Capitolo 7: Confronto

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"Vieni in cucina, stiamo preparando la cioccolata. Ti abbiamo sentita rientrare e volevamo accertarci che stessi bene prima di andare a dormire" disse Temari, non appena varcai la soglia del nostro appartamento.
"Va tutto bene! Anzi benissimo!" replicai, togliendomi la giacca e raggiungendole. Notando che a differenza di me che indossavo ancora l'abito da sera, loro erano già in pigiama.
"Lo vedo e mi pento di essermi presa la responsabilità di aver fatto iniziare questa storia. Mi sento come il creatore di Frankenstein " mi rispose Ino, guardandomi preoccupata e traendo le dovute conclusioni dai miei vestiti stropicciati e dall'acconciatura sfatta.
"Perché parli così. La decisione di seguire il piano è stata mia, mica mi hai costretta a fare qualcosa che non volevo. La responsabilità del mio attuale stato di euforia è di Sasuke" le risposi. Sentendomi ancora su una nuvola rosa.
"Questo lo so bene. E credo l'abbiano capito tutti alla festa. Hidan era furioso e prossimo a fare una strage. Evidentemente aveva parecchie aspettative su questa serata" mi riferì Temari, sedendosi a sorseggiare la cioccolata.
"Comunque è stata una scena così romantica! Sembravate Debra Winger e Richard Gere in Ufficiale e Gentiluomo!" scherzò Ino, mettendo da parte il discorso per un attimo.
"Guarda che non mi ha mica presa in braccio!"
"L'effetto è stato lo stesso. Credimi. Comunque devo dedurre che tu e lui ormai fate coppia?" mi chiese.
"Credo proprio di sì. Inoltre mi ha chiesto di stare da lui per una settimana visto che suo fratello Itachi dovrà tenere una serie di conferenze a Los Angeles e la vecchia governante andrà da sua madre Mikoto per un po'."
"Santi numi! Ma non ti sembra di correre un po' troppo? E dove sono finiti i dubbi e le remore che ti hanno tormentata in questi ultimi giorni?" mi chiesero entrambe, sconcertate.
"Ci sono ancora tutti. Sono consapevole del fatto che lui finirà presto gli studi e che forse non durerà, ma mentirei a me stessa se rinnegassi tutto quello che provo per Sasuke solo perché ho paura di come andrà a finire. Affronterò il problema se o quando sarà il momento. "
"Continuo a sentirmi in colpa" replicò Ino, tornando ad accigliarsi.
"Nulla avrebbe potuto indurmi a seguirlo oggi, tranne la mia stessa volontà. Sta tranquilla. È una relazione da università come tante altre e vi prometto che non piangerò sulla vostra spalla quando sarà tutto finito"

§ 🌙 § 🌸 § 🌙 §

Il mattino seguente feci salire Sasuke in casa, presentandolo ufficialmente alle mie coinquiline, preparai il caffè per tutti e, presa la borsa con la mia roba, annunciai di essere pronta a lasciare il nido.
"Adesso la nostra relazione è ufficiale" disse lui, una volta in macchina.
"Sì, ho detto a Temari e Ino di raccontare la verità se faranno loro domande su di noi"
"Diranno che sono il tuo amante?" chiese maliziosamente, piegandole labbra in un sorriso sarcastico.
"No! Risponderanno che siamo grandi amici!"
"E tutti penseranno che siamo amanti" affermò, soddisfatto.
Per la prima volta, da quando avevo iniziato l'università, non studiai per una settimana intera e nemmeno Sasuke, nonostante mi fossi portata i miei libri. Per due sere lui fece il sacrificio di andare agli allenamenti, ma a parte quelle occasioni, non ci separammo mai.
Quella settimana mi fece conoscere molti lati di Sasuke che ancora non avevo visto. Non era facile trattare con lui, a volte si chiudeva a riccio nel suo mutismo, ma io sapevo che quello era solo un meccanismo di autodifesa che scattava quando qualcosa gli riportava in mente suo padre. Lo lasciavo in pace, dedicandomi a cucinare qualcosa di complicato e poi me lo ritrovavo di nuovo intento ad osservare ogni mia mossa, di ritorno dai suoi viaggi mentali.
Una sera, dopo aver fatto l'amore per l'ennesima volta, mentre riprendevo fiato sul suo torace, ascoltando il battito del suo cuore che man mano rallentava, mi scostò da sé, intrappolandomi sotto di lui chiedendomi: "Dimmi cosa provi per me!"
Non potei mentire a quei due pozzi di oscurità.
"Ti amo."
Come risposta ebbi uno sguardo pieno di emozioni contrastanti ed un bacio tenero, delicato, intimo.

§ 🌙 § 🌸 § 🌙 §

Tornata da scuola, appoggiai stancamente la borsa sul mobile dell'ingresso.
I bambini della prima classe sezione C mi avevano fatta impazzire, erano molto vivaci e chiacchieroni e tenerli a bada era tutt'altro che facile, ma era una vera soddisfazione quando notavo che loro imparavano comunque cose nuove, che mi facevano domande ed erano attivissimi. Ogni volta che uscivo da quell'aula avevo un cerchio alla testa per il gran baccano, ma il cuore felice e soddisfatto per aver compiuto bene il mio lavoro. Insegnare mi piaceva davvero.
Non feci nemmeno in tempo a togliermi i tacchi che il campanello suonò e mi ritrovai davanti il mio quasi-ex marito, di nuovo.
"Sasuke!?"
"Mi chiedevo se oggi eri più disponibile a parlare" mi chiese con la sua solita finta indifferenza.
"Sei ancora qui?"
"Te l'ho detto, ho preso alcuni giorni di ferie che mi erano dovuti. Ieri sono stato in albergo, ma stamattina ho affittato una villetta nelle vicinanze."
"Vuoi dire che continuerai a venire qui ogni giorno?" chiesi incredula.
"Se necessario!"
Era evidente che non si sarebbe schiodato finché non avesse ottenuto quello che voleva.
"Sasuke, io voglio solo una cosa da te: il divorzio. Posso ottenerlo anche senza la tua autorizzazione visto che non viviamo insieme o ci frequentiamo ormai da dieci anni. Ho scritto quella mail solo per correttezza, ma non ti devo niente."
"Invece sì! Mi devi una spiegazione. Hai riaperto tu questo capitolo delle nostre vite, perché ti ostini a non volerne parlare?"
"Perché quel capitolo è chiuso. Non puoi tornare alla tua vita e far finta che non sia mai successo nulla?" chiesi, ormai esasperata e provata per la sua presenza.
"No. Non posso e non voglio. Tu mi hai incastrato e voglio sapere cosa ti ha spinta a farlo" replicò, duro, trapassandomi con i suoi occhi scuri.
"Io non ti ho incastrato!"
"Allora dimostramelo e raccontami ogni cosa"
Aveva ragione. Era il momento di parlare e togliersi queste spina dal cuore.
"D'accordo. Entra."
Ci sedemmo lui sul divano ed io sulla poltroncina, separati dal basso tavolino di vetro.

Cominciò tutto con un bigliettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora