CAPITOLO IV (R)✔ - Vecchie istantanee

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Mezz'ora più tardi, Alessandro e Giorgio si trovavano di nuovo in casa Poretti. Di fronte a loro, su una poltrona dai motivi floreali decisamente sgargianti, sedeva Nadia Celli, l'ex moglie di quest'ultimo.

Era una donna di bell'aspetto, dal portamento fiero e sicuro di sé. Li aveva fatti accomodare in salotto e dopo aver messo su il caffè era tornata da loro, accedendosi una sigaretta.
- Che è successo ancora? - chiese, mostrando subito una certa insofferenza nell'affrontare l'argomento.

Alessandro le spiegò a grandi linee i motivi per cui si trovavano lì, non tralasciando ovviamente il particolare che aveva fatto sì che il delitto del marito e quello avvenuto due giorni prima venissero collegati.

- Invicta? - chiese la donna, dopo essersi ripresa dallo shock delle informazioni appena ricevute - Che vuol dire? -

- È quello che stiamo cercando di scoprire, signora Celli. - rispose Giorgio - Che tipo era suo marito? - chiese poi, sporgendosi in avanti.

- Ex marito! Vuole sapere che tipo era? Lo stesso pezzo di merda che ho sposato vent'anni fa, né più né meno. -
Il volto di Nadia assunse un'espressione triste e amareggiata, che lei tentò di nascondere alzandosi e dirigendosi in cucina per togliere il caffè dal fuoco.

Alessandro non potè non provare pena per quella donna, che evidentemente, per nutrire tutto quell'astio nei confronti del marito, non doveva aver passato dei bei momenti in sua compagnia. Guardò Giorgio posare il block notes sul tavolino e poi rilassare la schiena sul comodo divano. Seguendo la direzione del suo sguardo, si ritrovò a osservare le pareti che li circondavano.
Oltre a un paio di tele da bancarella della domenica e a un calendario con l'immagine natalizia di due cuccioli di labrador, erano appese diverse cornici che ritraevano la famiglia Poretti in situazioni e momenti felici. Osservando con più attenzione si rese conto che in nessuna di quelle fotografie era presente il capofamiglia.
C'erano foto di una piccola Maria il giorno della sua nascita e in quello della sua prima comunione, una in cui, più grande, teneva sulle ginocchia le sorelline: due gemelle a occhio e croce. Immagini felici di madre e figlie al mare, e poi ancora in compagnia di una donna più anziana: probabilmente la nonna.

Che razza di uomo era Poretti per non meritare nemmeno di essere ricordato?

Quando un minuto dopo Nadia tornò, sedendosi e posando il vassoio sul tavolino basso davanti a loro, si rivolse a loro stringendo la sua tazzina tra le mani.
- Vi chiedo scusa, ogni volta che parlo di lui mi saltano i nervi e ora che credevo che tutto fosse finito arrivate voi. -

Alessandro bevve un sorso di caffè.
- È sempre stato un uomo violento, Nadia? - chiese, dando voce ai pensieri di poco prima.

La donna sollevò le spalle, sorridendo amaramente.
- Ci siamo conosciuti ai tempi del liceo, lui frequentava il classico e io lo scientifico. Erano nella stessa via, a una cinquantina di metri di distanza l'uno dall'altro. C'era un bar nella piazzetta in fondo alla salita e alla fine delle lezioni non era raro incontrarsi là dentro. Da lì, sapete... da cosa nasce cosa. Era il '96 e poco dopo rimasi incinta di Maria. -

Posò la tazzina vuota sul vassoio e dopo essersi accesa un'altra sigaretta continuò: - Era un attaccabrighe, un duro ed era anche molto bello. Era uno di quelli che a quell'età vedi come l'irraggiungibile rockstar e quando... quando lui cominciò a provarci con me non ci misi molto a cascarci come una pera. -

Alessandro annuì tristemente, osservandola spegnere la sigaretta, ormai arrivata al filtro, nel posacenere stracolmo.
- Ha mai sentito nominare un certo Nicola Vacchi? - chiese poi, arrivando all'argomento che li aveva portati lì.

La donna ci pensò su alcuni istanti, scuotendo infine la testa.
- Non mi pare, ma io non conoscevo per nome tutti gli amici o conoscenti di Lorenzo. È sempre stato geloso e possessivo, non potevo guardare né tanto meno sentire nessuno, se non volevo poi pagarne le conseguenze. -

INVICTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora