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A metà settembre per fortuna il tempo è ancora dei migliori. Slaccio la felpa e tiro su le maniche a livello del gomito impostando sul lettore musicale la prima canzone della mia playlist: "Monster" degli Imagine Dragons. Decido di raggiungere il "solito posto" a piedi, camminare non mi dispiace. Durante la passeggiata mi guardo attorno soffermandomi ad osservare i vari condomini presenti nella via, alcuni più curati, altri meno, biciclette trasandate appoggiate ai muri e donne casalinghe affacciate alla finestra, intente a stendere la roba appena uscita dalla lavatrice.
Arrivata a metà della playlist sono quasi a destinazione, superato l'ultimo paio di curve, una breve salita e qualche scalino mi portano sul tetto di un vecchio edificio in parte fuso con l'ambiente naturale circostante. Ed ecco che entro in uno spazio completamente diverso da quello precedente. Un piccolo sentiero di mattonelle si fa strada con una copertura formata da rami intricati. Tutto ciò è solo il preambolo di ciò che troverò dopo: uno spazio semi abbandonato, che prima doveva essere usato in ambito educativo, per l'asilo sottostante oramai dismesso.

Mi siedo sull' ardesia di un gradone e, appoggiando la schiena contro il murales alle mie spalle e aspetto Maddison. Socchiudo gli occhi gustandomi il torpore del sole sulla pelle, improvvisamente qualcuno si posiziona di fronte a me e capisco che Maddison è arrivata.

Apro gli occhi e i suoi color nocciola si fissano nei miei, con molta calma tolgo le cuffiette dalle orecchie, prima una e poi l'altra, mentre Maddison prende posto al mio fianco. Mi volto verso di lei incrociando le gambe, occhiaie scure segnano il suo viso pallido e lo sguardo è freddo, vuoto. Merda. Deve aver passato una notte d'inferno.
-Di che si tratta? -
-Dei miei genitori Sam-
non ero sicura se il tempo ci sarebbe bastato, erano le 7.30 e di lì a poco più di un ora ci aspettava la faccia del rettore che, parlando davanti a tutto l'istituto, avrebbe fatto il suo discorso speciale di "buon inizio" a tutti quanti.
-"Ok comincia dal principio"-.
Maddison sospira chiudendo gli occhi spostandosi il ciuffo di capelli ricci color castano malva da un lato all'altro del viso
–"Ieri sono andata da mio padre a trovarlo in ufficio.. io volevo fargli una sorpresa.. ma l'unica cosa che ho trovato era lui che si faceva la segretaria sulla scrivania.."-
Oh. Porco cazzo. Non sapevo bene come comportarmi, cosa avrei potuto dire dopo una dichiarazione del genere? Lei era impassibile, guardava fisso il panorama davanti a se, anche se in realtà non lo guardava affatto.
–"Mi dispiace davvero Mad. Ma tua madre ...?"-
sapevo che con lei era meglio parlare chiaro e in modo schietto
–"Mia madre non sa nulla, per ora."-
sapevo che per lei quel "per ora" significava qualcosa, qualcosa che non sarebbe durato a lungo. Frugò nella borsa e prese il pacchetto di sigarette portandone una alle labbra. Una volta accesa socchiuse gli occhi aspirandone avidamente il fumo. Fino ad ora per lei era sempre stata solo un'impressione, una paura, ma dopo ieri è diventato tutto quanto reale. Stufa di questo e di tutto il resto cercò disperatamente sollievo nell'unica cosa che, apparentemente, poteva darglielo: la nicotina.

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