È passata una settimana dall'annuncio di mamma, e fra un'altra arriva papà. Non sono ancora psicologicamente pronta, ma al momento ho un altro problema: non riesco a concentrarmi sulle disequazioni. Se c'è una parte che odio in matematica, è proprio questa. Decido di abbandonare il quaderno e il libro degli esercizi per andare in camera mia a cambiarmi i vestiti, per passare ad un paio di leggings neri e una felpa rossa di una taglia in più che mi arriva fino a metà coscia.
Stavo ghiacciando con la gonna.Prendo il cellulare e messaggio a Sophy e Maggie per uscire insieme, sperando che accettino.
Mi pare di morire chiusa in questa casa.A Sophy:
Hey! :)Mi risponde dopo alcuni minuti con un altro saluto.
A Sophy:
Hai da fare oggi?Da Sophy:
No, mi sto annoiando a casa
Usciamo?Le invio un "ok " e lo stesso faccio con Maggie.
Le aspetto nel salotto e decido di ascoltare la musica mentre tolgo il materiale scolastico dalla tavola, quando sento il campanello suonare.
Corro ad aprire, aspettandonmi di vedere le mie amiche, ma riconosco invece una faccia che avrei preferito evitare."Hey" sorride restando davanti a me, a nemmeno un metro di distanza.
"Ciao" faccio una smorfia.
Che ci fa qui?"Ti serve qualcosa?"
Abbassa la testa come se stesse cercando la risposta sulle sue scarpe. O meglio, una scusa.
Penso di sapere dove vorrebbe andare a parare."Avrei bisogno dei compiti di algebra"
"Non sono riuscita a farli"
"Ma smettila, sappiamo entrambi che è una cazzata"
"Non è così. E comunque vieni dentro che entra il freddo in casa altrimenti"
Lo faccio venire avanti e chiudo la porta, sbuffando leggermente dietro di lui per non farmi nè vedere nè sentire.
"Le disequazioni non mi sono venute, e non sono capace di farle"
"Vuoi una mano?"
Ma non era quello che mi aveva chiesto di copiarli o sbaglio?
"Avevi detto che non li sapevi fare" affermo confusa.
"Non ho detto questo. Solo che li voglio copiare" alza le spalle, sedendosi sul divano "sono bravo ma "non mi applico" sorride mimando le virgolette con le dita.
Annuisco e mi siedo affianco a lui, ma a debita distanza. L'ultima cosa che voglio è sentire la sua gamba toccare la mia.
"Riesco da sola, non ti preoccupare per me"
"E chi si preoccupa? Ti ho solo fatto una domanda, Richards"
Premo le labbra e mi chiudo la bocca per non sputargli addosso un insulto.
"Ok. Devo andare con Sophy e Maggie, se vuoi uscire..."
"Ho capito, mi levo di torno" si alza e si dirige verso l'uscio, fermandosi però prima di andare.
"Posso chiederti una cosa... riguardo Sophy?"
Indecisa, faccio "sì" con il capo.
Nei suoi occhi c'è una tristezza che non gli appartiene, che vedo solo quando gli torna in mente la sua ormai ex ragazza.
Sono dispiaciuta per loro, ma non so ancora cosa sia successo veramente."Ti sembra che le manchi? Intendo..."
"So cosa intendi, Nate. Speri che lei senta la tua mancanza solo perchè tu senti la sua. Non ho idea di come le cose siano andate fra voi due, non posso dirti nulla se è un consiglio che stai cercando. E comunque nè sì, nè no. A momenti è seria, forse ci pensa"
STAI LEGGENDO
Il Figlio Dei Miei Vicini
FanfictionNon tutti siamo forti, non tutti riescono a trovare la soluzione e uscirne ancora in piedi e senza cicatrici. Lei non si sentiva bene con sè stessa. Aveva la sua vita, eppure le pareva di vivere qualcosa che non le apparteneva. Era diventata schiva...