Da ore ormai Giorgio era dentro al suo ufficio, chino sui documenti. Leggeva e rileggeva le deposizioni raccolte fino a quel momento, arrovellandosi il cervello in mille congetture.
La maggior parte dei soggetti sentiti aveva mostrato un evidente stato di disagio.Era palese che nascondessero qualcosa.
Sospirando cominciò a radunare i molteplici fascicoli che ricoprivano la scrivania, dando una veloce occhiata alla lista delle persone ancora da sentire. Ne mancavano due all'appello quel giorno e constatando che sarebbero arrivate dopo pranzo, decise di prendersi una meritata pausa. Cominciavano seriamente a bruciargli gli occhi, aveva bisogno di sgranchirsi un po' le gambe e soprattutto necessitava di alzare il livello di caffeina nel sangue.
Uscì dal proprio ufficio diretto al distributore nell'atrio, dove vide Martina chiacchierare amabilmente con Rossi, il tizio che si era intromesso durante la sua discussione con Maria Poretti.
Mentre si avvicinava lo squadrò da capo a piedi, infastidito.
Faceva parte della squadra mobile, le nuove divise li facevano assomigliare a tanti fotomodelli e a quanto sapeva le donne se li litigavano. Osservando poi la scena che gli si presentava davanti dovette constatare che, evidentemente, non erano indifferenti nemmeno alle colleghe.- Scusate! Dovrei bere un caffè, è possibile o devo prendere il numeretto? - chiese sarcastico, appena fu a pochi centimetri da loro.
Non essendosi accorti del suo arrivo, i due ragazzi sussultarono, per poi spostarsi di qualche passo per permettergli di servirsi.
Martina gli aveva a malapena rivolto uno sguardo distratto, continuando a ridere e scherzare col pompato collega come se lui non esistesse.
Ah, è così?
Attese in silenzio che il bicchiere si riempisse, dopodiché, voltandosi senza smettere di mescolare con noncuranza il suo caffè, si rivolse all'agente.
- Accidenti, Rossi, i miei complimenti! -Il ragazzo lo guardò confuso, sollevando seccato un sopracciglio.
- Sai... non avevo ancora notato quanto fossero virili queste nuove divise! Non si può certo dire che non ti si vedano i muscoli... -
Il tono era di evidente scherno e a Rossi non sfuggì, Giorgio se ne accorse dalla postura che l'agente aveva assunto: aveva infatti incrociato le braccia al petto, muovendo nervosamente la gamba destra.
- Uhm... per caso devi andare a dirigere il traffico davanti a un qualche locale per gli addii al nubilato? - continuò imperterrito sorridendo beffardo, indicandolo dall'alto al basso con la palettina del caffè - Perchè è evidente che non siano solo i muscoli ad essere in evidenza... - concluse allusivo, mordendosi le labbra per non scoppiargli a ridere in faccia.
- Che cazzo di problema hai, eh, Ferro? - grugnì il grosso agente, parandoglisi davanti.
Giorgio osservò soddisfatto le mani strette a pugno del ragazzo e la vena pulsante sul suo collo. Per nulla intimorito, bevve l'ultimo sorso, gettò il bicchiere nel cestino e sfilò una sigaretta dal pacchetto, portandosela sopra l'orecchio, dopodiché mosse un passo nella sua direzione, avvicinandoglisi pericolosamente, finché le loro fronti non si trovarono a pochi millimetri l'una dall'altra.
- No, amico, che cazzo di problema hai tu! Prima di tutto non ti ho autorizzato a darmi del tu. Sono un tuo superiore, non dimenticarlo! So che questo ti fa bruciare tremendamente il culo, ma è così, quindi esigo rispetto. Secondo poi, l'agente Bassi sta lavorando con me e con l'Ispettore Barzagli a un caso molto importante... cosa a cui tu, dubito potrai mai aspirare! Quindi vedi di girare al largo, ragazzino, qui noi abbiamo da lavorare! -
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INVICTA
Mystery / ThrillerAlessandro Barzagli e Giorgio Ferro sono due ispettori di polizia. Il primo: trentadue anni, una famiglia perfetta e una dedizione al lavoro quasi maniacale. Il secondo: ventiseienne affascinante, con un unico chiodo fisso. Le donne. Un semplice pos...