6.

132 10 0
                                    

-John- lo chiamò Sherlock.

-ricordami che quelle morti non sono causa di Moriarty...- disse lui. Stava fissando il soffitto, alla ricerca del vuoto. Per qualche strana idea, si era impuntato che l'assassino dei due uomini doveva essere Moriarty.

-Moriarty è morto- disse John.

-non...non può averli uccisi lui- aggiunse.

Passò in cucina dove tutti gli attrezzi chimici erano sparsi sul tavolo. Un odore ben preciso lo fece arrabbiare.

-Sherlock? Di nuovo?!- chiese poi. Sherlock non rispose. Aveva assunto una dose. Quella piccola goccia restante. Così invitante.

-non ti è bastata l'ultima volta? - chiese John stufo.

-non ne ho presa tanta- disse tirando su il naso.

-ma l'hai presa. Dimmi dove sono le siringhe-

-non ci sono. Ne avevo una, l'ho buttata- disse lui.

-non starò qui se ne avrai una nuova. Io non ti vedrò morire per una cavolata come la droga- lo sgridò.

-bla bla bla- fece i segni con la mano. Dopo quello John decise di lasciare la casa.

Provava a pensare lucidamente. Ma pensava solo a Moriarty, Eurus, il violino, Scotland Yard, cenere. La cenere di un morto? Si alzò di colpo. La sua mente aveva capito qualcosa. Qualcosa che non era riuscito a capire, percepire. Si arrabbiò perché in quelle condizioni forse aveva perso quella piccola cosa che avrebbe risolto velocemente.

Prese lo spartito e il violino e suonò e risuonò quelle note. Più avanti andava più tremava, più non riusciva a capire, a leggere, più il mal di testa trapanava e faceva male. Prese un foglio e una penna e cercò di scrivere dei numeri e delle lettere. Gli girava la testa, non vedeva bene. Poi crollò a terra, privo di sensi.

-Sherlock! - Grace Duncan era appena salita e corse a soccorrerlo. Lo chiamò varie volte per svegliarlo ma inutilmente. Poi gli sentì i battiti sul collo. Estrasse il cellulare e chiamò l'ambulanza.

-coma farmacologico, un'ambulanza al 221B di Baker Street, fate presto! -

Prese le guance di Sherlock e cercò di svegliarlo in qualche modo, ma inutilmente.

-signora Hudson! - urlò molto forte. Ma quando sentì qualcuno salire vide John Watson.

Si accovacciò e si mise a sentire i battiti.

-ha il polso debole- urlò lui.

-uno, due, tre! - iniziò a comprimere il torace.

-Sherlock, sveglia! - disse lei disperata schiaffeggiandole il viso.

John continuava a comprimere.

-Sherlock, no! Stupido, muoviti! - ma Sherlock era lì, disteso, freddo.

Poco dopo arrivarono i soccorsi e lo caricarono sul veicolo.

Sherlock - La Chiave Di TerpsichoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora