Riuscii a convincerla ad andare a mangiare qualcosa. Andammo ad abbuffarci da Starbucks, lì le cose erano buonissime.
"Come hai fatto con il lavoro?"
Mi chiese Daisy dopo aver ingerito un pezzo del suo panino.
"Ho spiegato la situazione e mi hanno concesso un giorno libero."
Le dissi mangiando una patatina.
"Ti trovi bene? Le persone sono gentili con te lì?"
Mi chiese. Era tenero il fatto che si preoccupasse per me, sorrisi per questo.
"Sì, mi trovo abbastanza bene e sì,sono tutti molto cordiali nei miei confronti... A parte il maggiordomo. Quel tipo è sempre piuttosto freddo con tutti. Sembra un altezzoso con la puzza sotto il naso."
Le dissi ricordandomi il comportamento assunto da George nei confronti di tutti. Che tipo strano.
"Meno male."
Disse rilasciando un sospiro di sollievo.
"Come mai sembri così sollevata?"
Le chiesi confusa.
"Beh, ero preoccupata del fatto che tu facessi un lavoro in cui ti trovi male, solo per me e per la mamma e... ecco, a volte mi sento un po' un peso."
Mi confessò arrossendo.
"Ma no, tesoro, tu non sei affatto un peso. Sei la mia sorellina, è il mio compito come sorella maggiore prendermi cura di te."
Le dissi sorridendole. Lei ricambiò il sorriso con espressione felice.
Verso le 05:00 pm, tornammo in ospedale. Ero decisa a parlare con mia madre, così dissi a Daisy di aspettarmi nel corridoio ed entrai nella stanza.
"Cosa vuoi?"
Mi chiese acida.
"Parlarti."
Le risposi semplicemente.
"E, sentiamo, cosa vorresti mai dirmi?"
Mi chiese scettica.
"Il dottore ha detto che se continui con questo andamento, non sopravviverai a lungo."
Le dissi diretta, sperando che Daisy non fosse dietro la porta ad origliare. Ridacchiò.
"Ti preoccupi per me ora?"
Mi chiese rivolgendomi uno sguardo di sfida.
"No, io no, ma Daisy sì."
Sospirò.
"Io ormai ho perso le speranze, ma lei no. Lei ha bisogno di te."
Le dissi.
"Nessuno ha bisogno di me."
Disse flebilmente.
"Non ti chiedo di smettere per me, ti chiedo di farlo per lei. Lei ti ama, sei la sua mamma... Daisy è la tua seconda possibilità di essere una buona madre, non sprecarla così."
Le dissi. Mi guardò.
"Mi odi, vero?"
Mi chiese sperando in una risposta negativa... non l'avevo mai vista così.
"Te lo chiedo per favore, non vogliamo perderti."
Dissi ignorando la sua domanda, anche se non del tutto. Chiuse gli occhi.
"Ho bisogno di riposarmi."
Disse per poi girarsi dal lato opposto al mio. Sospirai. Uscii dalla stanza."Come sta?"
STAI LEGGENDO
Il ragazzo dei ritratti H.S.
Fanfiction'Regole del contratto: 1. Esaudire ogni richiesta espressa dal Padrone, indipendentemente da quale essa sia; 2. Non entrare nelle Sue stanze senza il Suo permesso; 3. Non avvicinarsi a Lui senza il Suo permesso; 4. Non toccarlo senza il Suo permesso...