Capitolo 9: Fools

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Premessa:

Come preventivato non sono riuscita a finire, quindi questo è il penultimo capitolo e il prossimo sarà l'epilogo se ancora importa a qualcuno. Per le novità mi farò sentire sulla mia pagina fb.

CAPITOLO 9: fools 

Due giorni. Due giorni passati in attesa che lui si facesse vivo e invece Sasuke non aveva dato sue notizie. Forse si era finalmente deciso a lasciarmi stare e a concedermi il divorzio, oppure aveva fatto una ritirata strategica in attesa di invadere il campo nemico. Cioé me.
In compenso avevo sentito Sasori fin troppo spesso. Tanto che, esasperata, gli avevo chiaramente detto per telefono di non voler avere più a che fare con lui.
La sua risposta: "Nessuno può permettersi di comportarsi con me in questo modo. Nemmeno tu" mi aveva fatto accapponare la pelle.
"Sono stata bene con te. Finora mi hai sempre trattata bene, ma siamo troppo diversi per formare una coppia duratura, la nostra storia è stata una parentesi nelle nostre vite ed è ora di chiuderla."
"Questo mia cara, lo deciderò io."
Non gli risposi più. 
Ogni volta che notavo il suo numero o un numero sconosciuto mi rifiutavo di rispondere. A cosa serviva discuterne ancora?
Mai e poi avrei voluto lasciarlo per telefono, ma davvero il suo comportamento mi aveva portata all'esasperazione. 
Quel venerdì lo passai interamente a scuola, tra le lezioni e l'incontro coi genitori, e alle diciannove, quando finalmente riuscii a rientrare a casa l'unica cosa che volevo era riposarmi e dormire, invece, appena aprii la porta, suonò il telefono e risposi senza pensarci. E senza chiudere la porta.
"Sakura..." la voce ansimante del maniaco che mi perseguitava mi fece gelare il sangue nelle vene, ma quello che mi fece ancora più paura fu sentire una mano premermi sulla bocca, un'altra torcermi il braccio destro dietro la schiena e sentire di nuovo quella voce... ma a contatto diretto col mio orecchio.
Il mio aggressore chiuse la porta alle sue spalle e mi girò leggermente verso di lui. In modo che potessi vederlo in volto.
Era Sasori con un'espressione feroce che non avevo mai visto.
"Sei sorpresa, tesoro? Ti ho lasciata stare qualche giorno per farti sentire al sicuro, poi ho deciso fosse arrivato il momento di darti una lezione"
Mi spinse verso il salotto, fino a farmi sedere sul divano, accanto a lui. Tolse la mano dalla mia bocca, facendomi cenno di stare in silenzio, ero sicura che in caso contrario mi avrebbe picchiata.
"Perché?" gli chiesi.
"Perché ti sto punendo?"
"No, voglio sapere perché hai messo su questa sceneggiata. Le telefonate..."
"Quando mi hai detto di no, ho cercato di metterti alle strette, sentendoti in pericolo avresti dovuto decidere di aver bisogno della mia protezione... Ed invece il tuo caro maritino si è presentato qui rovinando tutto. Ho pazientato, ti ho dato una possibilità per lasciarlo definitivamente ed invece tu hai sprecato l'occasione e hai avuto la faccia tosta di lasciarmi. Sei una maledetta cagna!"
"Se proprio vuoi saperlo... Non ti avrei sposato neanche se non fossi stata già impegnata. Ho visto cosa c'è dietro la tua facciata e non mi è piaciuto. Quello che volevo avere da te era solo una relazione passeggera, ti ho dato io una possibilità, perché non vuoi lasciarmi andare?"
"Quello che diventa mio resta mio, Sakura."
"Io non sono un oggetto."
"Per me sì"
Non ci vidi più dalla rabbia, cominciai a scalciare, mandando a segno un colpo diretto al suo volto. 
D'istinto si portò le mani al viso, lasciandomi andare il braccio ed io raggiunsi in fretta la porta, aprendola, ma lui riuscì a raggiungermi, mi gettò a terra e mi colpì forte in testa.
Io gridai, difendendomi più che potei, poi mi ritrovai improvvisamente libera dal peso di Sasori. Sasuke, apparso dal nulla, l'aveva afferrato per la collottola e aveva cominciato a pestarlo.
Quando vivi il sangue uscire dalle sue nocche riuscii a tornare razionale e cercai di fermarlo, stringendolo da dietro in modo da bloccargli le braccia.
"Basta, Sasuke. Basta! Così lo ammazzerai!"
Pian piano si calmò e riprese il controllo, proprio nel momento in cui la volante della polizia chiamata, evidentemente dalla mia vicina che mi fissava spaventata attraverso il vetro della finestra al piano superiore della viletta dirimpetto alla mia, si accostava al marciapiede. 
Del resto della serata ricordo poco, se non le lancette dell'orologio al mio polso che andavano avanti, le ore che passavano lente, la miriade di domande a cui fummo sottoposti e le ultime parole rivoltemi dal mio ex-amante:"Io sono ricco, uscirò presto."
Erano le due di notte quando mi ritrovai di nuovo di fronte a casa con Sasuke, ma l'ultima cosa che volevo era tornarci, quindi presi una camicia da notte, il mio spazzolino e un cambio d'abiti e ci dirigemmo alla villetta che a quanto pare aveva affittato per un'altra settimana.
Quando entrammo in casa non resistetti più e lo abbracciai.
"Se non ci fossi stato tu io..."
"Shh! Mi spiace solo di essere arrivato in ritardo. Mi preoccupavano le telefonate che ti venivano fatte, quindi ho chiesto ad un amico detective di investigare e non appena ha scoperto che il telefono da cui ti chiamavano era un prepagato a nome di quell'Akasuna... Sono corso da te."
"Hai sentito cos'ha detto, uscirà presto."
"Forse sì, ma lui non è l'unico ad avere denaro in abbondanza e amici potenti. Non la passerà liscia."
Percepii il tocco delle dita di Sasuke sotto il mento e il braccio avvolto dietro la schiena a tenermi vicina al suo petto, l'unica cosa che riuscivo a fare in quel momento era guardarlo. Non riuscendo a parlare, il mio corpo agì per me, abbracciandolo definitivamente, buttando le braccia intorno al suo collo, avvicinandolo. 
"Sasuke..." sussurrai, inalando il suo odore maschile e lo strinsi ancora di più per paura che fosse solo un sogno e che prima o poi mi sarei svegliata. Poi alzai la testa dal suo collo, cercando la sua bocca, desiderando un bacio e molto di più. 
Ci baciammo prendendoci il volto fra le mani e stringendoci uno all'altra, facendo danzare le nostre lingue . I nostri respiri caldi graffiavano la pelle dell'altro, aumentando il desiderio di andare più a fondo, come quella sera di tanti anni prima.
Mi prese in braccio, dirigendosi verso camera e, arrivati al letto, mi stese delicatamente, ponendosi sopra di me, baciandomi la bocca con passione, mordendomi ogni tanto per sentire di più la morbidezza delle labbra. I nostri occhi non si abbandonarono mai, desiderosi di guardarci eccitati. 
Abbandonò la mia bocca gettandomisi sul collo, mordendolo e baciandolo, scendendo più giù a lasciare una scia umida e bollente di baci. Giunse alla scollatura e prese a baciarla, liberando i seni dalla stoffa, mordendomi i capezzoli turgidi e leccandoli sentendoli irrigidirsi di piacere. 
Guardavo la lingua di Sasuke giocare con il mio corpo, facendomi respirare più profondamente. Mi tirai su a sedere, sbottonando i bottoni della sua camicia, togliendola con rapidità e mi abbassai a baciargli il petto, il collo robusto e provocante, succhiandolo con avidità, come se fossi un vampiro assetato di sangue, lasciandogli un segno rosso sgargiante. 
Mi fece tornare al mio posto, ancora ingordo del mio corpo e non soddisfatto della nostra eccitazione. Mi tolse la maglia e il reggiseno, liberandomi da quei vestiti inutili e lasciandomi nuda a splendere sotto il riflesso pallido della luna che entrava dalla finestra. Rimase fermo a guardarmi per qualche istante, riempiendosi gli occhi di me. Continuò a stuzzicarmi i capezzoli con le dita, scendendo lentamente a baciarmi la pancia, facendomi mugolare sommessamente. 
Quando arrivò alla zip della cintura, la sganciò con rapidità, togliendomi anche quella insieme alle calze. Posò le sue labbra sulla stoffa morbida e bagnata degli slip, mordendo la mia parte intima ancora coperta e mi sentii tremare alla sola idea di ciò che avrebbe potuto farmi di lì a poco. Con estrema lentezza Sasuke mi sfilò le mutandine, mordendomi l'interno coscia, arrivando sempre più vicino al mio centro. Lo fissavo con occhi colmi di desiderio e passione, sentendomi il cuore esplodere sotto quell'ondata di adrenalina che stavo provando. Vedevo il suo viso immerso nella mia parte bassa a regalarmi un piacere immenso. All'inizio mi sentii in imbarazzo sotto il tocco leggero e calibrato della lingua di Sasuke ed ebbi l'istinto di spostarlo, ma quando i suoi occhi si alzarono su di me a guardarmi con un sguardo bruciante di passione lo lasciai fare, lasciandomi andare completamente, portando le dita sui suoi capelli stringendoli intorno alle ciocche more e morbide. 
Buttai all'indietro la testa, sospirando più rumorosamente quando sentii la lingua affondarmi dentro e penetrarmi delicatamente. Sasuke continuò la sua tortura, alzando lo sguardo, cercando un contatto con me, per vedere quel piacere che lui sentiva sulla sua lingua. Mi prese i seni fra le mani, massaggiandoli e facendomi godere ancora di più, fino a quando, esausta e provata mi tirai su, facendo a cambio con Sasuke, sedendomi su di lui a cavalcioni. Il mio corpo era attraversato da brividi di goduria e la testa era vuota e completamente fusa, facendomi perdere la ragione. Seduta su di lui, gli slacciai i pantaloni, togliendoli assieme ai boxer, senza aspettare, senza giri di parole. Volevo ricambiare il favore. Mansueta e felina, con uno sguardo ammiccante mai avuto prima, scesi lentamente, strusciandomi al corpo di Sasuke, fino ad arrivare al suo membro eretto. Lo presi fra le mani, iniziai a massaggiarlo su e giù, con poca pressione per poi aumentare. Senza mai staccare lo sguardo da lui, posai la bocca semi aperta sulla punta del glande, schiudendola mano a mano andando sempre più giù. Cominciai così a leccare l'intimità di Sasuke seguendone il profilo con la lingua e divertendomi a girarci intorno in cima, per poi aprire di nuovo la bocca e sentirlo pulsante e rigido dentro la bocca. 
"Sakura..." mormorò Sasuke irrigidendosi sotto quei movimenti e stringendomi i capelli fra le dita spingendomi più giù, fino in fondo, alla ricerca del piacere estremo. Ma non gli bastava tutto quello, voleva di più e anche io lo desideravo. 
Mi prese per il viso, tirandosi su, baciandomi con foga e attirandomi sempre più a sé, fino a che non fui di nuovo seduta su di lui.
Sentii la sua parte intima strofinare con la mia, regalandomi. Salii a cavalcioni su Sasuke, immergendo piano dentro me il suo membro. Feci uscire un gemito appena entrò completamente in me e presi a muovermi sopra di lui. Accelerai il ritmo all'istante, prendendo le mani di Sasuke fra le mie intrecciando le dita. 
Mi mossi su di lui, tirando indietro la testa quando mi sentivo troppo al di là della condizione umana per poterlo guardare stabilmente per poi tornar comunque a inchiodarlo a terra con lo sguardo.
Sasuke mi guardava ondeggiare eccitato sempre più, muovendo le sue mani sul mio corpo come non aveva mai fatto, toccando i seni tondi e sodi, scendendo sui fianchi, seguendo con un dito la linea formosa fino a giungere sul sedere prendendolo con le mani e stringendolo aiutandomi con i movimenti. 
Mi avvicinai a lui, abbassandomi a baciarlo, leccandogli le labbra e mordendolo sorridendo. 
"Sasuke..." sussurrai sulla sua bocca cercando di soffocare un gemito più forte, mentre lui mi stringeva a sé abbracciandomi, avvolgendomi completamente, sentendosi sempre più vicino all'orgasmo. 
Ma da vero uomo, voleva sigillare il tutto da padrone e così mi fece girare, ponendosi sopra e quando aprii meglio le gambe, Sasuke prese a spingere in me, strofinando il proprio bacino alle mie cosce aperte e strette intorno intorno a lui. Spingeva sempre più forte, mentre io inarcavo la schiena andando incontro a lui, per sentirmi ancora più unita al suo corpo e gli toccavo il petto, la pancia, i fianchi e il sedere contratto dallo sforzo.
"Dillo ancora..." mormorò Sasuke prendendomi un seno con le mani e stringendolo forte, mentre l'altra era scesa ad accarezzarmi il viso, paonazzo di piacere.
"Sasuke..."
Ripetei ancora e ancora il suo nome, ormai con gli occhi chiusi, in un altro mondo, in un paradiso di sensi, stringendo il corpo di Sasuke sopra di me, e finalmente esplosi nell'orgasmo, sentendo le gambe tremare per quelle scosse libidinose, mordendomi le labbra e graffiandgli la schiena per potermi sfogare in qualche modo. 
Pochi attimi dopo lui mi raggiunse, mormorando il mio nome come litania.

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