CAPITOLO VI (R)✔ - Cicatrici dell'anima

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Molte ore più tardi, i due ispettori sedevano nuovamente dietro le rispettive scrivanie. L'incontro con il padre della ragazza uccisa dallo stalker si era rivelato pressoché inutile, come d'altronde avevano previsto. Si trattava di un brav'uomo, un artigiano che lavorava dalla mattina alla sera. Le sue minacce verso l'avvocato erano solo figlie della grande disperazione per la perdita della sua amata bambina: non avrebbe fatto male a una mosca.

- Allora, Ale, ricapitolando. In questa lista abbiamo trascritto i nomi di tutti i compagni di classe delle due vittime. Dalle ricerche che abbiamo potuto effettuare è uscito fuori che: quasi tutti risiedono ancora in città, sono otto donne e dodici uomini, mentre per quanto riguarda la classe del fratello di Poretti, ci penseremo domani... a seconda della piega che prenderanno gli eventi. - Giorgio allontanò la poltrona dalla scrivania, stiracchiandosi pigramente.
- Non rimane che cominciare a convocare qui qualcuno di loro. -

Alessandro, dopo aver controllato l'ora sul telefono, si alzò.
- Ti dispiace pensarci tu, amico? Tra poco inizia la finale del torneo estivo di calcio di Leo e se non ci vado, Jessica mi stacca la testa! -

- Certo, vai tranquillo, devo solo dare i nominativi a Martina e poi levo le tende anche io. Dì a Leo di vincere. -

Una volta rimasto solo Giorgio si avvicinò alla finestra e accese una sigaretta. Guardando distrattamente verso il portone vide Martina rientrare dalla pausa in compagnia di una collega, e un'idea folle gli attraversò la mente.

Vediamo come te la cavi questa volta... agente!

Chiuse la finestra, tornando a sedersi e dopo aver atteso qualche minuto la chiamò nel suo ufficio. Dovette trattenere un sorriso quando, nemmeno dieci secondi dopo, la vide entrare.

- Allora, Bassi... - le disse con tono professionale, guardandola da dietro la scrivania - Qui hai una lista di persone da convocare a partire da domani, inizia dalle prime tre. Naturalmente non di mattina, visto che dobbiamo andare dal medico legale. -

In seguito si alzò, raggiungendola e porgendole il foglio. Il tutto senza smettere di fissarla dritto negli occhi, intenzionato più che mai a metterla in soggezione.

- Che c'è, Bassi, hai caldo? - le chiese con un mezzo sorriso divertito.

- Dio sì... volevo dire no! - si corresse subito lei, imbarazzata.

Giorgio inarcò un sopracciglio.
- Mi sembri nervosa. - continuò, facendosi più vicino. Molto lentamente.

Sorrise nel vedere come la ragazza tentasse in tutti i modi di non incontrare il suo sguardo, e fu a quel punto che senza pensarci troppo le prese il mento tra due dita, costringendola a guardarlo. I suoi occhi si sgranarono e la vide deglutire. Sospirando si sporse verso il suo orecchio.
- Sai... dovresti imparare a rilassarti un po', anche se... quelle guance rosse ti danno un'aria davvero sexy... - le sussurrò, percependo all'istante il suo respiro accelerare.

Martina però si ritrasse velocemente, più che mai paonazza, tanto da fargli pensare di aver esagerato.
- Farò quelle telefonate, Ispettore. Anzi, va-vado subito, ehm sì, perché si sta facendo tardi! Con permesso. - e così com'era arrivata, la vide ritirarsi.

Giorgio la lasciò uscire a malincuore. Non era poi così male. Certo, era eccessivamente timida, ma quello era un aspetto su cui si poteva lavorare, anche perchè aveva sentito il suo corpo rispondere in maniera molto positiva alle sue provocazioni.
Ma oltre a quello doveva ammettere di essere rimasto quasi abbagliato dai suoi bellissimi occhi verdi e quando le si era avvicinato, l'aveva profondamente colpito il profumo delicato dei suoi capelli e della sua pelle.

Approfondirò l'argomento con molto piacere...

Purtoppo era un terreno non molto facile da coltivare e per quella sera era costretto a rimandare. Pressandola troppo rischiava di vederla fuggire a gambe levate e non era più quella la sua intenzione. Quelle gambe le voleva vicino a lui.

INVICTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora