Capitolo 9: Risposte incomplete.

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<< È bello parlare con te. >> Le disse il ragazzo-angelo e rivolse uno sguardo alla luna sorridendo.

<< Per me è la stessa cosa, forse sei l'unico a capirmi, eccetto Mederit, lei ci prova ma... >>

<< Parli della ragazza dai capelli viola? >> Chiese lui.

<< Sì, è molto gentile con me, cerca sempre di risollevarmi il morale. Poi c'è Lumber, lui è molto paziente e saggio e infine Anemens, meglio non parlarne. >>

<< Alessya, mia cara, cosa ti prende? >> Matteo si alzò e cominciò a parlare con uno strano accento e a gesticolare freneticamente.

<< Smettila dai! >> La ragazza rise dolcemente.

<< Fila subito nella tua stanza! Anzi in armeria, devi allenarti per sopravvivere! >> Assunse un'aria seria e cupa.

<< Sei bravo, ma non riuscirai ad imbronciarti come solo lui sa fare. >> Si alzò anche lei in piedi. Erano sul solito tetto, con la luna che brillava e la cittadina che dormiva nel buio della notte. Naturalmente nessuno sapeva delle scappatelle di Alessya per incontrare Matteo e quindi si vedevano a mezzanotte ogni giorno. Aveva bisogno di un amico e lui lo era.

<< Sai. >> Disse il ragazzo con un dolce sorriso << ti voglio far vedere una cosa. >>

<< Cosa? >> Era curiosa, l'ultima volta le aveva portato una torta al cioccolato era andato nel mondo terreno, perché nel paesino non venivano prodotte e quindi Matteo rischiava la morte ogni talvolta che tornava nel mondo dei mortali; Cawer (il suo insegnante nella cultura di quel mondo) le aveva spiegato che il piatto preferito dei mostri/demoni erano i semi angeli e che rilasciavano un'energia tale da essere rilevata da quelle creature, quindi era in costante pericolo e lei non lo voleva assolutamente.

<< Senti, se sei ritornato di nuovo nel mio mondo questa volta ti uccido io. >> Non riusciva ancora a dire "il mondo dei mortali", non accettava la sua parte non umana, anche se la conosceva ben poco e per lei era meglio così. Le davano ogni tanto qualche lezione sui poteri curativi e come creare uno scudo invisibile, per il resto non faceva altro che allenarsi con la spada, nel volo e nell'insegnamento della lingua madre.

<< No, no! >> Rispose subito, poi sorrise << vuoi vederla sì o no? >> I suoi occhi verdi scintillarono per un momento nel buio.

<< Beh, forse se vai a piedi sì. >>

<< Non ci penso nemmeno, ho le ali perché non dovrei usarle? >> Sorrise furbamente.

<< Beh, io preferisco...

Non riuscì a terminare la frase che già i suoi piedi distavano  tre metri da terra.

<< Sei più leggera dell'ultima volta. >>

Con quel "sei più leggera dell'ultima volta" intendeva il loro primo incontro, quando Alessya stava passeggiando alle quattro di mattina e lui l'afferrò per le braccia per prenderla un po' in giro.

<< Sono gli allenamenti. >> Rispose stanca.

<< No, no, tu non mangi abbastanza. >> La rimproverò.

<< Prova a mangiare tu quelle schifezze che chiamate "pranzo e cena." >>

<< Io le mangio. >>

<< Devo farti presente che le mie papille gustative sono rimaste ai tempi in cui mangiavo una fumante pizza con formaggio e della salsiccia grigliata con Ketchup e maionese? >> Alzò un sopracciglio in attesa di una risposta.

The Prophecy of the spirits- L'equilibrio perduto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora