Rigiro la sigaretta tra le dita sovrappensiero e chiedendomi per quale motivo delle mie fotografie potessero trovarsi in una casa abbandonata di periferia. Improvvisamente riprendo le fotografie di me e mia madre sospirando.. Mi manchi sai..? Un sorriso amaro mi spunta sul volto..
E' incredibile come il cervello rimuova determinate cose quando si perde una persona, ma ne imprime altre nel tuo cervello in maniera indelebile, come l'odore dei pancake che ci preparava il sabato mattina, oppure l'odore sui suoi vestiti che rimanevano addosso dopo un abbraccio.. Spero di non dimenticarli mai..
Dopo un paio di mesi di università ero riuscita a capire quali corsi fossero da seguire e quali invece no, in questo modo mi sarebbe stato molto più semplice trovare il tempo per studiare o fare qualche ora in più da Chuck, anche se cominciavano a pesarmi le ore poco retribuite.
Le giornate sembravano tutte uguali, ma nessuna nuova sorpresa, nessuno psicopatico si era presentato alla mia porta lasciando pacchi a sorpresa per me (e grazie al cielo) nessun paparazzo si era più degnato di farsi vivo con delle mie fotografie minatorie.Maddison e Ryan li vedevo poco, impegnati anche loro a studiare per i primi probabili "compitini universitari", o almeno, questa era la loro versione ufficiale, la verità era che con la loro nuova storia d'amore volevano, e giustamente, un po' di tempo per loro, e per abituarsi l'uno alla e nella vita dell'altra. A pensarci mi ritrovavo a sorridere, finalmente non avrei più ascoltato le campane di entrambi che mi dicevano quanto uno fosse un "tenero orsacchiotto" (si esatto, ora immagino avrete la mia stessa espressione) e l'altra una "virile donna inconquistabile" (in questo caso non credo ci sia un espressione descrivibile da parte mia); l'importante per me era che entrambi fossero felici.
Non ho più incontrato il misterioso ragazzo dell'aula di sociologia in terrazza, probabilmente incontrandomi li avrà pensato di aver invaso un territorio già conquistato. Un po' delusa dalla cosa mi dirigo alla mensa a recuperare un budino al cioccolato e vado a sedermi sugli spalti del campo all'esterno. Una decina di minuti dopo ecco i ragazzi entrare in campo e azzuffarsi sulla palla.
Si, decisamente, non li capirò mai , rischiare i denti per un pallone che rotola sulla superficie di un pianeta che ruota a sua volta attorno a qualcos'altro di sferico sembra troppo paradossale e ironico per me,
''o forse tu saresti semplicemente troppo pigra per farlo'' ,
la vocina nella mia testa ci aveva preso,
"Ok, 1 a 0 per te cara."Notai che un ragazzo arrivare in ritardo, indossava una felpa blu e bianca con la scritta "Eagles" sulle spalle. Capelli neri e occhi blu piuttosto vispi, ma al tempo stesso glaciali, e mentre ero intenta ad osservare il fisico ben messo ecco qualcun altro salire sugli spalti
-Scusa, posso sedermi?-
Ormai sembrava una vecchia battuta,
-Certo, fino a prova contraria non sono ancora la proprietaria qui-
un sorriso mi venne spontaneo e il ragazzo si ritrovò a ricambiare
-Sei qui per qualcuno?-
Mi acciglio mostrando la mia tipica espressione a punto interrogativo
-Ah si, certo, come non potrei.. per il mio budino!-
Scoppiammo entrambi a ridere ed il biondino mi porse la mano:
-Comunque io sono Josè, ma puoi chiamarmi Jo in realtà, ma il mio nome per intero non mi fa impazzire.. è troppo.. etnico ahah-
La sua espressione mi fece pensare alla faccia dei miei parenti quando per la prima volta hanno sentito come mi facevo chiamare in giro per evitare il mio nome per esteso
-Samantha, ma preferisco Sam, piacere..-
-In realtà frequentiamo insieme il corso di igiene applicata credo, sei una persona piuttosto sfuggente!-
Mer...coledì, probabilmente ci eravamo già presentati, ma la mia incapacità nel ricordarmi i nomi continuava a farmi fare figuracce.
"Dovessimo basare la salvezza della terra sulla tua memoria saremmo già condannati tutti. "
"Pff, come al solito non riesci a non intrometterti nei miei affari eh?"
-Giusto! Josè, quello che ha saputo rispondere alla domanda in classe sui vaccini tetravalenti!-
-L'unico ed il solo!-
"Salvata in corner tesoro"
Lo vidi gongolare ed acclamare una finta folla con fare teatrale e scoppiai a ridere di gusto, poco dopo ci raggiunse un ragazzo che salutò Jo con un tenero bacio sulle labbra
-Ehi tesoro, Maria è già entrata in campo?-
Il mio sguardo corse subito al gruppetto di cheerleader a bordo campo
-Eh no Sam, stai guardando nella direzione sbagliata, mia sorella è il numero 13, quella che ha appena preso la palla e sta correndo verso ovest-
Il mio sguardo corse nella sua direzione, avevo sentito dire che quest'anno una ragazza fosse riuscita ad entrare in squadra, ma con tutta quella corazza addosso non sono nemmeno riuscita a capire che quella fosse una ragazza! Le vidi prendere la palla all'avversario e correre via ad una velocità spaventosa, con tanto di linguaccia e dito medio al componente della squadra avversaria dell'amichevole. Segnato il punto le vidi togliersi il casco ed esultare a piú non posso con una danza piuttosto buffa. Aveva lunghi capelli scuri ed grandi occhi nocciola proprio come suo fratello.
Alla fine della partita mi invitarono con loro a prendere qualcosa da bere al "The Crow", un posto poco lontano dall'università.
Non era niente male. Proprio no.
"Sto quasi pensando di darti il permesso di urlare""Solo perché urleresti con me"
"Beh cara, io sono te."
Entrando la mia attenzione fu subito catturata dal bancone e da tutti quei.. libri! Un uomo sulla quarantina ci salutò ridacchiando sotto i baffi continuando a lucidare dei bicchieri con un panno, aveva capelli ed occhi scuri . Mi guardai attorno studiando ogni minimo dettaglio di quel locale, ogni cosa lì sembrava aspettare di essere abbracciata con lo sguardo: tavoli quadrati a posti di quattro erano suddivisi su due sale, separate da una lunga parete di scaffali pieni di libri di tutti i generi, storici, classici, fantasy.. ma non solo! Anche le pareti attorno erano più o meno simili, in alcuni punti i muri lasciavano posto a piante e vetrate, da cui la luce delle ultime ore del pomeriggio entrando finiva per rendere l'ambiente ancora più accogliente, per non parlare della luce calda che il proprietario aveva cominciato ad accendere con l'avvicinarsi della sera.
Avendo già deciso quale sarebbe stato il mio tavolo preferito, sorrisi ai ragazzi e mi sedetti, sapendo già che avrei ordinato qualcosa di caldo: un cappuccino alla cannella.Scoprii presto che come me Maria e Josè si erano trasferiti lì da un paesino per poter frequentare la facoltà e che avevano origini Spagnole, Mentre il ragazzo di Josè, si chiamava Davide e aveva origine italiane.
-Mi raccomando di aspettiamo alla serata tra due settimane allora, spaghetti al pomodoro e paella!-
Non potei fare a meno di sorridere andando verso la cassa per pagare il mio cappuccino, per una volta il mio essere "topo da biblioteca" aveva fatto una buona impressione.-Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo all'universo ho ancora dei dubbi...-
-E' una citazione di Einstein?-
L'uomo sorrise e vidi gli angoli dei suoi baffi volversi ancora più verso l'alto. La camicia bianca ed il gilet gli davano un'aria piuttosto seriosa, d'altri tempi, assolutamente in contrasto con il suo sguardo da profondo sognatore malinconico.
-Signorina domani sarebbe libera per un paio d'ore di prova?-
-Un paio d'ore... di prova...?-
Porgendomi il resto mi lasciò un biglietto da visita con un recapito: Edgar Poe Quarles
-Mi chiami qualora non avesse intenzione di venire o avesse dei problemi a presentarsi qui per le 14.30 di domani-
detto questo mi rivolse un occhiolino e prendendo dei libri abbandonati al bancone si diresse verso gli scaffali della libreria per rimetterli al loro posto.Quella sera mi incamminai verso casa con il sorriso sulle labbra e piuttosto spensierata, ma sapevo che la cosa non sarebbe durata, sul ciglio della porta sentii infatti mio padre discutere al telefono
-No, ti ho detto che non ci penso nemmeno, hai una vaga idea di come potrebbe reagire?! E cosa diavolo dovrei dirle e raccontarle? Che hai avuto da fare in tutti questi anni?-
Iniziai ad inserire le chiavi nella serratura e lo sentii chiudere in fretta la telefonata liquidando con poche parole la persona all'altro capo del telefono.
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Another
AdventureSono nata come una storia qualunque, in una giornata piena di pensieri, con un tempo di quelli da passare con una cioccolata calda e una coperta sul divano.. E non aspetto nient'altro se non di essere letta da qualcuno. (Spero che la storia vi piacc...