendo di essere osservata in quel modo.
Ritornando sulla chat di mio padre rispondo al suo messaggio dicendo che al lavoro era andato tutto bene, a parte le solite freddure agghiaccianti di Chuck e avvertendolo che sarei rimasta a dormire da Mad per sistemare delle pratiche universitarie di alcuni corsi in comune; parzialmente un'enorme bugia direi. Tranne per la questione degli "alcuni corsi in comune", quelli li avremmo avuti davvero, solo, non in questo caso. La risposta di lui mi tranquillizza, avrebbe fatto tardi per una cena di lavoro, mi mandava un bacio e mi ricordava di salutare e ringraziare Maddison e i suoi genitori.


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