III

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Erano seduti accanto ad una colonna sull'ultima panca della fila, dietro al resto della classe che era intenta ad ascoltare la guida turistica davanti a tutti. La ragazza stava illustrando le diverse parti di quella magnifica chiesa, una delle sette meraviglie del mondo, usando la terminologia adatta; si fermava per spiegare se qualcuno non capiva, ma anche per capire quanto il suo pubblico fosse attento. Ed erano fortunatamente tutti più o meno attenti, eccetto lui. A lui non interessava né la chiesa, né nessuna delle meraviglie del mondo, né la verifica che avrebbe seguito la visita di quella mattinata, ma lei.

La guardava. Non la vedeva soltanto, la guardava, cercava di cogliere in lei ogni minimo particolare come se non potesse più stare con lei per il resto della vita, come se stesse per partire lontano o morire. Oserei dire che la stava divorando con lo sguardo, se non è un termine troppo rude in contrasto all'infinita dolcezza che involontariamente ci impiegava. Era uno sguardo colmo di amore, forse anche con un po' di buona e sana malizia ed ossessione, ed era esattamente ciò che ogni donna richiede, a cui più ambisce: quello sguardo, che fa sentire splendida anche l'essere più ripugnante.

Delineava il suo profilo in adorazione, dalla testa alla mano occupata come appoggio alla testa, come se non ci fosse essere più bello e perfetto nell'universo, al di fuori di lei. E da come la amava, sicuramente per lui non c'era niente di meglio di lei.

Le teneva stretta l'altra mano, entrambe appoggiate sulla gamba di lui quasi a convincersi di averla veramente a fianco, che non se ne sarebbe andata nel giro di poco. Accarezzava con le dita quel pezzo di paradiso personale che aveva in mano, e idealmente anche l'idea che la ragazza al suo fianco era finalmente la sua fidanzata. Finalmente l'aveva conquistata, era sua, ce l'aveva fatta, perché se ne sarebbe dovuta andare? "Perché dovrei darle motivo di andarsene?" pensava. Per troppo tempo l'aveva amata più o meno di nascosto, troppi i momenti di rabbia e gelosia nel vederla con qualcuno che non era lui, nel sapere che si era donata per la prima volta a un ragazzo che si era rivelato immeritevole di qualsiasi ragazza, perché ancora tanto immaturo, perché non le aveva donato le giuste attenzioni degne di un qualunque uomo che si rispetti.

Ora che lei si era finalmente decisa a guardarlo nella prospettiva di un possibile fidanzato e non nei soliti panni dell'amico, ora che era uscito dalla maledetta friend-zone, non avrebbe fatto l'errore di lasciarsela scappare agendo d'istinto e affrettando i tempi. Sarebbe stato al suo passo, avrebbe fatto decidere a lei come andare avanti nella loro relazione, sapendo che prima o poi sarebbe arrivato il momento giusto per ogni cosa. Anche per fare l'amore per la prima volta.

{ME,MYSELF&I}
Ho fatto la cazzata di scrivere altro dopo il primo testo, e adesso eccomi qui a buttare giù idee che fanno pena. Mi dispiace, ma la bellezza e la bravura che alcuni hanno declamato nel primo one shot è stata casuale e fortuita.
Molto probabilmente smetterò di fingermi una qualche scrittrice, cancellerò tutto e pubblicherò un libro a parte solo del primo componimento. Non ci so fare.

Mi scuso per avervi rubato del
tempo prezioso per leggere i miei obbrobri.

FARMAKON

PS: GRAZIE MILLE mystifique per la copertina!

Pensieri Confusi Di Una Mente Contorta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora