Capitolo 7.
<< Anemens! >> Mederit lo strattonò da un braccio con forza, ottenne la sua attenzione, era visibilmente arrabbiato.
<< Cosa vuoi? >> Sputò le parole come se fossero veleno.
<< Basta, ti prego. >> Aveva gli occhi lucidi.
La guardò sospirando, si tolse dalla sua presa e continuò a camminare nel corridoio.
La ragazza cercò di riprovarci ma fu fermata da Lumber: << lascialo solo, ne ha bisogno. >>
<< La sua rabbia...non mi convince...non mi piace per niente. >> Aggiunse Saky raggiungendo i due, si grattò il mento come le era solito fare quando pensava.
<< Lumber, io non posso lasciarlo da solo, tu sai perché! >> Lo guardò dritto negli occhi supplicandolo.
<< Mederit, Lumber ha ragione. >> Disse l'altra, la prese per un braccio portandola via.
Il ragazzo restato da solo sospirò, la tensione c'era e si sentiva perfettamente, decise di ringraziare Alessya per avergli salvato la vita. A passi lenti e nervoso arrivò davanti alla porta, l'aprì tremante e la vide a terra, con gli occhi chiusi, in preda alle lacrime. Inizialmente pensò di andare via, ma decise di restare e provare a dire qualcosa.
<< Senti...tu...insomma...non devi sentirti in colpa...non hai fatto niente...lascia stare Anemens, è fatto così...Grazie. >> Si avvicinò a lei cautamente, aveva paura della sua reazione.
<< Capito? >> Posò la sua mano sulla spalla di lei, come per darle conforto.
A quel tocco s'immobilizzò di colpo. Notandolo arretrò la mano.
<< Ehi...so che tutto ti sconvolge ma non devi aver paura, non ti succederà nulla. >> La guardò in cerca di qualche risposta, movimento.
<< Odio. >> Si alzò lentamente << te. >> Stava sulle ginocchia << gli altri. >> Ormai era in piedi, i capelli le cadevano sul viso << e questo posto. >> Alzò il volto, scoprendo il suo sguardo, gli occhi non erano i suoi, ma un pozzo senza una fine, neri e spaventosi.
<< Alessya. >> Lumber indietreggiò spaventato sbattendo la schiena sulla parete.
Un sorrisetto maligno le si era stampato sulle labbra. Rideva senza un motivo, come una matta, le sue mani tremavano sempre più.
<< Ho voglia di sangue, ma non il tuo. >> Disse, accarezzandogli la guancia fino alle labbra.
<< Cosa vuoi? >> Chiese spaventato.
<< Anche se il tuo non sarebbe male. >> Graffiò con le unghie il suo volto, è leccò le gocce di sangue che uscirono.
<< Alessya, smettila. >> Cercò di spintonarla ma con scarsi risultati, non si muoveva di un centimetro.
<< Voglio l'amaro e maledetto sangue che scorre nelle vene del tuo amico. >> Si voltò andando verso la porta con un sorrisino malvagio.
<< Non farlo! >> Gridò afferrandola per un braccio, ma un'onda di energia lo scaraventò contro il letto.
**
Saky abbracciava Mederit che stava seduta sul letto, in preda alle lacrime.
<< Calmati, tutto si sistemerà. >> Le sussurrava e nel frattempo le accarezzava i lunghi capelli viola.
<< Io ho paura. >> Rispose fra i singhiozzi.
<< So che gli vuoi bene, ma sai anche che in questi casi non puoi far nulla. >>
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The Prophecy of the spirits- L'equilibrio perduto.
FantasyAlessya Scott una ragazza diciannovenne agli sgoccioli della sua adolescenza, vive all’oscuro della vera identità della sua famiglia. Una sera, al ritorno da una festa accadranno strani eventi e si ritroverà a leggere un messaggio da parte dei suoi...