Capitolo 8: Svolte

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Dopo minuti di pausa che mi parvero ore, decisi che era ora di mandar via il mio ospite. Riaprire certe ferite era stato difficile, ma una parte di me era felice di essere riuscita a mandar via quel senso di colpa, quel buco nel cuore che nessuno degli amanti avuti in quegli anni di lontananza era riuscito a riempire. 
Dire finalmente la verità mi aveva resa libera da quei rimpianti che mi avevano tormentata a lungo.
Il comportamento di Sasuke era stato inqualificabile, avevo sempre aborrito la violenza e i suoi gesti e le sue parole durante il nostro ultimo incontro mi avevano fatto male, anche se sapevo di essere io stessa la causa di tutto.
La mia insincerità aveva ucciso il nostro rapporto che aveva bisogno di tempo per crescere e maturare insieme a noi e il falso positivo del test di gravidanza ci aveva dato il colpo di grazia.
Nessuno di noi aveva altra scusante oltre alla giovane età e all'inesperienza, ma di certo tutto quello ci aveva segnato indelebilmente la vita.
"Non voglio sembrarti scortese, ma direi che è ora che tu vada. Si sta facendo tardi" dissi, stanca di quella conversazione troppo intima. 
Lui si alzò ed io lo accompagniai alla porta, restituendogli la giacca.
"Ho detto cose di cui ora mi pento, ma non possiamo più tornare indietro, anche se vorrei tu mi credessi riguardo il fatto che vorrei non averle mai dette. Ti devo le mie scuse per come mi sono comportato" affermò lui, porgendomi la mano.
Con esitazione, la afferrai e risposi: "Accetto le tue scuse. Ormai è arrivato il momento di metterci una pietra sopra."
"Eppure ora che ti ho rivista non sembra sia passato tanto tempo."
"Invece sono passati dieci anni... Almeno abbiamo messo da parte il rancore."
"Posso avere un bacio d'addio?" mi chiese, afferrandomi il polso e attirandomi verso di sé.
Le mie difese fatte di rancore, rabbia e risentimento erano scomparse come nebbia e lui se n'era accorto.
Sentire il contatto tra le nostre pelli e incontrare quegli occhi scuri come la notte, mi mandò in confusione per un attimo.
Sapevo che non dovevo cedere, eppure il mio corpo non sentì il richiamo della mente...
Mi accostai ancora di più, permettendogli di abbracciarmi e quando i nostri volti si trovarono a soli due centimetri di distanza, il telefono squillò, facendomi tornare alla realtà. 
Mi divincolai in fretta e mi apprestai a rispondere. 
"Pronto?" pronunciai con voce tremante a causa delle emozioni che fino a un attimo prima avevano fatto circolare litri di adrenalina nel mio corpo. 
Qualcuno sussurrò il mio nome all'altro capo del filo, poi cominciò ad ansimare sempre più forte e chiuse la comunicazione. 
Pallidissima riappesi la cornetta e mi strinsi tra le braccia, in cerca di calore.
"Che è successo? Che ti prende, Sakura?" mi chiese lui, vedendomi visibilmente spaventata. 
"E-era una te... telefonata di mo-molestie" riuscii a balbettare. 
Cercai di visualizzare il numero di chi aveva chiamato, ma risultò riservato, come le altre volte. 
"È già successo qualcosa di simile?"
"Sì, è la terza telefonata che ricevo. Sai... per un attimo avevo pensato che fossi stato tu" confessai.
"Io!?"
"Sono cominciate dopo che ho intrapreso l'istanza di divorzio... Ma l'ho pensato solo per un attimo, tu sei un tipo estremamente diretto, non hai motivo di spaventarmi con stupidi scherzi."
"Certo che no! Che cosa dice il tizio al telefono?"
"Nulla. Sussurra il mio nome ed ansima"
"Avverti la polizia. Per ora si limita alle telefonate, ma potrebbe anche passare ad aggressioni fisiche."
"Lo farò, ma adesso va' via per piacere."
"Sei sicura?" mi chiese. Per poi girarsi come una furia verso il telefono, quando questi ricominciò a squillare.
"Chiunque tu sia ti consiglio di piantarla subito! Ho già informato la polizia e rintracceranno la chiamata... Ah! Capisco. Gliela passo subito" disse lui, passandomi immediatamente la cornetta.
"Chi accidenti era quello?" borbottò Sasori al mio orecchio. 
"Ho ricevuto delle chiamate anonime di molestia e Sasuke ha pensato che lo fosse anche questa" spiegai, sotto lo sguardo serio ma sardonico di mio marito.
"E chi diavolo è Sasuke?"
"È qui per discutere del nostro divorzio."
"Tuo marito? E come ti è venuto in mente di invitarlo a casa tua!?"
"Io non ho invitato nessuno. Smettila adesso, non posso parlare. Ti richiamo dopo" risposi e riattaccai, mentre Sasuke origliava senza vergogna. 
"Non ha risposto subito ed io ho pensato che... Beh, lo sai. Spero di non averti causato troppi problemi" disse ipocritamente. 
"Non preoccuparti. Sono contenta di aver chiarito le cose tra noi. Shikamaru ti comunicherà i termini del divorzio. Arrivederci Sasuke"
"Sarai felice?"
"Ormai la mia vita non ti riguarda più."
"Mi sembra difficile da credere adesso che ti ho rivista. Comunque stacca il telefono e riposati. Mi sembri stanca. Buona serata" si congedò, lasciandomi con una sensazione di freddo alla bocca dello stomaco.

Cominciò tutto con un bigliettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora