Sentii due labbra appoggiarsi alle mie e, riconoscendole, approfondii il bacio. Riccardo, ecco chi poteva essere. Immaginai chi potesse averlo avvisato, e ne ebbi la conferma quando mi girai per guardare i miei genitori. Mi avevano fatto una sorpresa, sorridevano soddisfatti nel vedermi felice.
Guardai il mio ragazzo. Aveva sofferto molto per me negli ultimi tempi, e il suo corpo pareva urlasse per il dolore: occhiaie evidenti causate dalle poche ore di sonno, il volto scavato di chi aveva mangiato poco, la pelle opaca e più pallida del solito. Il senso di colpa dovuto all'incidente autostradale in cui eravamo stati coinvolti e che mi aveva costretto a stare in ospedale per un mese, la paura di perdermi e la rabbia con se stesso l'avevano tormentato non poco. Aveva però quel bagliore negli occhi tipico di chi vede che la luce in fondo al tunnel esiste e di chi osserva la persona amata.
Assurdo, erano anni che stavamo insieme e mi guardava ancora come se fossi la persona più importante della sua vita.
Mi consegnò un mazzo di girasoli, i miei preferiti, che aveva precedentemente nascosto dietro la schiena, facendomi saltare dalla felicità. Inutile dire che erano bellissimi.
Uscimmo a prendere un gelato e passammo il resto della giornata come se non fosse mai accaduto nulla, anche se era evidente che il senso di colpa lo tormentava ancora, nonostante stessi bene. Decidemmo poi che il giorno seguente mi avrebbe accompagnato all'uscita fuori da scuola per fare una sorpresa alle mie compagne di università, che mi avevano fatto visita ogni volta che potevano, aggiornandomi sempre sulle ultime novità della nostra piccola comunità chiamata "classe".
Esattamente come ogni Mercoledì, andai a casa sua a dormire, e anche lì venni accolta con grandi feste, con tanto di torta e pasticcini. I suoi genitori adoravano la mia famiglia, e noi loro, ma non avrei mai pensato che avrebbero mai festeggiato il mio ritorno a casa così in grande. Era proprio cara gente.
Quella sera, però, abolimmo però l'abituale film per andare in camera e stare ancora un po' soli. Mi era mancato terribilmente anche lui e la sua famiglia, ed ero sicura che il sentimento era reciproco. Dopo qualche ora mi addormentai tra le sue braccia indossando una sua vecchia maglietta dei Ramones, una delle band che più ci piacevano. Mi addormentai con il sorriso, pensando a quando avrei rivisto le mie amiche e al fatto che avrei ripreso la mia solita vita quotidiana e, appena avessi potuto, anche l'università. Avrei avuto gli esami, tra qualche mese, e dovevo assolutamente passarli.
Strano ma vero, quella monotona vita che trascorrevo in casa - scuola - Riccardo e via così mi era mancata. Avrei ripreso tutto il più presto possibile.
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Pensieri Confusi Di Una Mente Contorta.
Short StoryIn quanto fuori di testa, questa è semplicemente una raccolta di storie brevi senza un filo logico che le colleghi. Non ci sono secondi piani della storia, critiche tra le righe o simili, vanno lette per come sono, senza chissà quale interpretazione...