Capitolo 4: La realtà, così diversa.

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Pose per un momento l'amico a terra, era maledettamente pesante e lei aveva sprecato le sue energie per battere "quei cosi" che l'avevano attaccata. Mise la chiave in tasca,  il libro nella borsa e si accarezzò le guance macchiate della sostanza nera, sicuramente il sangue di quei due mostri. Ma come avrebbe portato un cadavere fuori senza farsi notare? Chiuse gli occhi e sussurrò una lunga cantilena, che le venne sul momento, alzò le mani in direzione del cadavere, e queste s'illuminarono di una polverina rossa, quando ebbe finito passò a lei. Tocco con entrambi i palmi il suo viso e poi il resto del suo corpo. Man mano, i vestiti ritornarono come nuovi, insieme a loro la pelle pulita e le ferite rimarginate. Aprì gli occhi, si sentiva esausta, le doleva tutto il corpo, fece un gesto con la mano e il corpo dell'amico fluttuò nell'aria, circondato da una barriera di luce rossa. Con passi lenti ma decisi, percorse il corridoio arrivando all'ascensore, ormai non funzionante. L'unica chance era scendere sei piani senza farsi notare da nessuno. Scese uno scalino dopo l'altro, tenendosi in equilibrio con la ringhiera, attenta a non inciampare e ogni tanto controllava se il corpo la seguisse. Piano dopo piano si accorse che ogni cosa era stata distrutta: muri crepati insieme alle mattonelle dei pavimenti e finestre rotte. Arrivò alla reception e sentì lo stomaco contorcersi: sangue, pezzi di carne umana ovunque, mobili rotti insieme a tutto il resto. Guardò in giro per vedere se qualcuno fosse vivo, ma si ritrovò davanti un volto familiare. Era Jasmine, con un'espressione di terrore sul viso, c'era solo la testa e nessun corpo. Si sentì in colpa per quella situazione, ad un tratto udì delle voci che si accavallarono, si guardò intorno e li vide. I fantasmi dei morti, a fissarla con occhi supplicanti di aiutarli,  vide Jasmine fissarla con rabbia e disprezzo, sentì una morsa al cuore. Accarezzò la testa della segretaria con dolcezza e delle immagini si fecero spazio nella sua mente.

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<< Jasmine, vieni dalla tua mamma! Brava cammina. >> Disse una donna molto giovane, dai capelli castani ed occhi nocciola, aprendo le braccia ad una bambina che le veniva in contro. La bambina agitò le mani allegramente, camminando a piccoli passi.

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<< Stai diventando davvero... Colpo di tosse <<Brava a disegnare! >>

La stessa donna più matura, dava dei colpetti sulla spalla ad una ragazzina.

Le si formò una smorfia di preoccupazione non appena sentì la madre tossire.

<< Grazie mamma, hai preso le medicine? >> Le chiese preoccupata smettendo di disegnare.

<< Non posso permettermele, lo sai. >> Tossì un'altra volta portandosi una mano sulla bocca.

<< Mi dispiace tesoro. >> Aggiunse.

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<< Sei ufficialmente la segretaria di quest'azienda, complimenti. >>

<< Vi ringrazio tantissimo. Grazie, grazie! >>

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<< Mamma! Finalmente ho trovato un lavoro decente per pagarti le medicine. >>

<< Devi coltivare il tuo sogno. Diventa una brava pittrice. >>

<< Non importa. >>

<< Invece sì! >>

Le disse la madre accarezzandogli la guancia destra.

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<< Sua madre è morta durante la notte, mi dispiace. >> Le disse il medico imbarazzato e dispiaciuto allo stesso tempo.

Calde lacrime bagnarono le guance della ragazza.

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<< Al momento non sono disponibili per nessun appuntamento, chiami più tardi! >> Rispose abbassando la cornetta. Non sapeva più come tenere a bada i clienti.

The Prophecy of the spirits- L'equilibrio perduto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora