Capitolo 12

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Come regalo di compleanno, Jongdae, decise di ridarmi il mio posto letto.
Nel senso che finalmente non dovevo essere più un latitante nella camera di Minseok e che quindi sarei potuto tornare a dormire nel mio letto e studiare alla mia scrivania. Purtroppo, anche se tutto questo per me era più che un regalo di compleanno, lui continuava a non rivolgermi parola se non per poche cose relative alla convivenza tra coinquilini. Io volevo fare pace con lui, ma dopo un mese si era risolto ben poco; provai varie tecniche, lo chiamai al telefono, gli mandai messaggi, gli lasciai bigliettini sotto la porta, sul cuscino o sulla scrivania, ma nessuna risposta... non mi permise di spiegare.


Sia io che Minseok eravamo davvero tristi per la situazione con lui e non riuscivamo a trovare via d'uscita, se non aspettare che ci permettesse di parlargli...


Io ho sempre voluto bene a quel dinosauro e anche se è il peggior/miglior coinquilino che potesse mai capitarmi, stavolta l'avevo fatta grossa. Sapevo benissimo che stavo ferendo i suoi sentimenti, ma anche lui i miei, cioè io provavo qualcosa di veramente molto profondo per Minseok e non avrei mai voluto che rinascesse proprio in quel momento, ma è accaduto e purtroppo i sentimenti sono l'unica cosa che l'essere umano non sa e non può controllare. Ho amato quell'uomo per 5 anni della mia inutile vita, come avrei potuto fingere che non ci fosse un legame superiore a qualunque cosa? Il problema è che sono entrambi persone importanti per me, ma non voglio arrivare a dover scegliere tra loro due, perchè anche se io scegliessi, nessuno potrebbe cambiare i sentimenti di Minseok, se non lui stesso.
Fondamentalmente, io avrei voluto solo vivere, per una volta, un periodo tranquillo della mia vita, ma a quanto pare, la sfortuna che mi perseguita da 23 anni, non mi lascia mai tregua.
Io e Minseok continuavamo a stare insieme, e Jongdae lo sapeva benissimo. Noi, in quel periodo, abbiamo sempre fatto in modo di comportarci come amici davanti a lui, per paura che gli potessimo dare fastidio. Ma ogni volta che ci vedeva insieme, ad esempio in cucina, oppure nel locale delle lavatrici, lui ci salutava, perchè è pur sempre una persona ben educata, girava immediatamente i tacchi e si dileguava.


Un giorno di maggio, io ero in cucina con Minseok a preparare la cena, in realtà stavamo cucinando insieme a delle nostre amiche.
Una di loro, avviò una playlist di canzoni (ammetto che ne conoscevo sì e no 5) e l'espressione di Minseok cambiò totalmente; sapevo che quelle erano le sue canzoni preferite, ma vederlo emozionarsi e cantarle, dopo aver fatto un sorriso ampio e puro, mi provocò qualcosa dentro che non riesco a spiegare. Eravamo quasi tutti a cantare mentre cucinavamo, quando entrò Jongdae nella stanza.

Io e Baozi, prima ci guardammo e poi guardammo lui.
<< Buona sera a tutti >> disse Jongdae fingendo un sorriso.
<< Ciao Jongdae, resti a cena con noi? >> chiese Emma dai capelli biondissimi, la pelle candida come la luce della luna e gli occhi azzurrissimi.
<< ... no, grazie... non ho fame >> disse voltandosi per poi andarsene.
<< No, Dae, aspetta! >> urlai io. Lui si voltò di scatto verso di me, mi fissò, poi guardò Minseok e se ne andò. Dopo quel momento l'atmosfera nella stanza non fu più la stessa, anche perchè solo noi tre sapevamo cosa fosse accaduto.
<< Ehi, ma cosa è successo tra te e il tuo coinquilino? >> disse So-Hee guardandomi in malo modo.
<< Lascia stare, cose tra coinquilini... >> dissi vagamente.
<< Okay, ma allora perchè ha guardato anche Baozi in quel modo strano? >> chiese curiosa.
<< Non lo so, magari non era giornata. Ma comunque che è? Un interrogatorio? Ci manca solo che mi punti la luce dritta negli occhi! >>
<< No, parole tue non mie! Comunque sei sulla difensiva, ciò implica che è successo qualcosa di grave... >> la sua espressione si trasformò in un'incognita << ...oddio non dirmi che era innamorato di te e tu lo hai rifiutato... >>
<< Stai scherzando, spero! >>
<< Beh, allora gli hai rubato la ragazza. Nessuno si comporta in un modo simile se non per questi due motivi... >> disse sicura di sè, So-Hee. Il mio cuore sussultò un momento e il mio sguardo corse subito verso Umin.
<< Ehm... no, ma come ti viene in mente?! E comunque è quasi pronto, apparecchiate >> dissi provando a cambiare discorso nel modo più imbranato possibile.
<< Lo sai che non mi fido di te e che scoprirò la verità? >> disse mentre mi fissava dritto negli occhi. La mia testa fece cenno di sì e dopo un sospiro profondo di resa, mi rimisi a cucinare.



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