Harry
Lei mi stava provocando. Mentre ballava non mi toglieva gli occhi di dosso. Si faceva scorrere le mani si quel magnifico corpo e si mordeva il labbro cercando di tentarmi.
E, maledizione, ci stava riuscendo più che bene.
Non aveva neppure idea di quanta voglia avessi di toccare la sua pelle liscia e morbida. Di quanta voglia avessi di baciare quelle labbra sottili ma perfettamente definite che, da anni, mi facevano impazzire.
Fino ad allora ero riuscito a controllarmi. Anche quando la vedevo gironzolare per casa in pantaloncini o quando era coperta solo da un asciugamano perché appena uscita dalla doccia, mentre la sua pelle bagnata mi implorava di baciarla e morderla.
Ero riuscito a controllarmi perché, diavolo, lei era la figlia del marito di mia madre.
Certo, tra di noi non c'era alcun legame di sangue perciò, eticamente, non sarebbe stato sbagliato.
Ma se poi si pensava che i nostri genitori erano sposati da quando io avevo nove anni e lei cinque ed eravamo cresciuti come fratelli, allora qualcosa di sbagliato c'era.
Fino a che lei non aveva compiuto quattordici anni io non mi ero mai accorto di quanto Melanie fosse effettivamente bella. E di come avesse cominciato ad avere le forme di una donna. Ed allora io, che fino ad allora l'avevo protetta e trattata come se fosse realmente mia sorella, smisi quasi di parlare, se non il minimo indispensabile.
Lo feci perché mia madre sarebbe stata distrutta se io avessi fatto qualcosa con lei. Ed anche Tom, il padre di Melanie, l'uomo che mi aveva cresciuto come un figlio ed a cui io volevo bene come se fosse mio padre, sarebbe stato deluso, disgustato.
Perciò, nonostante vedessi il dolore degli occhi di Melanie ogni volta che la ignoravo o la trattavo male, io, seppur soffrendo per la lontananza da lei, continuavo.Ma negli ultimi mesi era successo qualcosa. Melanie, da sempre stata una ragazza timida e taciturna, era come impazzita. Almeno con me.
Non perdeva mai occasione di mettersi in mostra quando c'ero io.Una volta, mentre stavamo cenando con i nostri genitori le era caduta la forchetta e, una volta sotto il tavolo per raccoglierla mi aveva lasciato una delicata carezze sulla coscia, facendomi rabbrividire.
Quando i nostri genitori non c'erano, però, dava il meglio di sé.Girava per la casa con delle mutandine striminzite che non pensavo avesse e con delle magliette che non coprivano assolutamente nulla e non facevano altro che aumentare il mio desiderio.
Ed io mi trattenevo.Ma quella sera -Cristo- quella sera era una dea.
Ero andato in discoteca con i miei amici sperando di non pensare a lei ed invece eccola lì, a ballare con le sue amiche.
Ed era assolutamente bellissima.
Muoveva i fianchi in maniera scoordinata ma assolutamente sexy.
Il vestito che indossava poi mi faceva venire di strapparglielo di dosso.Era nero, attillato e abbastanza corto da farmi amminare gran parte di quelle sue meravigliose gambe.
I capelli che da poco aveva tagliato, rendevano ancora più evidente la profonda scollatura sulla schiena che faceva capire che non indossasse alcun reggiseno.Ed allora io non ce la feci più.
Ci avevo provato, sul serio, ma ero stanco di combattare contro qualcosa di così forte.Le era di spalle. Lo aveva fatto apposta per farmi guardare e desiderare le sue curve, ma di certo non si sarebbe davvero aspetta che sarei andato.
Infatti, quando la presi per i fianchi e la attirai contro il mio petto, sobbalzò."Ti odio" le sussurrai all'orecchio "ho davvero cercato di resisterti, ma tu hai fatto di tutto per rendermelo impossibile, piccola stronza" le morsi il lobo dell'orecchio e lei sussultò.
Le feci passare un braccio attorno al bacino per tenerla ancora più stretta a me ed impedirle di muoversi.
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Moments
FanficMomenti. Attimi. Piccole storie colme d'amore, tristezza, speranza e quotidianità. Cover by @Harrjsgraphic