Capitolo 8.

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Martha

Una scommessa, ecco cos'ero per lui, solo una stupida sfida con un gruppo di stronzi.
Cosa potevo aspettarmi?
Sono solo una sfigata, perché il più figo della scuola dovrebbe parlare con me? Come avevo potuto anche solo sperare che fossimo amici?

Ero stata una stupida, mi ero illusa ed ero rimasta ferita, di nuovo.

Dopo aver sentito Giuseppe dire quella frase ero scappata, 'corsa' via, non volevo più vederlo.

Uscii dalla scuola, sentivo il suo sguardo bruciarmi sulla pelle, ma non importava.

Mio fratello aveva ragione, Salvatore è solo uno stronzo che non sa controllarsi, stava per picchiare il suo migliore amico davanti a me e chissà cosa avrebbe potuto farmi.

Fuori faceva freddo, davvero molto.
Alzaii la testa guardando il cielo, una goccia di pioggia mi cadde in mezzo alla fronte.

Fantastico, se avesse iniziato a piovere probabilmente mi sarei ammalata, dovevo tornare a scuola per forza.

Sospirai rassegnata, dopotutto non ero di certo una ragazza ribelle, una di quelle che piacciono a Salvatore.

Pensare che l'avevo aiutato quando si era fatto male alla caviglia, mi aveva abbracciata mentre avevo freddo, mi prendeva in giro chiamandomi Marta ed io lo chiamavo Salvatoro.

Così poco tempo eppure così tanto da ricordare.

Mi diressi, nuovamente, verso l'ingresso.

Lui era li, seduto su una sedia con la bidella affianco.

Mi fermai un momento, dopotutto c'è sempre una prima volta no? Me ne sarei potuta andare e magari nessuno si sarebbe accorto della mia assenza.

Nessuno tranne i professori, il registro elettronico, mia madre e Sascha.

Non avevo scelta.

Presi tutto il coraggio che avevo, aprii la porta ed entrai senza guardarmi attorno, ma lui ci vedeva ancora bene.

“Martha...” mi chiamò, ma non mi fermai.

Sentii la sedia muoversi, si era alzato.

“Martha ti prego!” mi fermò.

“È più facile fare tutto quando hai due gambe che funzionano vero?” dissi freddamente riferendomi al fatto che era riuscito a bloccarmi semplicemente tenendo la sedia a rotelle.

“Possiamo parlare?” mi chiese ignorando la mia frase e cercando di incontrare il mio sguardo, cosa abbastanza inutile.

“No, lasciami” risposi, con mia sorpresa sentii la sua mano sollevarsi, mi stava lasciando davvero?

Camminò fino ad arrivare davanti a me, si abbassò e si sedette a terra guardandomi, cercai di evitare ogni contatto visivo con lui, ma purtroppo bastò uno sguardo a farmi capire chi era veramente Salvatore.

Aveva un occhio che stava pian piano diventando nero, gli occhiali salvi per miracolo e un labbro spaccato.

“Che cosa hai fatto?” sussurrai quasi spaventata da ciò che vedevo.

“Quando te ne sei andata ho...cercato di picchiare Giuseppe, ma lui è più forte di me” mi rispose, nel suo tono di voce si sentiva la delusione che provava verso se stesso.

“È solo un motivo in più per mandarti a fanculo, non mi fai pena.
Dimmi quanto ti hanno offerto eh? Quanto valgo?” questa volta lo guardai, anche se più i nostri occhi si incrociavano più i miei iniziavano ad inumidirsi.

“Non me ne frega un cazzo della scommessa Martha! Pensi davvero che avrei picchiato i miei migliori amici se tenessi alla scommessa?!”  alzò il tono della voce, si stava innervosendo di nuovo.

Indietreggiai leggermente.

“Hai quasi ucciso la tua ragazza”

Appena pronunciai quella frase le sue labbra si schiusero leggermente, sembrava quasi incredulo.

Non disse nulla, quindi era vero? L'aveva quasi uccisa lui? Di proposito?

lo superai, lui non cercò di fermarmi e mi diressi in classe, ormai avrei aspettato la seconda ora per entrare, mi serviva la giustificazione.

Scrissi un messaggio a mio fratello dicendogli di uscire e venire verso la mia classe, di sicuro non sarebbe stato un problema.

«Dammi 5 minuti e arrivo, cos'hai combinato?» scrisse, ovviamente si era preoccupato.

«Appena arrivi ti spiego...fai presto» risposi.

Aspettai nel corridoio, come gliel'avrei detto che aveva ragione e che Salvatore era una merda?

Si sarebbe incazzato e l'avrebbe ridotto peggio di com'è già.

Forse non avrei dovuto dire quella cosa su Vanessa, magari sta ancora male, io non so nulla di quella storia, lui non ne ha mai parlato.

Sono così stupida, me ne sarei dovuta stare zitta.

“Hey Martha, come mai c'è Salvatore giù pieno di lividi? Non ho visto nulla stamattina” mio fratello era arrivato.

Aveva visto Salvatore, ed io non sapevo cosa dire.

“Ecco... Non lo so” mentii.

“Salvatore c'entra con il motivo per la quale non sei in classe?” Sapeva già la risposta, soprattutto quando i miei occhi iniziarono a far cadere qualche lacrima.

“Io lo ammazzo.” si voltò incazzato, voleva andare da Salvatore.

“No Sascha ti prego! Non voglio!” gli presi il braccio per fermarlo.

“Stai male per lui?” chiese guardadomi freddamente.

“Beh si, però...”

“Mi basta questo”

Si liberò dalla mia presa, dirigendosi da Salvatore.

Lo lasciai andare sperando che non lo conciasse troppo male.

Non gli avevo nemmeno dato la possibilità di spiegare, tutti meritano una seconda chance no?

Forse sbaglio, forse non la merita, ma Salvatore stava dando un briciolo di speranza alla mia vita incredibilmente vuota.

Non volevo perderlo così.

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so che non ho aggiornato per molto, ma solo 10 commenti al capitolo scorso?

Dai ragazzi, vorrei un po' di soddisfazione anche io, continuo a scrivere per voi, non per me.

Spero che vi piaccia, lascio i miei social qui sotto.

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