Capitolo 4: Quando meno te lo aspetti

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Il mattino dopo, appena alzata, raccontai ad Ino quanto successo fuori dal pub con Sasuke e lei ne rimase molto sorpresa: "Non so come tu abbia fatto a prendere sonno dopo quella brutta esperienza, ma non uscirai più da sola in piena notte." 
"Non esagerare Ino! Ero sovrappensiero e mi ha colta di sorpresa"
"Lo avevo intuito da me, ma per favore sta attenta, non ci sono solo bravi ragazzi qui in giro. Tieni in borsa lo spray al peperoncino e gli occhi ben aperti quando giri di notte. Hai capito?" mi chiese seria. 
Vedendo la sua premura mi venne da piangere, sapevo che mi voleva bene e che anche se a volte si comportava da oca so-tutto-io, la vera Ino era quella che avevo davanti agli occhi in quel momento.
"Te lo prometto" risposi, stringendole le mani.
"Almeno sei riuscita a parlare con Sasuke. Non è che gli hai strappato anche un bacio della buonanotte?" mi chiese facendomi l'occhiolino e alleggerendo l'atmosfera.
"Che scema che sei, maial-ino!"

* § * 🌙 * § *

Ormai mi svegliavo presto anche senza bisogno delle esortazioni della sveglia. Alle sei e mezza uscii di casa e, arrivata al campo sportivo, trovai di nuovo Sasuke già pronto ad allenarsi. Mi scaldai per un attimo, maledicendo il mio ritardo - avrei dovuto di nuovo correre sul serio e rischiare un infarto - poi scesi in pista, cercando di mantenere un passo moderato nella speranza di portare a termine la fatica.
Quando Sasuke mi doppiò, fece un lieve cenno del capo come saluto, poi continuò per la sua strada. Mi feci coraggio ed aumentai la velocità, ma alla fine lui mi doppiò di nuovo, mentre io, esausta, mi ero fermata a riprendere fiato con le mani sulle ginocchia. Stavo facendo una pessima figura - di nuovo - quindi mi ripromisi di prendere più seriamente la corsa, volevo riuscire a correre veloce come lui, ne andava del mio orgoglio ed inoltre ero stufa di sentirmi così sminuita in confronto a lui.
"Già stanca?" mi chiese lui, rallentando fino a fermarsi ad un paio di metri da me.
"Sono molto fuori forma" gli risposi sincera.
"Non ti avevo mai vista qui prima della settimana scorsa..." sembrava un'affermazione, eppure percepii bene la domanda che sottintendeva: Che cavolo ci fai qui?
"Ho deciso di voler cambiare abitudini, dicono che correre faccia secernere endorfina ed aiuti le funzioni cerebrali. E in effetti mi sento più lucida e reattiva da quando lo faccio."
Lui non aggiunse altro ed io, preda del nervosismo, balbettai un "Ci vediamo in giro" prima di lasciare la pista. 
Sasuke naturalmente non mi rispose. 
Cominciavo a capire quanto fosse schivo e poco avvezzo alle convenzioni sociali, inoltre grazie ad Ino e ai suoi contatti ero venuta a conoscenza di varie cose sul suo conto ad esempio che viveva insieme al fratello maggiore - professore di filosofia - in un appartamento vicino al campus e che dopo la corsa mattutina faceva la doccia nel palazzetto e poi colazione in un bar che si chiamava Taka.
Non volendo sembrare una stalker, non mi ci ero mai addentrata, ma quella mattina decisi che era il momento di osservare più da vicino la mia preda, quindi feci anch'io la doccia lì - mi ero portata il borsone - e mi cambiai in fretta per arrivare al bar prima di lui.
Non appena misi piede nel locale, l'odore di uova e pancetta mi accolse, avvolgendomi come un manto caldo e mi accorsi di essere molto affamata.
"Benvenuta bella signorina!" mi accolse il barista con un sorriso fin troppo aperto.
I suoi capelli chiari tendevano leggermente all'azzurro e si intonavano con l'enorme acquario che campeggiava alle sue spalle.
"Buongiorno, vorrei ordinare un panino alla pancetta e un tè verde."
"Un attimo e arriverà tutto" mi rispose, mettendosi al lavoro.
Mi sedetti al bancone, in attesa che la porta si aprisse. Dopo qualche minuto il campanello dell'uscio tintinnò, indicando l'arrivo di un altro avventore. Il mio cuore perse un battito quando riconobbi, attraverso un riflesso l'inconfondibile volto di Sasuke.
Con la sua solita eleganza, lui si sedette ad un paio di sgabelli di distanza da me, rispondendo con un grugnito all'entusiasta saluto del barista.
"Sei sempre il solito orso scontroso!" lo rimbeccò l'altro, mettendo il mio ordine su un vassoio e posandolo di fronte a me.
"Buon appetito milady, non faccia caso a quel maleducato che non sa neanche salutare."
"Parli troppo Suigetsu, preparami il solito e non disturbare la clientela."
"Sì, sì, non so cosa ci trovino in te le ragazze, sarai anche bello, ma hai un caratteraccio terribile."
Sasuke gli lanciò un'occhiata omicida per intimargli di tacere e darsi una mossa.
Mi venne da ridere nel vedere l'indifferente divertimento di quel ragazzo nel preparare una tazza di caffè nero e un panino alla pancetta per l'Uchiha. Si vedeva che erano molto in confidenza.
Consumai il mio pasto in sordina, sorridendo dell'incessante chiacchiericcio di quel Suigetsu, poi chiesi il conto e, lasciati i soldi sul tavolo, uscii fuori, salutando i due con un sorriso. Lui non mi aveva salutata né aveva cercato di parlare con me, eppure avevo avuto l'impressione che il suo sguardo mi fosse stato addosso per tutto il tempo.

Cominciò tutto con un bigliettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora