Progressi

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Claudio

Ha avuto una giornata infernale, girando come un trottola, tra palestra, bar, fornitori, commercialista. Anela a sedersi sul divano di casa più di qualsiasi cosa, persino più del cibo.

Rientra in casa e guarda l'ora. Sono le 19 ma è stanco come se fossero le 2 di notte.

Prima di preparare la cena decide di concedersi una mezz'oretta di sonno, sul suo adorato divano.

Non fa nemmeno in tempo a chiudere gli occhi che viene svegliato dal suono del telefono, dannazione.

Guarda lo schermo. Legge il nome e cerca di ricordare. Carlo M.

"Pronto? Carlo?" – dice dubbioso.

"Claudio? Ah vedo che hai ancora il mio numero, menomale! Come stai?"

Claudio riconosce la sua voce. E' Carlo, il responsabile di un brand di abbigliamento per il quale ha lavorato anni fa.

"Tutto bene Carlo, e tu?"

"Bene bene! Scusami se ti disturbo so che non ci sentiamo da tantissimo e ti chiederai perché ti rompo le scatole.."

"No ma figurati.."

"Vengo al sodo, sai che sono fatto così. Stiamo preparando una capsule collection e ci serve un testimonial, abbiamo già collaborato in passato e ho pensato a te. Ti andrebbe?"

"A me? Lo sai che è da un po' che non faccio questo tipo di lavori.."

"Lo so Claudio, ma voglio essere onesto. Avevamo trovato un modello ma ci ha dato buca, e visto che i tempi sono ristretti, piuttosto che chiamare un altro tipo dei casting che non ci convince preferiamo andare sul sicuro. Tu conosci già il marchio, hai lavorato per noi, so che sei un tipo affidabile e abbiamo proprio bisogno di te!"

"Di cosa si tratta precisamente?"

"Faremo degli shooting e realizzeremo anche un catalogo con alcune delle foto scattate."

"Il periodo?"

"Credo che ci metteremo una settimana. La prossima, precisamente.."

"La prossima???!"

"Claudio ti prego non mi mandare affanculo. So che la richiesta è davvero dell'ultimo secondo ma sono nei guai. Te lo chiedo come amico. Se puoi, se hai la possibilità, accetta, mi toglieresti dai casini. Prometto che sarai ben pagato!"

"Ma non è questione di soldi, devo organizzarmi col bar.."

"Lo capisco, però se puoi dammi una risposta in tempi brevissimi, per favore. Tipo domani."

"Va bene, ti faccio sapere. Ti chiamo domani e ti dico. A proposito, dove si scatta?"

"Non te l'avevo detto? Lo shooting è a Roma."

A Claudio per poco non scappa di mano il telefono.

"Ti.. ti faccio sapere Carlo.. a domani."

Roma. La città di Mario. La sua terra, il suo mondo. L'avrebbe avuto a portata di mano.

Non va a Roma da prima di interrompere la sua storia con Mario, non è certo di essere pronto.

Rimane col telefono in mano a pensare, finché non compone l'unico numero che può dargli delle risposte.

Rosita.



Mario

Sono passati diversi giorni dal primo bacio con Fabio e Mario è decisamente contento di come sta procedendo. Si sentono, si messaggiano, si vedono. Si sono visti varie volte dopo il lavoro, e ogni volta Mario non ha potuto che riconfermare le sue impressioni iniziali. Fabio è un bravo ragazzo. E' attento, dolce, gentile. E' simpatico e molto..molto carino. Mario non riesce a trovargli difetti visibili e questo un po' lo imbarazza, lo fa sentire inadeguato. Spera di piacergli perché Fabio è una persona valida. Crede di piacergli perché vede come Fabio lo guarda, e auspica di non essersi fatto un film nella testa che non c'è.

Quel venerdì si danno appuntamento, ed è l'occasione per farsi bello per lui, per passare una bella serata senza l'ansia di dover lavorare il giorno dopo.

Vanno in un gastropub. Fabio ha capito da subito che Mario non è un tipo che va pazzo per i ristoranti impostati, ma al contempo cerca di portarlo in luoghi carini, seppure informali.

Chiacchierano, e ridono, mentre si raccontano le loro giornate, anche se in realtà si son già detti tanto in questa settimana. Mario apprezza il fatto che Fabio non stia lì a mandargli tremila messaggi, ma semplicemente lo chiami, quando ha voglia, per sentire la sua voce, scorgere i cambiamenti del suo tono di voce rispetto un argomento o un altro, piuttosto che preferire un freddo messaggio.

Nessuno dei due ha voglia di tornare a casa, e optano per un giro in macchina. Finchè Fabio non lo porta su una terrazza panoramica.

Scendono e per un po' stanno con il naso all'insù, cercando di vedere qualche stella, nascosta dalle troppe luci della città.

"Sei veramente bello stasera" – gli dice Fabio. E Mario non può che imbarazzarsi ad un complimento così diretto. E' più abituato a farne che a riceverne.

"Grazie. Anche tu stai decisamente bene." – fa ammirando il maglione che gli definisce le spalle.

E Fabio lo ringrazia, imbarazzandosi un filino anche lui, stampandogli un lieve bacio e proponendo di tornare in macchina, ha freddo.

Tornano velocemente nella vettura e Fabio mette in moto, per poi spegnerlo dopo pochi metri. Accosta, e Mario vede che la zona è più buia della precedente. Fabio gli si avvicina e cerca la sua bocca. La trova, si insinua all'interno, accarezzando la lingua con la sua.

Ad ogni bacio i loro corpi si avvicinano, finché Mario si ritrova quasi in braccio a Fabio, senza nemmeno accorgersene. Le mani iniziano a vagare in posti più arditi, la presa si fa più forte e passionale.

Mario avverte la mano di Fabio scivolargli sul sedere, tastandolo da sopra i jeans.

Si irrigidisce e fa per allontanarsi, nella sua mente un perenne conflitto tra la voglia di lasciarsi andare e quella di frenarsi.

Fabio coglie subito quel distacco e riacquisisce lucidità.

"Scusami.. se ho fatto qualcosa che ti ha infastidito."

"Tranquillo.. non hai fatto niente di cui scusarti.."

"Terrò comunque le mani a posto." – dice Fabio, tra il malizioso e lo scherzoso.

"Non ti ho chiesto di farlo" – risponde Mario ridacchiando.

Poi ci pensa. Gli sta mandando segnali contrastanti. Prima si allontana e poi dice che non deve frenarsi. Effettivamente non lo sa nemmeno lui. Sospira, prende la parola.

"Forse è semplicemente che.. non sto con qualcuno da tempo e non mi è facile lasciarmi andare con facilità.."

"Capisco benissimo non ti preoccupare. Farò il bravo" - Fabio lo stringe. – "Non sarà facile, però.." – ridacchia – "voglio che tu sappia che ti rispetto. Quindi prenditi il tuo tempo."

Mario annuisce. Si avvicina, lo bacia. Non riesce ad incontrare la lingua di Fabio, ha la bocca serrata. Si stacca e lo guarda perplesso.

"Ah scusa, i baci con la lingua sono concessi, si?"

"Ma quanto sei cretino!" – dice Mario ridendo e scuotendo la testa.

Fabio gli mette le mani dietro la nuca e lo riattira a sé, stavolta schiudendo la bocca.

Le loro lingue si rincrociano, Mario inizia a sentire decisamente caldo in certe zone, ma decide di ignorarle e seguire la sua linea di pensiero col freno a mano tirato.

Verrà il giorno in cui deciderà di toglierlo.

Per ora si gode il momento, e gli piace anche così.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23, 2017 ⏰

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