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Era una delle mie solite giornate, ma qualcosa quel giorno attirò la mia attenzione.
Non passo molto tempo davanti allo specchio ma stavolta mi sembrò particolarmente interessante il mio riflesso allo specchio.
Il riflesso mostrava un ragazzo sulla diciottina abbastanza alto, i capelli di un colore sul cioccolato spettinati che ricadevano sulla fronte, le gote rosse risaltavano sul viso, gli occhi nocciola impressi di sangue, le labbra sottili e nei sparsi un po' ovunque come accadeva nel resto del corpo.
Il petto nudo sulla norma cosparso di nei, perlopiù sulla schiena, e di violacei segni di possessione.
A coprire le vergogne c'erano un paio di boxer larghi di un certo super eroe a me molto caro, Capitan America, volevo diventare come lui da bambino.
Le gambe, anch'esse sulla norma del corpo di un uomo medio, ricoperte dei soliti nei che mi caratterizzavano, non depilata da almeno una settimana.
Il mio pensierò dal battito del mio cuore e dal movimento del mio petto ad ogni respiro passò alle svariate foto attaccate allo stesso specchio.
Le foto più vecchie, quelle leggermente coperte da altre molto recenti.
In una di questa mostravano un ragazzino sulla sua prima bicicletta con le ginocchia sbucciate, un sorriso mi apparve a quel ricordo, avevo solo sette anni quando mio padre mi portò una bicicletta di un rosso sbiadito, di sua precedente appartenenza, passammo una giornata intera nel tentativo di tenermi in equilibrio e si fece sera quando finalmente riuscì a girare per il giardino senza urlare "Papà, aiuto!" per poi precipitarmi a terra e piangere toccandomi le ginocchia sbucciate.
Un altra mostrava un ragazzino, con una massa di capelli improponibile, dal barbiere mentre quest'ultimo gli passava lentamente la macchinetta sulla nuca lasciandogli cadere sul viso i capelli, mi ricordo quando tornai a casa che mia madre non mi riconosceva più, disse "Dov'è mio figlio?Ti sei portato un leone e sei tornato con un gatto spelacchiato!", quante risate, da quel giorno passavo ogni mese dal barbiere per la mia solita spuntatina.
Un altra ancora raffigurava il carnevale in cui incontrai l'attore che interpretava Capitan America, il mio eroe preferito, ed io ero travestito come ogni anno con la sua tuta, mi ricordo di avergli impresso la maglia di lacrime quando lo incontrai, ancora non mi sembra vero.
Riguardando queste foto un pensiero mi occupò la mente"Dio, quanto sono cambiato negli anni?".
Ormai non ricordo più i miei sogni, le mie avventure e le mie speranze giovanili.
Non ricordo più le cose che raccontavo a papà quando tornavo a scuola super felice per un bel voto.
Non ricordo più i sorrisi di mia madre quando arrivavamo nella sua stanza ospedaliera con un mazzo di fiori, che per me sembrava gigante al tempo ma ora se lo avessi in mano mi sembrerebbe un normale mazzo di fiori.
Non ricordo più le mie paranoie, le mie lacrime.
Non ricordo niente.
Ora sono grande, ho altre problemi, altre cose da pensare, altri sogni, altri motivi per cui essere felice.
Anche se molti dei miei sogni di bambino si sono avverati.
Ho una bella casa.
Tanti amici.
Una fantastica macchina.
Un lavoro.
Tante avventure.
Un amore.
A quest'ultimo pensiero notai le possenti braccia attorno a miei fianchi, la testa di un ragazzo sulla ventina, dai capelli corvini intento a lasciarmi dolci baci nella zona concava del mio collo su cui si è appoggiato.
Si, sono cambiato.
Sono cambiate tante cose, molte non mi sono piaciute.
Molte mi hanno fatto soffrire, mi hanno lasciato intere notti sveglio nella ricerca di una solizione e mi hanno creato cicatrici incurabili, corporee e spirituali.
Ma altre...altre mi hanno fatto sorridere, mi hanno fatto sperare in un domani.
Tutte queste cose mi hanno creato e non cambierei mai ciò che questi avvenimenti, tristi e no, hanno creato.
Questo sono io e mi accetto.

Spazio mio
Hey, come state?
Io un po' giù in questo periodo.
Chi è più grande di me avrà già passato questa fase adolescenziale in cui tutti siamo emo ambulanti(senza offesa agli emo)
Questo capitolo mi è venuto in mente mentre ascoltavo un po' di musica, perlopiù la canzone Photograph mi ha ispirato a questo capitolo.
Non sono la persona adatta a creare testi del genere, che trattano di cose come problemi che possono avere persone più grandi di me o la sensazione di accettarsi, sono ancora troppo piccola per capire certe cose ma il cuore mi dice di scriverne e io l'ho fatto.
Ovviamente chi è più maturo di una semplice tredicenne sa come affrontare certe situazioni e pensa diversamente certe cose, usando un aspetto più serio e logico.
All'inizio non volevo pubblicarlo per i fatti elencati, volevo tenerlo solo come una bozza ma ho cambiato idea.
Scusate per l'orario e ciao.
Buona notte.
Stiles, che si sta ancora specchiando, vi saluta ed augura alle persone che stanno male o che non si accettano per come sono di stare meglio, un giorno, e di ricordarsi che siamo tutti bellissimi, non sempre fuori, ma dentro.

STEREK ||Humor||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora