Capitolo 5

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...



<< Luhan >> sentivo chiamarmi in lontananza, probabilmente era il caffè a chiamarmi.


<< LUHAN >> di nuovo? Stavo impazzendo per la stanchezza o cosa?


<< LUHAN, SVEGLIA! >> ero confuso, dannazione! Non feci in tempo ad aprire gli occhi, che non ricordavo nemmeno di aver chiuso, che mi sentii prendere per mano.


<< Ma che cazzo!? >> urlai aprendo gli occhi. Sehun? Quel maledetto bastardo, mi stava tenendo una mano, perchè? Ma che cazzo stava succedendo?


<< Luhan, porca troia! Mi hai fatto prendere un colpo! Ti ho chiamato tre volte e non mi hai risposto! Pensavo ti fosse venuto qualcosa! >> disse praticamente urlando mentre la sua mano si allontanava dalla mia, timidamente.


<< Eh? >> dissi io, dopo qualche istante utilizzati per metabolizzare l'accaduto. << Non ho capito, mi hai chiamato e dato che non rispondevo sei venuto vicino a me, mi hai preso per mano e mag- >> dissi iniziando ad alzare la voce, senza capirne nemmeno io il motivo.

Una mano mi arrivò prepotente sulla bocca senza che potessi fare nulla.

Credo di averlo guardato davvero malissimo, perchè inizialmente aveva un'espressione decisamente arrabbiata, poi passò ad essere confuso e poi finalmente si calmò e la sua espressione tornò relativamente serena.



<< Sei pazzo? Intanto siamo dentro un'università quindi non urlare >> disse con tono di voce relativamente calmo, << e poi nessuno si era accorto che ti avevo preso la mano, non c'era bisogno di dirlo ad alta voce... >> arrossì lievemente, mentre la sua voce diminuiva di tonalità.
Io non riuscivo davvero a capire cosa stesse succedendo, cioè la mia cotta mi aveva preso per mano, aveva fatto in modo che nessuno se ne accorgesse in un cortile fottutamente pieno di gente, e ovviamente io lo avevo spiattellato ai quattro venti?



Ottimo, Luhan, di sicuro lo conquisterai così!



Tirai un sospiro e la sua mano da davanti la mia bocca si spostò sulla mia spalla per poi scivolare via, in una tasca di quel suo giacchetto blu scuro con delle scritte in giapponese.
Respirai di nuovo, mi voltai, presi il mio tanto amato caffè ed iniziai a sorseggiarlo, mentre quel lampione non smetteva di fissarmi, seguendo ogni mio minimo movimento.

Ammetto che mi sentivo leggermente a disagio in quella situazione. Di solito non mi piaceva essere fissato in quel modo, tanto meno da lui, però stranamente stava iniziando a piacermi davvero essere guardato così; i suoi occhi erano in piena bramosia dei miei movimenti, quasi come se traessero forza da essi.



Continuavo tranquillamente a sorseggiare il mio caffè bollente.



Io lo guardavo, lui guardava me che guardavo lui.
Mi ricordava quella canzone che ascoltai qualche giorno fa, credo si chiamasse "Love,love,love" diceva "널 보는 날 보는 널 보는나" e descriveva appieno la situazione.




Il silenzio continuava ad essere il protagonista di quella conversazione. Continuammo a fissarci a vicenda finchè non gli feci capire che avrebbe dovuto parlare lui per primo, dato che l'imbarazzo si era creato a causa sua; ma la sua risposta fu un'espressione confusissima sul volto.
La sua faccia confusa mi fece accennare un sorriso tranquillo e pacato, e tra un sorso e l'altro, iniziò anche lui a tranquillizzarsi sorridendomi; in realtà ero dannatamente imbarazzato per tutto l'accaduto tanto che avevo bevuto tutto il caffè ancora bollentissimo.


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