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Ventiminuti. Sono venti minuti che aspetto Maddison per pranzare, ho trovato un tavolo vicino ad un albero, non ha una posizione centrale, quindi è proprio perfetto per me. Con il telefono in mano comincio a digitare un messaggio con le dita: "Ma dove diavolo sei finita?", sbuffo immaginando senza nessuna idea di che fine abbia fatto la ragazza dagli occhi nocciola, poco prima di premere invio però qualcosa cattura la mia attenzione, dei passi lenti nella mia direzione, alzo lo sguardo sperando nei capelli color malva, ma al loro posto ritrovo un paio di occhi neri che inghiottono tutto, tutto quanto:
- Qui c'è posto? - alzo un sopracciglio volgendogli il mio sguardo perplesso di rimando e noto il suo disagio,
- Certo, Lola, Lisa fate posto avanti.. – mi osserva con occhi indecifrabili, mentre gesticolo enfatizzando ironicamente il fatto che al tavolo ci sia solo io, dopo un minuto di silenzio ecco un mezzo sorriso da parte di entrambi.


Prende posto dall'altra parte del tavolo posando i suoi libri ed il pranzo, il tutto specularmente a dove mi trovo io, con la coda dell'occhio noto un paio di cuffie azzurre sbucare da una delle tasche dello zaino, e poi noto il resto ... molti dei ragazzi e delle ragazze lo guardavano, no, il termine giusto è squadravano con un misto di stupore e timore. Summer's cold and, I am broke man, and my bills don't wait, mami's angry,club is old and, I'm born too late.. Ad un tratto la suoneria del mio telefono attira la mia attenzione, è la terza chiamata quella mattina e dopo le prime due ricevute a lezione palesemente ignorate decido di rispondere
-Pronto?-
Dall'altro capo del telefono nessun rumore, se non dei fruscii, poi successivamente e facendo attenzione ne seguo la delicata ritmicità e capisco che non sono rumori qualsiasi, sono dei respiri.
- Pronto??-
Attendo nuovamente una risposta, che però non arriva,
- Mi scusi ma credo che abbia sbagliato numero. -
riattacco con il cuore in gola restando a fissare l'apparecchio elettronico per poi infilarmelo nella tasca della felpa, era già la dodicesima telefonata simile nelle ultime due settimane.. prendo un foglio cominciando a scarabocchiare e ricopiando un paio di cose, mentre il ragazzo al mio tavolo, alla fine del suo secondo sandwich al prosciutto, cominciava ad osservare sconsolato gli appunti della giornata. Mi preparo di fretta riponendo tutto nello zaino, -sono un paio di cose che penso potrebbero esserti utili – appoggio il foglio sul tavolo un po' più vicino a lui e, notando il suo sguardo quasi scioccato alla consegna di una parte dei miei appunti di sociologia, non aspetto una risposta, saluto frettolosamente con un debole cenno della mano mi avvio verso il parcheggio.
Recuperando il telefono dalla tasca digito un ultimo messaggio alla 'piccola testa di malva': "È successo ancora, io sto andando da Rayan, ci vediamo li".

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