Capitolo 1

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Fuori piove.
Forse questo giorno è destinato al vortice della tristezza.
Penso a questo mentre guardo scorrere goccie di pioggia lungo la superficie della finestra.

Anche il cielo piange.

Eppure dai miei occhi non è scesa una lacrima.
Ho il peso dell'impotenza sul cuore, la colpevolezza di aver capito troppe cose...troppo tardi.
Eppure non c'è stata una lacrima.

Lui mi ha sempre detto che la sua bambina non era destinata a piangere.
Quindi non lo farò.

Ma sono così triste nonno.
Mi senti?
Perché sei andato via? Perché?!
Io...lo so che non riuscivi a combattere più...
Però saresti potuto restare...per me...

Sono una tale egoista!
Ma non posso farci nulla...voglio solo che tu sia con me.

-Per favore torna...- sussurro accompagnando col dito il  percorso di una goccia di pioggia.

-Io...prometto che non litigherò più con mamma e papà e guarderò con te tutti quei film vecchio stampo che non sopporto! E tu faresti le tue solite battute sui miei jeans strappati e io potrei risponderti in modo altrettanto sfrontato.
Poi potremmo andare a quel bar che tanto ti piace! E faremo una gara per vedere chi mangierá più cornetti!- la prima lacrima scende dai miei occhi, mentre continuo il mio monologo con un sorriso malinconico.
-Quindi...perché sei andato via? Questa casa è troppo buia senza di te.-

Lentamente rivolgo la mia attenzione all'orlo della porta, sentendo un cigolio.

Lui mi guarda triste, senza compassione o finto dispiacere.
Solo triste.
Come me ed il cielo.
Appena incrocio i suoi occhi mi assale la consapevolezza che lui sia l'unico capace di capirmi.
Senza dire una parola.

Si avvicina a me stringendomi in un caloroso abbraccio.
E allora sento di non poter più trattenere nulla.

Torna nonno!

-Piangi Jay, ci sono solo io. Puoi piangere...- mi sussurra accarezzandomi i capelli e asciugandomi delle lacrime con il suo pollice.

-Mi manca, Mikey- ammetto, lasciando finalmente al mio dolore una via di fuga.

-Shh...ora lui sta bene e ti starà guardando sorridendo. Non avrebbe mai voluto vederti piangere. E neanche io-

-Vorrei solo essergli...essergli stata vicino. Non ho fatto neanche questo!-

-Hai fatto più di tutti per lui Jay. Lo hai fatto sentire vivo. Non avrebbe potuto chiedere una nipote migliore-

-Sai...se n'è andato dormendo... forse qualcosa nei sogni lo ha convinto che era arrivato il suo momento...- dico contro il suo petto stringendo in un pugno la sua felpa dei Queen. Mio nonno lo avrebbe preso in giro per tutti i colori scuri che indossava.
-Ti voleva bene, Mike- dico, sia perché è vero sia perché mio nonno non lo avrebbe mai detto. Non era un uomo per i sentimentalismi.

-Lo so. Anche io volevo bene a lui J- sospira appoggiando il mento sulla mia testa, senza smettere di abbracciarmi.

-Qualche giorno fa mi disse:"Michael, prenditi cura della mia ragazza. Il mondo là fuori sa essere crudele e voglio che mi prometti di stare accanto alla mia bambina sempre. Ora è la tua bambina, ragazzo".
Ti sarei stato vicino in qualsiasi caso, J. Ma questo per farti capire che lui già sapeva di dover andare. E ha pensato a te. Anche ora lo starà facendo. Sono sicuro che vorrebbe esserci lui, qui al mio posto, ad abbracciarti.-

-Forse lui c'è...-  dico lentamente, stringendo la sua mano tra le mie, così piccole rispetto la sua.

-Le persone a cui vogliamo bene non ci lasciano mai davvero. Ricordalo.-

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