CAPITOLO X (R)✔ - La baia del silenzio

1.6K 147 347
                                    

I giorni successivi furono concitati.
Il questore aveva convocato Gatti, Barzagli e Ferro per fare il punto della situazione, raccomandando loro di tenere d'occhio gli spostamenti di Conti e di non perdere di vista Frau, il ragazzo che durante gli interrogatori aveva evidenziato un'agitazione crescente ogni qualvolta gli veniva domandato quale fosse il suo rapporto con le vittime.
Era importante e urgente trovare una pista valida da seguire, anche se sembrava di avere a che fare con un vero e proprio genio del crimine.
Non aveva commesso il minimo errore e considerando che aveva già messo in atto quattro omicidi, non si trattava certo di un colpo di fortuna.

I ragazzi che mancavano all'appello perché fuori per le vacanze, erano stati ascoltati, e un paio di loro avevano mostrato un atteggiamento poco collaborativo, se non addirittura ostile. Ma avevano alibi di ferro, quindi restava sempre e solo da capire il motivo di tanto mistero: i muri di quella scuola erano intrisi di omertà.

Un'omertà che usciva da ogni logica.

Giorgio e Martina, dopo la notte dell'arresto di Conti, non si erano più parlati, limitandosi a scambiare poche parole, sempre inerenti al lavoro e solo se strettamente necessarie.

Alessandro e Jessica, quella sera, si concessero finalmente un ritaglio di tempo tutto per loro.
I genitori dell'ispettore erano giunti in città, da Livorno, per passare qualche giorno con i nipotini e loro ne avevano approfittato per godersi una passeggiata tranquilla nella deliziosa baia di Boccadasse.
Settembre era alle porte e la brezza fresca che saliva dal mare, rendeva ancora più magica l'atmosfera di quel posto.

Dopo aver comprato due gelati, si sedettero sull'unica panchina libera nei paraggi.
- Mmh... ci voleva proprio! - mugolò Jessica, leccando con avidità la crema del suo cono.

- Hei! Hei... tieni a bada quella lingua! - la rimproverò Alessandro, fingendosi scandalizzato.

Il sorriso spensierato della moglie era la medicina più efficace che conoscesse. Le settimane appena trascorse, per lui, erano state fonte di grande stress e infinita stanchezza, ma il solo sapere che, una volta tornato a casa, avrebbe incontrato quei suoi occhi amorevoli e comprensivi, rendeva lo scorrere delle ore meno pesante. Anche quando la trovava già profondamente addormentata, gli bastava ascoltare il ritmo regolare del suo respiro e guardare i suoi capelli morbidi sparsi sul cuscino.

- Allora? Come procede con il caso? -
chiese improvvisamente lei, interrompendo il corso dei suoi pensieri.

- È un vero casino, Jes! Ci sono talmente tante persone coinvolte.
È tutto ovattato, sono sicuro che gli omicidi abbiano a che fare col bullismo, ma... se mi sbagliassi? -

Si alzò e si affacciò al muretto, dandole le spalle.

- Se avessi preso un abbaglio clamoroso! Se l'ossessione per la fine di Daniel mi avesse reso cieco a tal punto da portarmi su una strada completamente sbagliata? -

Jessica sospirò, abbandonando anch'essa la panchina per andargli vicino.
- Ale, tu hai sempre agito dando ascolto solo ed esclusivamente al tuo istinto, anche quando tutti ti davano contro e non hai mai sbagliato! -

Lui voltò la testa verso di lei.
- E se invece questa volta non fosse così? Mettiamo che sto sbagliando tutto! Quante altre persone dovranno morire? - concluse afflitto, tornando a guardare le acque sotto di loro.

- Tesoro, avanti! Smettila di farti tante domande, se questa vicenda per te diventerà un'ossessione, allora che a quel punto non avrai più la lucidità per poterla gestire e per vedere le cose per quello che sono.
Vivila come hai fatto per ogni altro caso, con concentrazione e impegno, ma senza che interferisca in modo così prepotente sulla tua vita! -

INVICTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora