Capitolo 6: Orgoglio e amore

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Erano le sette del mattino e mi stavo preparando per andare a scuola, avevo già preso le chiavi in mano quando il telefono di casa squillò e mi accinsi a rispondere. 
"Sakura..." pronunciò la voce dall'altro capo della cornetta cominciando ad ansimare, poi chiuse la comunicazione, lasciandomi ad ascoltare il suono della linea libera.
Pallida, posai il ricevitore e mi ricomposi. Era da qualche giorno che ricevevo molestie telefoniche e la cosa cominciava a spaventarmi. 
Temevo fosse qualcuno che ce l'avesse con me e speravo si limitasse a darmi fastidio in quel modo senza tentare altro. Stavo pensando di comporre il numero della polizia, quando il cellulare cominciò a squillare.
"Sasori!" risposi, avendo letto il numero del mittente della telefonata.
"Sakura, venerdì non posso venire a causa di una cena di lavoro, ma vorrei vederti sabato. So che non ti aspettavi la mia proposta e ti serve del tempo per pensare, ma non lasciarmi troppo sulle spine. Vorrei avere la tua risposta al più presto e che magari fosse un sì."
"Va bene, sabato avrai la mia risposta" affermai dopo aver riflettuto per qualche momento. Era ora di prendere una decisione una volta per tutte.
"A presto, questi tre giorni mi sembreranno un'eternità. Ti amo" disse lui, mentre io mi limitai ad un "A presto" non troppo entusiasta.
La sua richiesta oltre all'aver rivisto Sasuke aveva dato nuovi stimoli ai miei ricordi che si facevano sempre più limpidi mentre l'unica cosa che avrei voluto era farli cadere nell'oblio per il resto dei miei giorni.
Vedendo l'ora decisi di rimandare la telefonata alla polizia, non volevo fare tardi al lavore ed inoltre adesso altre questioni attiravano la mia attenzione molto più di un semplice molestatore telefonico.

§ 🌙 § 🌸 § 🌙 §

Fin dall'inizio non ci facemmo vedere in giro insieme, incontravo Sasuke sulla pista di atletica e a volte mi portava a casa sua. Avevo anche conosciuto suo fratello una sera...

Eravamo appena entrati nel loro garage e Sasuke, dato che eravamo in un posto buio e soprattutto appartato, ne aveva approfittato per intrappolarmi, tra lui e la portiera dell'auto, in uno dei suoi baci appassionati da cui ero ormai diventata dipendente.
Dopo qualche minuto in cui la ragione fu soppiantata dall'istinto a causa delle nostre labbra che faticavamo a staccare le une dalle altre, e delle nostre mani che esploravano le reciproche schiede, infilandosi sotto i maglioni, ecco che l'ambiente fu improvvisamente illuminato dall'accensione delle luci al neon.
"Otouto? Tutto okay?" chiese un uomo dall'ingresso che dava l'accesso alla villetta e che era incredibilmente somigliante al ragazzo che mi stava ancora abbracciando e che lo fissava attonito ed imbarazzato.
"Scusate il disturbo. Avevo visto la macchina rientrare, ma dato che non saliva di sopra mi sono preoccupato. Tu devi essere Sakura," mi disse con nonchalance, avvicinandosi per vedermi meglio e facendo finta di non averci sorpresi in una posizione compromettente.
"Sì, sono Sakura" risposi incerta, staccandomi velocemente dal giovane Uchiha.
"Io sono Itachi, il fratello di Sasuke"

Figuraccia da manuale, insomma. Ma lui mi aveva accolta cordialmente e alcune sere avevamo anche cenato tutti e tre insieme. Lo trovavo simpatico, oltre che brillante. 
Tuttavia, per quanto mi sentissi al settimo cielo perché ero la sua quasi ragazza, non volevo che la nostra relazione diventasse motivo di pettegolezzo, inoltre sapevo per certo che Sasuke non era il tipo di ragazzo che ti tiene per mano ed esprime i suoi sentimenti di fronte agli altri, quindi sarei passata per l'ennesima illusa spasimante e quel ruolo non mi andava affatto bene. 
Tutto cambiò una sera, circa due settimane dopo il nostro primo bacio.
Quella sera la vecchia Chiyo era andata al club di Scarabeo che frequentava ogni giovedì e Itachi era fuori per un'uscita con la sua fidanzata, Izumi, quindi eravamo soli in casa, avevamo preparato la cena e l'avevamo mangiata in cucina.
La vicinanza a tavola ci aveva eccitati, e non appena salimmo in camera, ci ritrovammo l'uno tra le braccia dell'altro sopra il suo letto.
Fino a quel momento ci eravamo limitati a carezze appassionate, qualche palpatina, ma sapevo che quella sera sarebbe successo dell'altro.
Dopo attimi di passione incosciente, Sasuke si scostò da me, ansimando.
"Tutto questo è pericoloso."
"Perché? "
"Lo sai benissimo il motivo. Io non sono fatto di legno. Non possiamo continuare a vederci da soli in questo modo o accadrà l'inevitabile. Vieni al Konoha sabato, dopo la partita."
"No"
"Perché no?"mi chiese contrariato.
"Non voglio che si sappia in giro che ci frequentiamo. Non voglio gli occhi di tutti addosso."
"Nemmeno a me piace che gli altri spettegolino, ma non può importarmene di meno della loro opinione. È umiliante sapere che ti vergogni di farti vedere in giro con me."
"Non è così! "ribattei subito.
"Ma lo sembra. Io non sono uno scheletro nell'armadio. Quindi passa questo sabato con me e i nostri amici. O è meglio lasciar perdere."
Attonita lo fissai, spaccata tra il desiderio di dirgli di sì, alimentando i miei sentimenti nei suoi confronti, e quello di rifiutare. Dopotutto ormai la scommessa non c'entrava più niente visto che Temari si era ufficialmente fidanzata con Shikamaru, battendo sul tempo sia me che Ino, proprio la prima sera in cui avevo baciato Sasuke.
"Non voglio cambiare la situazione" risposi, sperando che lui capisse i miei timori.
Speranza vana visto che si rialzò dal letto e mi riaccompagnò a casa con un' espressione dura che gli avevo visto in volto solo quando giocava in campo contro avversari temibili.

Cominciò tutto con un bigliettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora