Giorno 26

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Quella sera all'Orizzonte, lo notte di Halloween, passò velocemente

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Quella sera all'Orizzonte, lo notte di Halloween, passò velocemente. Il lavoro da fare era tanto e tornai a casa stanchissima. Crollai appena appoggiai la testa sul letto. Le sere successive tornai al locale, mi resi conto che poteva essere una buona valvola di sfogo e che la stanchezza aiutava a non pensare, anche se in minima parte. Certi pensieri nascono dal nulla e ti logorano senza possibilità di risposta. Passò una settimana, era il 7 novembre, il giorno del mio compleanno. Sicuramente Jessica stava architettando qualcosa per festeggiare all'Orizzonte, per questo le inviai un messaggio all'alba dicendole di non fare niente. Non avevo assolutamente intenzione di festeggiare e chiesi espressamente di rispettare questa mia decisione. Avvisandola così presto, non poteva trovare scuse.

In passato questa giornata sarebbe stata magnifica. Lucas riusciva sempre a trovare modi nuovi di stupirmi. Non parlo di regali costosissimi, ristoranti di lusso o cose del genere. Quello che faceva era il frutto di tutto l'amore che provava per me. Iniziava a progettare la sorpresa anche mesi prima, la sviluppava con le sue sole forze ed ogni volta sceglieva un tema che si legasse ad un aneddoto del nostro passato. A noi. Mi sentivo la donna più felice al mondo, non per queste sorprese. Ma perchè in ogni suo gesto, in ogni sua parola, anche se di rabbia, riusciva ad emanare amore. Era un brutto giorno, questo. Il primo compleanno senza Lucas. Non che mi sia mai fregato qualcosa del mio compleanno, non sono la tipa a cui piace stare al centro dell'attenzione. Ma la sua mancanza si avvertiva sempre più.

Erano circa le nove del mattino quando mi arrivò un messaggio da parte di Anne, la madre di Lucas. Appena lessi il destinatario mi resi conto di non essere mai andata a trovare i genitori. Avevo rimosso tutto ciò che potesse collegarmi a Lui, viverlo mi avrebbe solo straziata ancor più. Lo aprii:

Ciao Joyce. Da quando Lucas non c'è più non abbiamo avuto modo di parlare. Ma ti capisco. So quanto vi amavate e conoscendoti posso solo immaginare le pene che stai passando. Io e mio marito ci teniamo a farti gli auguri di compleanno, ne fai 26 se non sbaglio. Inoltre c'è una cosa importante che sento la necessità di condividere con te. Come ben saprai mio figlio era solito preparati in largo anticipo le sorprese per questo giorno speciale. Sono 26 giorni che non c'è più, eppure aveva preparato qualcosa per te ancor prima. O almeno stava preparando. Tra queste c'è una lettera, sigillata. Non l'abbiamo aperta ovviamente. Un abbraccio forte Joyce, sei nei nostri cuori.

Una lettera. Mi girava la testa al pensiero. Le parole di Lucas, soprattutto quando tramutate in lettere e libri, riuscivano a scuotermi come poche cose al mondo. Se l'avessi aperta, se l'avessi letta, sarei potuta crollare in un baratro senza fine. Ma erano le ultime parole che Lucas, anche da lontano, voleva dirmi. Le ultime che avrei potuto leggere. Mi sentivo male. Sapevo di doverla almeno prendere. Nel corso del tempo la sua famiglia era diventata anche la mia. I genitori mi volevano un mondo di bene, mi trattavano come se fossi una loro figlia. Persone di cuore, pronte a tutto per la felicità del figlio e di coloro che amavano. Non era giusto sparire così, sarei andata a prendere la lettera e a salutarli. Decisi di rispondere. Scrissi che se possibile sarei passata verso le sei di sera. Poco dopo mi arrivò la conferma.

Al di là dell'Orizzonte - Domenico De MartinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora