CAPITOLO 2

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CAPITOLO DUE

Quando arrivano all'indirizzo del signor Buchanan, che vive a South Charleston, si ritrovano davanti ad una casetta circondata da un recinto in rete. La vernice blu e bianca dei muri è molto scrostata, il prato non viene tagliato da molto tempo. Sembra l'opposto della casa in cui vivevano il figlio e la nuora del signor Buchanan. L'agente Miller parcheggia, scende dall'auto e va a suonare il campanello. Gli apre un uomo che sembrava molto più vecchio di quello che Declan aveva incontrato quella mattina sulla scena del crimine. Eppure non sono nemmeno le 16, sono passate soltanto poche ore. Il signor Buchanan li fa accomodare in una cucina con un tavolo dell'ikea dalle linee semplici. L'unico posto su cui sedersi sono alcuni sgabelli. Una cosa, però, preoccupa Declan. Quell'uomo che quella mattina ha espresso così tanta forza nel richiedere che gli venissero mostrati i corpi del figlio e della nuora e che voleva a tutti i costi ritrovare la sua nipotina adesso non ha neanche pronunciato una parola.

<<Signor Buchanan le rinnovo le nostre condoglianze da parte di tutto il dipartimento di polizia e le voglio dire che faremo di tutto per scoprire chi è stato a compiere questi delitti. Però adesso abbiamo bisogno del suo aiuto. Ha per caso una foto della sua nipotina?>>

<<Si credo di si, vado a prenderla subito>>.

Intanto l'agente Miller inizia a guardarsi intorno. L'ambiente risulta ordinato e abbastanza ben tenuto, nonostante l'esterno sia messo molto male. Tuttavia è la casa di qualcuno che non è per niente ricco. L'agente Miller pensa anche che in quella casa manchi del tutto il tocco femminile. Infatti tutte le finestre sono senza tende, nonostante sia il piano terra e tutte le persone che passano per strada possono vedere all'interno della casa. Il divano si sta rovinando a causa dell'uso perchè non vi è stata messa una copertura per far si che duri di più. Le uniche foto visibili lì intorno sono quelle del figlio e della nuora. Mentre lei sta guardando in giro il signor Buchanan è tornato. Ha il viso rosso e gli occhi gonfi di pianto.

<<Prego detective, questa è Ether. Spero che farete di tutto per ritrovarla. È ormai l'unica cosa che mi rimane>>.

Declan sta guardando la foto di una neonata con dei folti capelli neri, gli occhi castani e un ciuccio rosa e bianco in bocca.

<<Signor Buchanan può dirci qualche altro dettaglio che possa aiutarci a capire che sia Ether?>>

<<No mi dispiace ma non credo che avesse dei segni particolari. È solo una bellissima bambina molto intelligente. Vi prego aiutatemi a ritrovarla>>.

Il signor Buchanan vede l'agente Miller che lo scruta e gli viene in mente una domanda che pone a fatica.

<< Detective, lei non pensa che Ether è morta vero?>>

<<Nossignore, altrimenti non sarei qui. Signore, noi adesso dobbiamo andare ma può stare sicuro che faremo il possibile

per riportargliela indietro>>.

Subito dopo aver lasciato la casa del signor Buchanan ritornano in centrale e Declan manda l'agente Miller a casa, perchè il suo turno di lavoro è finito da qualche ora e le dice di presentarsi puntuale per le autopsie la mattina successiva. Dopo si siede alla sua scrivania e, dopo aver diramato l'allerta AMBER, inizia a leggere i primi rapporti delle indagini porta a porta che gli altri agenti hanno consegnato man mano che hanno completato il loro turno. Quando si accorge di essere così tanto stanco finalmente guarda l'orologio sistemato sulla parete di fronte a lui e vede che è mezzanotte. Quindi decide di andare a casa a dormire qualche ora. Tuttavia il giorno dopo Declan si sveglia alle sette di mattina, si fa una doccia e si veste prima di andare a lavoro. Mentre si reca alla centrale trova un pò di traffico nonostante sia ancora molto presto, così mentre è in coda si sofferma a guardare e a riflettere su quella mattina che sembra cogliere in pieno il dolore per le due vittime e per la loro bambina neonata. Infatti il sole è ancora nascosto tra le nuvole, quindi sembra ancora notte. Eppure l'aria era così umida che i vestiti di Declan gli si erano già appiccicati alla pelle e c'erano già almeno 25 gradi. Sembra fin da ora una delle estati più calde di quelle che Declan ricorda. Dopo essere entrato nella sala operativa Declan decide di togliersi il giubbino di denim. Nonostante il capitano lo avesse richiamato più volte a vestirsi in modo un pò più conveniente visto che è un membro delle forze dell'ordine, lui continua a vestire come preferisce. Sotto il giubbotto ha una t-shirt verde e bianca su cui sono disegnate delle scritte in stile graffiti e dei jeans chiari che vanno sfumando verso il blu più scuro, sono strappati sulle ginocchia e sulle cosce e alla caviglia hanno i risvoltini. Si siede alla sua scrivania separata dalle altre, che adesso però sono quasi tutte vuote, da dei divisori in vetro. In realtà la sala operativa è composta da due tavoli, uno su ogni lato, lunghi divisi però a formare numerose scrivanie su ogni lato. In fondo alla stanza, accanto alla porta che si affaccia sull'atrio della centrale, c'è lo schedario di metallo in cui sono contenuti i pochi fascicoli che ancora dovevano essere digitalizzati. Andando invece dalla parte opposta ci sono le scale per salire al primo piano ed entrare così nell'ufficio del capitano che si trova in fondo. Prima di arrivare nell'ufficio del capitano ci sono tre sale interrogatori e una sala riunioni. Le sale interrogatori sono quelle tipiche con un tavolo e tre sedie in ciascuna. Sia il tavolo che le sedie sono ovviamente saldati sul pavimento. Nella sala riunioni invece c'è un tavolo circolare di legno scuro, e qualche sedia con le rotelle. Inoltre ci sono due lavagne, una è di quelle su cui si scrive con i pennarelli e l'altra è una lavagna in sughero su cui si possono attaccare delle foto o dei documenti con delle puntine. Declan dopo aver letto, un pò di rapporti si accorge che le autopsie inizieranno dieci minuti dopo e il dottor Bates non ammette ritardi, decide di andare all'obitorio senza aspettare l'agente Miller che ancora non è arrivata in centrale. Declan prende la sua auto e va all'ufficio del capo medico legale che si trova a cinque minuti di distanza dalla centrale. Parcheggia davanti all' edificio in cemento, sul davanti ci sono le finestre del piano terra con le sbarre e una porta. Declan entra e parla con la segretaria del dottor Bates. È una signora dolce e paziente, ha all'incirca ottant'anni anche se nessuno ne è sicuro ma ne dimostra almeno trenta di meno. Dopo averlo riconosciuto la signora Espinoza gli sorride e gli dice che se vuole può aspettare nell'anticamera della sala di autopsia che il dottore finisca quella che sta già facendo. Declan ringrazia e decide di entrare. Si mette di fronte alla parete in vetro che da sulla sala delle autopsie e aspetta riflettendo sulle cose da fare in quella che sarà una giornata molto lunga. È così concentrato che non si accorge nemmeno della porta che si è aperta dietro di lui. Infatti l'agente Miller si sofferma a osservarlo. L'agente Miller vede che l'uomo riflesso nel vetro deve avere non più di trent'anni, ha i capelli castani ricci con un ciuffo ribelle che deve sempre risistemare, il suo corpo è snello e i muscoli dei pettorali tendono il tessuto della t-shirt al massimo. Ad un certo punto però Declan si accorge del suo arrivo e la saluta.

A mente freddaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora