Mario
Dopo il quarto ballo, Mario torna in sé. Si stacca. "Scusami, ho lasciato la mia amica da sola, devo andare".
E senza nemmeno attendere la replica di Fabio, si allontana. Torna da Dafne.
"Allora, com'è andata?"
"Beh bene direi, ti ho accontentata più del dovuto anche!"
"A me è sembrato non stessi più accontentando me ad un certo punto.." – fa maliziosa.
Mario nasconde un sorriso, non cede alla provocazione, e la porta in pista.
Gli era mancata questa sensazione di spensieratezza. Si rende conto che deve volersi bene di più, che deve godere di ciò che ha piuttosto che abbattersi per quel che non ha. Sente di essere più forte, ora.
Dopo l'ennesimo ballo esce a fumare con Dafne, ridono insieme, è proprio una bella serata.
A pochi passi da loro lo rivede, il ragazzo di prima. Chiacchiera con un amico, poi gira la testa e lo vede.
Incrociano i loro sguardi varie volte, l'uno mentre parla con l'amico, Mario mentre parla con Dafne.
Finiscono la sigaretta, Dafne fa per entrare. "Ti raggiungo tra un attimo." E prende a trafficare col cellulare, non si sa bene perché.
L'amico di Fabio rientra e lui invece si ferma sull'uscio. Ora nel vicolo sono soli.
"Ehi, ci si rivede" – fa lui.
"Eggià."
"Sei un bravo ballerino sai?"
Mario spalanca un sorriso. "Sei serio o me prendi in giro?"
"Serissimo!" – e sorride anche lui.
"Anche tu te la cavi!"
"Ah.. me la cavo?" – alza un sopracciglio.
Mario non risponde. Si guardano in silenzio, dritti negli occhi per un attimo.
Poi succede. Quell'iniezione di coraggio che non si sa da dove arrivi. L'alcol, le promesse a Dafne, quelle a se stesso.
"Ti va di darmi il tuo numero?"
Fabio sorride, e gli si avvicina per dettarglielo.
Claudio
E' a cena da Pini. Oggi ha deciso di farsi del male, decisamente. Sì, perché Pini è un disastro ai fornelli quanto lui. Forse anche più di lui. Però non lo vuoi provare il risotto mantecato col formaggio del caseificio? Certo che si.. e speriamo non vada a fuoco la casa.
Mattia e Gianluca sono shockati che non li abbia avvelenati, e Paolo rotea su se stesso autocelebrandosi della riuscita della cena. Rosita lo abbraccia entusiasta. La serata scorre veloce tra chiacchiere, risate e canzoni improvvisate. Mattia e Gianluca tornano a casa, Claudio si offre di riaccompagnare Rosita.
Pini decreta che ha faticato abbastanza quella sera, e Claudio e Rosita finiscono per lavare i piatti mentre il padrone di casa si riposa sul divano facendo zapping.
"Come stai?" gli chiede improvvisamente Rosita porgendogli un piatto da asciugare.
"Bene.. perché me lo chiedi?"
"Lo sai.. l'altro giorno ti ho visto parecchio giù."
"Cerco di non pensarci, Rosi, ma a volte succede."
Rosita annuisce, sul suo volto un'espressione comprensiva.
"Era da un po' che non pensavo a lui. Dal mio compleanno, mi sa.."
"Non ti ha fatto gli auguri, vero?"
Claudio scuote la testa. Eppure lui ad Aprile glieli aveva fatti, nonostante tutto. E Mario non aveva risposto. Aveva chiuso ogni porta, nemmeno un grazie era riuscito a dirgli. Quella freddezza lo aveva ferito da morire.
"Il problema è che.. continuo a pensare che il nostro problema siano stati gli eventi, le circostanze.. che ci hanno diviso altre cose, che forse in una situazione normale, più tranquilla, saremmo stati bene. E' questa la cosa che ogni tanto mi tormenta, che mi fa pensare che mi sono lasciato sfuggire qualcosa di importante.
Quando gli ho detto che non lo amavo ero in crisi, ero arrabbiato con lui, per come si stava comportando.. ma allo stesso tempo dentro di me non lo credevo davvero.. speravo di spronarlo a lottare per me, che questa cosa lo facesse svegliare, e capire che mi stava perdendo.. invece a quanto pare aspettava solo quello per andare via.."
La voce gli si incrina, ha gli occhi lucidi.
Rosita molla tutto e lo abbraccia.
Paolo, poco più in là, ha sentito tutto. Si alza e gli si avvicina.
"Claudio.. c'è qualcosa che devo dirti."
Si stacca dall'abbraccio con Rosita. "Ti ascolto."
"Quella notte in cui voi avete litigato.. Mario è venuto da me. Non mi guardare con quella faccia, mi ha pregato di non dirti niente. Era sconvolto Clà.. piangeva, a stento respirava un altro po'. Inveiva contro di te, contro se stesso.. è stato due ore a piangere maledicendosi per tutte le volte che aveva dato il via alle liti più stupide.. Era davvero a pezzi. Io ho tentato di rassicurarlo, di dirgli che la cosa si sarebbe risolta, ma lui era rassegnato, gli avevi detto che non lo amavi più. E lui aveva deciso di non insistere, ti aveva fatto troppo male e voleva solo la tua serenità. Questo è quello che mi ha detto."
Paolo guarda in basso, colpevole, ha paura della reazione di Claudio che non tarda ad arrivare.
"Perché cazzo non mi hai detto niente allora?"
"Claudio.. lui mi ha pregato. Una sola cosa mi ha chiesto, una, non potevo andargli contro!! Gliel'ho detto in tutti i modi di riprovare, ma lui voleva tornare a Roma. Speravo si facesse vivo dopo un po' ma non è stato così.. e di questo non ho colpe.."
E' vero. Mario avrebbe potuto ritentare, cercare un contatto. Non l'aveva mai fatto. Né a Natale, né ad Aprile per il suo compleanno, né in qualsiasi altra occasione. Mario probabilmente era andato avanti, se n'era fatto una ragione, cosa che Claudio ancora non era in grado di fare.
Rientra a casa pensieroso, buttandosi sul letto, il vano tentativo di silenziare i pensieri.
Afferra il telefono, scorre la sua rubrica, trova il suo numero. Osserva lo schermo, osserva quel numero, quel nome.
E poi ...chiude tutto.
Lo poggia sul comodino, sperando di addormentarsi il prima possibile.
Se telefonando
io potessi dirti addio
ti chiamerei...
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Il conforto - Clario
FanfictionDopo aver tanto lottato, la storia tra Claudio e Mario si sgretola nemmeno un anno dopo, in una notte di Novembre. A distanza di tempo la ferita però è ancora viva, aperta, bruciante. Riusciranno a ritrovarsi o le incomprensioni passate avranno la m...