11° capitolo

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Ieri sono stata tutto il tempo a pensare a ciò che mi è successo ed ora voglio sapere cosa mi dicono loro.
È primo pomeriggio e saranno sul divano a guardare la tv abbracciati, infatti non mi sbagliavo.
Io: mamma, papà, possiamo parlare?
Mamma: certo piccola, vieni.
Mi siedo di fianco a loro su una poltrona.
Papà: allora cosa ci volevi dire?
Faccio un lungo respiro profondo e inizio a parlare.
Io: quando sono andata a Magic City, mi sono successe alcune cose, che mi hanno portato a scoprire che sono una principessa.
Vedo che si guardano e voglio sapere la loro versione, poi il papà parla con la mamma.
Papà: forse è meglio, che glielo diciamo.
Mamma: a questo punto.
Mi guarda e parla lei.
Mamma: devi sapere, che un giorno precisamente quanto festeggi il tuo compleanno, io e Kaito siamo andati a fare una passeggiata nel bosco. Mentre camminavamo abbiamo visto una luce proveniente da una grotta, quando ci siamo entrati abbiamo visto te avvolta da una sfera di fuoco.
Rimango in silenzio, quindi è tutto vero, loro non sono i miei genitori, mi hanno adottata.
Papà: e da lì ci siamo presi cura di te come una figlia.
Mi alzo e lì abbraccio.
Dopo aver salutato i miei, come sono venuta qui, me ne vado.
Arrivo nella mia camera e non c'è nessuno vista l'ora staranno andando a lezione, se mi sbrigo faccio in tempo ad andarci anch'io.
Per fortuna ce la faccio e la professoressa mi chiama.
Tea( nome prof ): Aura, come va il mal di testa?
Ma quale mal di testa? Sarà sta una scusa, che hanno inventato le ragazze.
Io: bene grazie.
Vado al mio posto e poi dopo la lezione vado dalle altre.
Io: ragazze grazie per avermi coperto.
Selene: tranquilla.
Azzurra: come stai?
Io: un po' confusa, ma bene.
Diana: io ho un compito da fare per domani, per il professore Peter.
Noemi: anch'io.
Clara: allora siamo in tre.
Selene: io per la prof Betty.
Azzurra: ti aiuterò, anch'io ce l'ho.
Selene: per i tuoi poteri, non ti danno nessun compito.
Clara: sei fortunata.
Io: se lo dite voi.
Me ne vado via e faccio una passeggiata nel bosco. Poi sento qualcuno e mi nascondo dietro un albero.
Sento altri rumori, mi espongo di poco e vedo un ragazzo con i capelli mori e mossi e con gli occhi marroni, che sta combattendo contro un mostro.
Il ragazzo si nasconde e il mostro inizia a cercarlo. Con la mia solita fortuna viene dove sono nascosta ed ora cosa faccio?
Sento che si sta avvicinando, chiudo gli occhi e poi qualcuno mi prende in braccio( modo principessa ) e sale sopra l'albero.
Apro gli occhi ed è il ragazzo di prima.
Io: gra...
Non mi fa finire di parlare che mi mette un dito sulla bocca.
X: shhh, resta qui.
Mi bisbiglia e poi mi fa sedere sull'albero. Prende la spada e poi saltando giù colpisce il mostro.
Ce l'ha fatta, lo ha sconfitto e poi svanisce.
X: scendi giù.
Io: cosa! Da questa altezza!? Nemmeno morta.
X: ti prendo io.
Non so perché, però mi fido e salto giù. Come mi aveva detto mi prende al volo tra le sue braccia.
Io: grazie.
X: di niente. Come mai sei tutta sola nel bosco?
Io: potrei farti la stessa domanda.
X: sono venuto a fare una passeggiata, tu?
Io: uguale.
X: allora ti va di farla insieme a me?
Ma da dove è uscito? Va bene che mi ha salvata da quel mostro, ma a fare una passeggiata ce ne vuole, non so il perché ma accetto.
Io: va bene.
Mentre camminiamo parliamo un po'.
X: allora, tu chi sei una fata?
Io: diciamo di si e tu?
X: io sono un cavaliere.
Io: davvero?
X: si c'è una scuola, non molto distante da qui.
Io: non lo sapevo.
X: non sei di qui, vero?
Io: è una lunga storia.
X: facciamo una cosa io ti racconto di me e tu di te.
Io: ok.
Arriviamo al lago che conosco e ci sediamo sul prato. Lì mi racconta che è un principe, di un regno che si chiama Melfi e che ha voluto inscriversi alla scuola di cavalieri.
Ora tocca a me raccontargli tutto.
X: quindi tu sei la principessa più piccola di Fiammopoli.
Io: a quanto pare.
X: ora cosa farai?
Io: per prima cosa devo parlare con la direttrice per sboccare i miei poteri.
X: se avrai bisogno d'aiuto chiamami o vieni da me.
Io: grazie.
Mi da il suo numero e io faccio la stessa cosa.
Io: quindi tu sei un principe.
X: a tutti gli effetti, perché ormai ho 18 anni.
Io: quindi siamo dello stesso anno, io li compio il 22 giugno.
X: non ci credo, io il 22 marzo.
Io: ahah che coincidenza.
X: è vero.
Io: inizia a farsi tardi.
X: siamo stati tutto il pomeriggio a parlare.
Io: è meglio che vado a scuola.
X: ti accompagno io, ho la megicmoto fuori al bosco, così poi vado anch'io.
Io: grazie.
Ci avviamo verso l'uscita del bosco e poi mi accompagna a scuola.
Arriviamo e ci salutiamo.
Io: ancora grazie per il passaggio...
Ora che ci penso ancora non conosco il suo nome.
X: mi chiamo Matteo.
Io: io Aura.
Matteo: io vado, ciao.
Io: ciao.
Torno in camera felice, quel ragazzo mi ha fatto tornare il buon umore.
Quando entro vedo Azzurra e ci mettiamo a parlare.
Io: allora avete finito quel compito?
Azzurra: si lo abbiamo finito.
Io: meglio così.
Sorrido, anche se non so il motivo.
Azzurra: comunque è ora di cena, vogliamo andare?
Io: si ok.
Ceniamo e poi andiamo a dormire.

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