Capitolo 3.

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Entrai a scuola zoppicando leggermente, il massaggio di Martha mi aveva aiutato, molto a dire la verità, ma dopo qualche ora avevo ricominciato a sentire dolore, probabilmente per via della pressione che continuavo a fare sulla caviglia.

Stefano e Giuseppe mi stavano aspettando, mi avvicinai a loro salutandoli con un cenno della testa.

“Stai zoppicando per assomigliarle?” rise Stefano prendendo per il culo me e Martha, roteai gli occhi.
“Sono inciampato, coglione”
“Susu, non farlo incazzare di prima mattina- mi difese Giuseppe- come procede la nostra scommessa?”

Già, una scommessa, era questo il motivo per cui avevo iniziato a parlare con Martha.
Dovevo passare almeno un mese con lei, in caso ci fossi riuscito mi avrebbero dato 100€ a testa.
Ero sicuro che ce l'avrei fatta, per questo ho accettato.

“Benissimo, iniziate a mettere da parte i soldi” risposi.
“Ci sarai alla festa a casa di Sara stasera?” domandò Stefano, una domanda scontata.
“Certo che ci sarò” risposi distrattamente, stavo cercando Martha con lo sguardo, se volevo vincere la scommessa dovevo stare il più possibile con lei, dovevo fare in modo che lei si fidasse di me.
“Terra chiama Salvatore- Giuseppe mi passò una mano davanti agli occhi- ci stai ascoltando si o no?”
“Eh? Scusate, stavo cercando Martha, insomma, devo vincere la scommessa no?”
“La scommessa, certo, tempo una settimana e sei innamorato.
Ah Salvatore, non fa bene alla tua reputazione andare con gli sfigati” il più giovane fra i due mi provocò con un sorrisetto malizioso in viso, risposi con un dito medio, mi voltai e dopo aver individuato la ragazza che stavo cercando andai da lei.

Era, come al solito, chinata sul suo quaderno intenta a studiare chissà quale lezione.
Come poteva divertirsi così?
Io per divertirmi avevo bisogno di bere a tal punto da non ricordarmi nemmeno il mio nome.

“Hey” la salutai, lei mi rivolse il suo sguardo.
Questa era una delle sue caratteristiche migliori, aveva degli occhi azzurri stupendi.
“Ciao Salvatoro” mi sorrise, sorrisi anch'io.
“Come mai non sei con i due bulletti?” si riferiva a Stefano e Giuseppe.
Feci spallucce.
“Mi hanno rotto il cazzo, non fanno altro che parlare della festa di questa sera da Sara” inventai una scusa, non potevo di certo dirle che parlavamo della scommessa.
“Oh...una festa, immagino siano cose normali per te” abbassò lo sguardo.
Avevo toccato un tasto dolente.

Ogni volta che ero con lei non sapevo di cosa parlare, temevo sempre di ferirla in qualche modo, così spesso restavo zitto sperando che fosse lei a tirare fuori un qualsiasi argomento, ma questo finora non era mai accaduto.

“Sì, cioè mi invitano spesso ed io devo andarci per forza” le risposi abbassando il tono di voce nell'ultima parte della frase.
“Per forza?” ma a lei non sfuggiva niente.
“Devo mantenere la mia reputazione, non lo farò di certo rimanendo a casa come uno sfigato”
Quando mi resi conto di cos'avevo detto era troppo tardi.
“No aspetta...io non intendevo quello, scusami...” cercai di giustificarmi, inutile.
“Non intendevi, ma mi hai appena dato della sfigata, ma tranquillo, è quello che sono.
Adesso se non ti dispiace questa sfigata che passa le sue serate a casa dovrebbe studiare e tra pochi minuti andare in classe, non so se lo fate voi fighi” era impressionante il modo in cui riusciva a farti sentire una merda con le sue parole.

“Martha ti prego...” mi bloccò prima che potessi continuare.
“Vuoi portarmi a letto?”
L'espressione della mia faccia in quel momento era un misto tra confusione e divertimento.
Da dove le era uscita questa?
"No, perché dovrei?"
"Già, ti faccio troppo schifo anche per quello" si girò, fece per andarsene, ma la fermai.
“No Martha, non mi fai schifo, ma non mi comporti così con le ragazze che voglio solo scoparmi” con questa frase riuscii a difendermi abbastanza bene.
“Allora cosa vuoi da me?” sembrava delusa, da me.
“Voglio esserti amico, tutto qui” dissi semplicemente.
“Amico, certo, perché dovresti volere una come me? Potresti avere chiunque Salvatore” finalmente si voltò nella mia direzione.
“Però voglio te” un lieve sorriso uscì dalle sue labbra, era una frase scontata, ma funzionava sempre.
“Come fai” scuotè la testa senza levarsi quel sorriso adorabile.
“A fare?”
“A rigirare ogni situazione a tuo favore, riesci a comandare le persone semplicemente con qualche parola messa nel punto giusto tu sei...un fottuto manipolatore”
Modestamente ha ragione.
“Aggiungi anche che sono bellissimo”
Mi guardò male, sorrisi e nello stesso momento suonò la campanella ci salutammo e ognuno di noi si diresse nella sua classe.

La giornata passò senza troppi intoppi così arrivò velocemente la sera.
Giuseppe passò a prendere me e Stefano con la sua auto.

Non parlai più di tanto, mi stavo psicologicamente preparando alle ragazze che avrei avuto attorno una volta arrivato.

“Salvatoreee” Sara piombò addosso a me appena varcammo la soglia della porta.
“Ciao bellissima” misi un braccio attorno al suo fianco, lei aveva le sue braccia attorno al mio collo.
“Sapevo che saresti venuto” strofinò il suo viso sul mio collo mentre il mio corpo iniziava a sentire bisogno di un qualsiasi superalcolico.
“Non offri qualcosa al tuo ospite preferito?” strinsi il suo sedere tra le mie mani facendola squittire.
“Certo! Vieni” mi prese la mano portandomi dove teneva tutti gli alcolici, mi passò un bicchiere e, senza chiedere cosa fosse, lo bevvi.

Sara ed io eravamo sempre stati molto amici, quando era sobria era una persona fantastica, intelligente, si poteva parlare di qualsiasi cosa con lei.
Il problema? Non era mai sobria.

“Ciao Sal!” una ragazza mi salutò dal fondo della sala, ricambiai il saluto.
“Hey” mi richiamò Sara.
“Tu sei mio stasera, non dare troppe attenzioni alle altre, okay?”

Un altro difetto, era estremamente gelosa di me.

“Tutto tuo tesoro, ma per avermi completamente dovrai farmi bere molto di più” mi guardò con aria di sfida, prese una bottiglia di Vodka al limone e me la passò sussurrandomi all'orecchio.
“Divertiti”

Dopo un'ora il mio cervello era completamente andato.

Ero su uno dei divani di casa a limonarmi Sara.
Avevo le mani che le vagavano per il corpo cercando disperatamente di spogliarla, non m'importava se ci fosse altra gente attorno e lei, seduta sopra di me, si stava strusciando peggiorando le cose.

“Hey, andiamo nella mia camera?” mi morse il labbro.
“Andiamo”

È inutile dire cosa è accaduto dopo.
A fine serata, la mia mente, formulò uno strano pensiero.

Cosa stava facendo Martha?

Blblbl
Cosehh
Buon 2017 XD 7 surry cnfrmd

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