She's just a bitch.

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Capitolo 1.

She’s just a bitch 

Zayn sentì il cellulare vibrare nella tasca dei jeans e mugolò qualcosa di incomprensibile.

Aveva sonno.

Nessuno lo disturbava quando dormiva, chi diavolo era adesso?!

Trascinò il cellulare davanti al viso e lesse il nome di Harry.

-Hey- sussurrò ancora insonnolito.

-Che cazzo di fine hai fatto?-.

-Perché devi urlare così tanto? Mi sono appena svegliato, porca troia- ringhiò adirato l’altro portandosi un braccio sopra alla fronte.

-Ti ho cercato per tutta la notte, sono andato anche dalla polizia e non mi hanno voluto dire niente-.

-Sto in una cazzo di casa di riabilitazione o cazzate simili- riuscì a ricordare.

-Casa di riabilitazione? Di che diamine stai parlando?- urlò Harry.

-Mi ci ha portato una donna- spiegò Zayn.

-E ti ci sei fatto portare?-.

-Ero strafatto, Harry. Ero stanco e volevo solo dormire-.

-Ti passo a prendere tra mezz’ora- Zayn non ebbe il tempo di dire niente che il riccio aveva già chiuso la telefonata.

Come se sapesse la strada, cretino…

Si mise a sedere sul letto e si passò una mano sugl’occhi.

Era stanco.

Ancora.

La sera precedente aveva esagerato.

Con uno sbuffo si alzò dal letto e uscì dalla stanza,scendendo al piano di sotto.

Si guardò intorno e notò diversi ragazzi: chi guardava la televisione, chi usava il computer e chi camminava per i corridoi con un toast in mano.

Si fermò sull’ultimo gradino e ricambiò lo sguardo di un ragazzo alla sua destra appoggiato al muro che lo fissava con attenzione.

-Che hai da guardare?- gli ringhiò contro Zayn.

-Sei quello nuovo?- domandò questo aggiustandosi il new era sulla testa.

-Che ti interessa?-

-Avanti amico, stiamo nella stessa situazione, non fare il sostenuto-  il biondo si allontanò dal muro e gli si avvicinò.

Era più o meno della tua altezza, biondo scuro e aveva anche lui gli occhi arrossati.

Non era l’unico ad essersi fatto più di una canna ieri sera.

-Conor- gli sorrise porgendogli la mano chiusa in un pugno.

-Zayn- rispose il moro battendo il pugno.

-Dove ti hanno beccato?- domandò Conor mente entrava in quella che doveva essere la cucina, piena di toast, biscotti e vari tipi di succhi di frutta.

Della birra no, eh?

-Alla ventiquattresima…- borbottò Zayn prendendo un toast.

-A me alla quindicesima, gran bella fregatura-.

Le strade dove era solito incontrarsi per spacciare venivano indicate con numeri, più che altro ‘codici’, se qualcuno non conosceva quale strada fosse, era un imbucato oppure uno sbirro. Erano tutti un gruppo. Loro si definivano delle ‘gang’ mentre la maggior parte dei cittadini li definiva semplici drogati. Ma a loro non importava, non gli era mai importato niente della gente.

Your love is my drug.†Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora