Capitolo 9

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Francesca's POV
Robert ed io passammo tutto il tempo a parlare e esercitarci per il film. Ormai era sera e Ryan ancora non tornava,così proposi di vedere un film. Mentre Rob guardava nella mia libreria che avevo modificato mettendoci fumetti, film e vecchi copioni sentii il campanello della porta. Mi diressi all'entrata seguita dal mio Amico. Aprii e mi ritrovai un  Ryan sorridente che entra ed inizia a parlare
Ryan:<Ciao! Oh ma qui c'è anche Robert...> disse con sguardo pervertito. Lo guardai storto poi ritornò a parlare
Ryan:<Ti ricordi che ti avevo parlato di una ragazza? Ecco a te Klara> dopodiché dalla porta entrò una ragazza poco più grande di me con capelli lisci e marroni, occhi verdi, magra, poco più bassa di me e vestita molto bene. La fissai, non riuscivo a parlare. Cosa ci faceva mia sorella qui?

Robert's POV
Il volto di Francesca si fece più scuro e cupo. Mentre tutti ci sedemmo lei rimase in piedi davanti la porta poi si diresse verso la sua stanza da cui uscí poco dopo. Se ne andò sbattendo quella stessa porta da cui entrò la ragazza che la sconvolse.

Jensen's POV
Ero in macchina stavo andando verso la mia casa vuota perché mia moglie e le mie figlie stavano in vacanza dai nonni. Sento il telefono squillare così lo prendo e vedo il nome di Francesca stampato sullo screen.
Apro la chiamata
Francesca:<Passami a prendere, ti prego>
Richiuse la chiamata. Mi sembrava agitata così mi sbrigai ad andare davanti casa sua. Era li davanti il portone. Mi fermai ma  dopo due secondi lo sportello della macchina si richiuse. Partii e decisi di andare a casa mia. Metà viaggio era silenzioso ma poi decisi di attaccare io il dialogo
Io:<Allora? Che succede?>
Fran:<Voglio svagarmi...>
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Mi sveglio di colpo, accanto a me c'è Jensen ancora addormentato. Lo guardo e mi ripeto che è sposato, ma non posso resistergli. Il mio sguardo si sposta da quel dio greco alla sveglia che segna le 6:30 a.m. ,appena in tempo. Inizio a prepararmi rimettendomi le cose con cui ero uscita e riguardando quei pantaloni di un pigiama, la canotta e un giacchetto di pelle mi vergogno di me stessa. E si, sono uscita scalza. Non sono una schizzinosa quindi non mi sorprendo, ho fatto di peggio. Mentre penso a quelle cose che ho fatto sento delle labbra che mi baciano una spalla, poi il collo, la guancia infine le mie stesse labbra.
Jensen:<Giorno>

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