Capitolo 6

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Non so che dire.

Lo so, Diarra ha ragione.

Però, è frustante.

<<Uscite tutti>> ordino.

Rimangono immobili.

<<USCITE HO DETTO!>> urlo.

Evaporano tutti dalla mia vista.

Finalmente.

<<Dio>> lo chiamo.

Non risponde.

Brutto bastardo! sono sicura che mi sta sentendo e sta guardando la scena divertito.

Pezzo di merda.

<<Dio>> ringhio.

Sto perdendo la pazienza.

<<Dimmi bambina mia>> risponde strafottente.

<<Non chiamarmi in quel modo, non sono una "bambina" e tanto meno la tua.>> chiarisco subito.

Se solo fosse qui, davanti a me, l'avrei ucciso.

<<Che tu lo voglia o no, sono tuo padre.>> chiarisce anche lui.

La cosa che mi fa incazzare ancora di più, è il fatto che abbia ragione.

<<Io non ti riconoscerò mai come mio padre.>> dico fredda.

<<E perché, bambina mia?>> domanda divertito, marchiando bene la parola "bambina mia".

Quanto mi sta sul culo.

<<E me lo chiedi pure? come potrei mai definire 'padre' una persona come te? un mostro come te. Tu che godi nel veder soffrire i tuoi stessi figli che hai creato. Tu che stai a guardare con una tazza di cioccolata calda e un sorriso divertito, mentre i tuoi figli muoiono, soffrono e ti pregano di aiutarli. E ovviamente non muovi un dito.>> dico tutto, con un odio agghiacciante.

Lui non risponde.

Ho colpito un tasto dolente, benissimo.

<<Lo sai che ho ragione>> continuo.

<<No, non hai affatto ragione. Io non godo nel vederli soffrire.>> afferma.

Alzo un sopracciglio.

<<Sicuro?>> chiedo con totale disprezzo.

Non risponde.

Ho ragione, come sempre.

<<Perché mi hai chiamato?>> chiede cambiando argomento.

Oh si.

<<Spiegami che cazzo di problemi hai con me! cosa cazzo mi hai fatto?>> chiedo furiosa.

Sa benissimo di cosa parlo.

<<Oh niente di che, è solo una maledizione>> risponde tranquillamente.

Spalanco la bocca.

<<Scherzi vero? "è solo una maledizione"'?>> urlo.

<<La maledizione consiste nel farti innamorare di un ragazzo che ti farà soffrire talmente tanto, che mi pregherai di ucciderti. >> risponde con nonchalance.

Io basita.

Cerco di calmarmi prima di parlare ancora.

<<E chi ti dice che quel ragazzo mi farà soffrire?>> chiedo.

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