Bob Malik.

97 8 3
                                    

Capitolo 10.

Bob Malik

Zayn odiava il sole, era fin troppo allegro per i suoi gusti.

Un colore che attirava l’attenzione, un colore che esprimeva gioia; tutti lo amavano, tutti sorridevano alla sua vista.

Perché lui no?

Zayn era abituato al buio, all’isolamento e al silenzio, proprio come in quel momento se non fosse stato per quella stupida palla luminosa.

Oltre al fatto che rompeva i coglione dava anche fastidio ai suoi occhi, li appesantivano più di quanto già non lo fossero.

-Zayn, sono le sette e tra poco andiamo a scuola, muovi il culo- sbraitò Megan entrando in camera senza bussare, già in divisa di cheerleader.

-Non vengo- sussurrò in risposta mentre girava la testa per guardarla in viso.

Gli girava tutto, aveva sonno e il braccio gli doleva.

-Mi sa che mamma non ti lascerà stare a casa, soprattutto dopo ieri- lo fissò incuriosita la bionda avvicinandosi di un passo.

-Mh…- chiuse gli occhi.

Non gli andava di replicare.

-Allora ti aspetto giù- si voltò per andarsene ma poi si fermò.

-Zayn…tutto ok?-domandò titubante.

-Meglio di così non potrebbe andare, bionda- sussurrò strizzando gli occhi.

Megan lo osservò meglio: era seduto sul davanzale della finestra, un braccio a cingersi la vita e l’atro penzolante dal lato opposto alla finestra.

-Ne sei sicuro?- insisté.

Vide le labbra del moro distendersi in un sorriso divertito.

-Si- aprì di colpo gli occhi.

Il cuore della ragazza perse un colpo: erano lucidi.

Lo fissò per altri cinque secondi per poi chiudersi la porta alle spalle e allontanarsi alla svelta da quella camera con un groppo in gola.

Non seppe neanche lei il perché di quella reazione.

Zayn continuò a fissare indeciso la porta in silenzio per altri minuti, poi si alzò da dove era seduto per prendere una felpa dal borsone.

Lo infilò lentamente ignorando il forte bruciore al braccio, prese un paio di occhiali da sole, li indossò ed uscì dalla stanza, dimenticandosi totalmente della siringa usata e sporca di sangue ai piedi della finestra.

Scese le scale lentamente aggrappandosi di tanto in tanto alla ringhiera, sorpassò la cucina di corsa, recuperò la borsa nel corridoio e uscì fuori, ignorando le urla di Megan.

Camminò per le strade con la testa china, appoggiandosi al muro di tanto in tanto.

Il cellulare che aveva in tasca prese a vibrare freneticamente; lo ignorò.

Già immaginava il nome di Harry sul display.

Continuò a camminare sentendo alle spalle un respiro accelerato, forse quello di Megan; la ringraziò mentalmente di non averlo chiamato.

Arrivò nel cortile della scuola con la vista appannata e per poco non sentì le gambe cedergli. Guardò verso l’entrata e notò tra i tanti visi quelli di Louis e di Liz.

Cazzo.

Prese dalla borsa il cappello di lana e lo indossò calandoselo quasi sugli occhiali, non ne aveva nessuno motivo, ma lo fece ugualmente.

Your love is my drug.†Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora