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-"Un nuovo anno universitario. Mi aspetto grandi cose, da tutti voi. Ed è per questo che voglio augurare a tutti un buon inizio, impegnatevi, perseverate e otterrete dei risultati ..."-
Uno splendido ed ordinario discorso, tipico di un vecchio, annoiato ed abitudinario rettore.
Ed eccoci qui. Primo anno di college. Io e Maddison saremo nello stesso edificio, ma seguiremo lezioni diverse. Lei ha intenzione di laurearsi in architettura specializzandosi come architetto d'interni, le è sempre piaciuto progettare da zero le cose, ed è bravissima nella scelta dei mobili e ad abbinare colori quando si tratta di rimodernare una stanza. Per quanto mi riguarda ho intenzione di laurearmi in Psicologia, mi hanno sempre incuriosita il pensiero ed il comportamento umano in relazione a tutto ciò che lo circonda. Non sono molto brava nei rapporti interpersonali però me la cavo a capire le persone.

Uscita dall'aula magna dopo il lunghissimo "discorso di incoraggiamento", ed un inutile tentativo di rianimazione da parte della caffeina, decido di incamminarmi tra i corridoi dell'istituto.

Scalino, scalino, e indovinate un po'? Un altro scalino. L'unica cosa di somigliante all'attività fisica nella mia vita: le scale. Quest'università ne è piena, scale a destra, scale a sinistra, sembra di stare in un labirinto, di scale; in un certo senso mi ricordano un po' Hogwarts. Ma tenete d'occhio le scale, a loro piace cambiare! Sorrido divertita al pensiero della maratona dei film di Harry Potter, fatta con Mad, solo una settimana fa.

Lezione di sociologia generale, aula 23. Ok, non dovrebbe essere così difficile trovarla, le indicazioni dicono che si trovi nell'ala est dell'edificio, la parte che affaccia sul cortile, al terzo piano però. Dopo aver cambiato canzone sul mio ipod mi soffermo a guardare l'esterno del palazzo da una finestra del corridoio: le scale dell'entrata laterale terminano in un cortiletto munito di tavoli dove poter consumare il proprio pranzo fra una lezione e l'altra, il resto è circondato da uno spazio verde dove i ragazzi sono liberi di sdraiarsi a studiare sull'erba.

Riprendo a camminare e trovata l'aula prendo posto in 4 fila restando sul lato delle finestre, noto come tutti cerchino di interagire, comunicare tra loro, mentre io mi ritrovo a togliere le cuffie dalle orecchie, solo poco prima che il professore entri in aula.

–"La sociologia è la scienza che ha per oggetto i fenomeni sociali indagati, nelle loro cause, manifestazioni ed effetti, nei loro rapporti reciproci, ed in riferimento alle forme di vita generali"- ed ecco un'altra definizione del professor Anderson, in poche parole è si riferisce allo studio scientifico della società e dei rapporti sociologici dei suoi componenti, appunto soddisfatta la mia semplificazione accanto a quella del professore prima di notare un "buongiorno" sussurrato da qualcuno entrato in aula in ritardo, la mia attenzione ricade su un ragazzo dai capelli castani e gli occhi scuri che si appresta a raggiungere in fretta gli ultimi banchi. Mi volto a guardarlo accigliata notando che ha ancora il paio di cuffie appoggiato sulle spalle, ma che si appresta in fretta a riporre nello zaino, e sorrido allora non sono l'unica.. poi intercetta il mio sguardo fra la gente.. un mississippi, due mississipi, tre mississipi, sbatto le palpebre mantenendo il controllo, per voltarmi ed assicurarmi di non essermi persa niente di importante.

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